Frank Iero non era il tipo di persona che si preoccupava del giudizio del prossimo. Lui era esattamente così come lo vedevi. Potevano prenderlo in giro, affibbiargli un soprannome offensivo, o guardarlo con superiorità, a lui non interessava affatto.
Gerard Way invece aveva l'estenuante bisogno di sentirsi apprezzato. Voleva brillare come una stella, voleva che gli altri lo guardassero con ammirazione, che i suoi genitori e suo fratello fossero fieri di lui, e magari che la vicina di casa la smettesse di guardarlo come se fosse un rifiuto della società.
E forse proprio per questa enorme differenza i due erano destinati a completarsi.
Ma quella sera ancora non lo sapevano. Quella sera erano semplicemente due estranei che avevano deciso di partecipare alla stessa festa nella periferia di Newark, a casa dell'amico di qualche altro amico.
Frank aveva indossato una maglia presa al volo dall'armadio, un paio di jeans sgualciti e si era sistemato i capelli in fretta tirando su la cresta con un po di gel.
Gerard invece aveva passato un'ora davanti all'armadio, chiedendosi quale tra le sue mille maglie nere lo facesse sembrare meno grasso, quale giacca era la più adatta alla serata e sopratutto maledicendo sua madre che non stirava mai i vestiti. Poi si era fermato davanti allo specchio a chiedersi se i capelli stessero meglio tirati all'indietro, oppure no, meglio lasciare che gli coprissero il volto.
Per sicurezza prese un Diazepam dall'armadietto dei medicinali di sua madre e lo mandò giù chiedendosi se non fosse meglio restare a casa quella sera.
Ma Mikey lo aveva implorato di accompagnarlo a quella festa, e i loro genitori lo avevano praticamente costretto ad uscire, quindi non aveva scampo. Prese un'altra pillola dal barattolo e se la infilò nella tasca dei pantaloni.
Non è che non gli piacesse uscire o divertirsi, ma se poteva scegliere preferiva di gran lunga chiudersi nella sua cameretta e scrivere, o disegnare.
Durante il tragitto in macchina Mikey non aveva smesso un attimo di parlare, di dirgli di come era eccitato di andare a quella festa dove avrebbero suonato alcuni suoi amici e di quante ragazze ci sarebbero state e dei fiumi di alcool e tutto il resto. Gerard pensò che per lo meno avrebbe potuto sedersi in un angolo a fumare e bere birra.
Frank era passato a prendere Jamia, ed insieme avevano cantato a squarciagola ogni canzone passata alla radio durante tutto il viaggio.
Quando arrivarono alla festa fece il giro della casa per salutare tutti i suoi amici, poi prese una birra e andò a sentire la band che stava suonando in garage.
Gerard aveva salutato timidamente gli amici che Mikey gli stava presentando, poi aveva preso da bere e mentre suo fratello chiacchierava coi suoi amici se ne andò nel garage.
Una band stava suonando una cover dei Rancid, e Gerard teneva il tempo con il piede. Suonarono anche un paio di canzoni originali ed una cover degli Ataris, poi cedettero il posto ad un'altra band locale, si chiamavano Pencey Prep e non erano niente male.
Ascoltò tutta l'esibizione bevendo un altra birra, e quando finirono di suonare uscì fuori a fumare una sigaretta.
Pensò che le cose non stavano andando poi troppo male, era abbastanza sbronzo, nessuno gli aveva rotto le scatole, suo fratello si stava divertendo e la musica non era male.
Certo, avrebbe potuto anche socializzare un po, ma non ne aveva troppa voglia. Stava bene per conto suo, sapeva che la gente pensava che fosse un tipo strano e non voleva di certo dargliene conferma aprendo bocca e iniziando a parlare di tutte quelle cose che gli passavano per la testa che nessuno comunque avrebbe compreso.
Si sentiva come un alieno, il più delle volte. Come se parlasse una lingua diversa, e riuscire a comunicare con gli altri fosse una missione impossibile.
«Hai da accendere?».
Gerard sollevò lo sguardo dal suolo, infilandosi automaticamente una mano in tasca per afferrare l'accendino.
Si ritrovò accanto il tipo che aveva suonato e cantato poco prima nel garage. Gli allungò l'accendino e sospirò, sperando che andasse a fumare la sua sigaretta un pò più lontano o che comunque non fosse uno di quei tipi che vogliono a tutti i costi attaccare bottone.
Ma il tipo non sembrava intenzionato ad andarsene, poggiò la schiena contro la parete alle sue spalle e fece un lungo tiro dalla sigaretta.
Finché non vuole intavolare una conversazione va tutto bene, pensò Gerard, cercando di evitare qualsiasi contatto visivo.Frank era sudatissimo, e l'aria fresca sembrava entrargli nella pelle. Aveva cantato a squarciagola con la sua band, ed ora quel tiro di sigaretta gli bruciava nei polmoni.
Guardò il tizio accanto a lui, era sicuro di averlo già visto da qualche parte, magari a qualche altra festa. Non aveva l'aspetto di uno che si stava divertendo poi molto.
«Ci hai sentito suonare? Siamo stati grandi, non è vero?» chiese sorridendo. Pensò che un pò di chiacchiere forse gli avrebbero risollevato il morale.
Gerard fece un respiro profondo. Niente da fare, gli toccava parlare.
Annuì accennando un sorriso «Già... niente male, complimenti» mormorò. Era sicuro di essere arrossito. Era così pallido che il tizio accanto a lui non avrebbe potuto non notarlo.
«Sei di queste parti? Ci siamo gia conosciuti a qualche festa, forse...».
Gerard scrollò le spalle. La tipica conversazione inutile che serviva a riempire lo spazio-tempo di una sigaretta. Ce ne era davvero bisogno?
«No, vengo da Belleville in realtà...» disse «...e non frequento molte feste» aggiunse poi in un mormorio, rendendosi conto di quanto suonasse sfigato.
Ma il tipo sembrò non sentirlo, sorrise guardandolo «Belleville? Anch'io, cazzo! Ho frequentato la St. Peter!»
«Sul serio? Anche mio fratello andava alla St. Peter! Forse lo conosci, si chiama Mikey». Gerard era sicuro che lo conoscesse, tutti conoscevano Mikey, perché Mikey non era un asociale come lui.
«Mikey Way!? Tuo fratello è Mikey Way?».
Gerard annuì e vide il volto del ragazzo quasi illuminarsi come se improvvisamente avesse avuto una visione.
«Si, cazzo, ora mi ricordo di te! Sei il fratello strano di Mikey, sono venuto a studiare un paio di volte a casa vostra e-» Frank non finì la frase, notò subito l'espressione lievemente offesa di Gerard.
Non che non fosse abituato a sentirsi chiamare "Quello strano".
«Già, sono proprio io» mormorò prima di fare un ultimo tiro dalla Marlboro per poi lasciarla cadere a terra e calpestarla con la punta della Converse.
Frank accennò un sorriso «Scusami, non volevo essere offensivo. Non intendevo strano tipo... in modo brutto».
Gerard spostò una ciocca di capelli scuro dal viso, sollevando un sopracciglio «Ah! Perché c'è un modo non brutto di essere strani?» replicò.
Vide il ragazzo scrollare le spalle «Esattamente. Essere strani non è per forza sinonimo di essere brutti. Tu non lo sei, infatti. Sei strano in modo affascinante, con quell'aria da vampiro e questa cosa dello startene in disparte anche se sei ad una festa pazzesca, e quello sguardo offeso perché un inutile sconosciuto ti ha detto che sei strano...».
Gerard pensò che il tipo era decisamente sbronzo. Ma si sentì compiaciuto del fatto che quel tipo gli aveva appena detto di trovarlo affascinante.
Accennò un sorriso, non succedeva spesso che qualcuno gli facesse qualche complimento.
«Comunque» il ragazzo gli porse la sua mano tatuata «Io sono Frank. E' stato un piacere conoscerti, vado a fumare un pò d'erba dentro».
Gerard si limitò ad annuire scuotendo la mano del ragazzo. Frank. Gli piaceva quel nome.
Arrossì lievemente: gli piaceva quel ragazzo.
Dimenticò anche di dirgli come si chiamava, che il tipo corse all'interno della casa sparendo tra la folla.
Già, Gerard non poteva ancora immaginarlo, ma da quella sera la sua vita sarebbe cambiata per sempre.
----Se siete arrivati fin qui vi ringrazio infinitamente. Questa è una nuova FF, non scrivo nulla di nuovo da una vita (da quando i Chem si sono sciolti, più o meno) ma ho fatto un viaggio nel viale dei ricordi (wtf? sembro così vecchia) qualche sera fa e boh, è esploso qualcosa.
Dunque, spero che questa storia venga fuori decente tanto quanto la sto immaginando nella mia testa. Non ho idea di quanti capitoli saranno, credo che sarà un pò lunga perché non so scrivere cose brevi e comunque ho immaginato un percorso che va dall'inizio alla fine dei MCR quindi, anni gente, anni!
Un parere, un consiglio, o un commento sarebbero davvero apprezzati (a.k.a.: soffro di autostima quasi inesistente quindi pls S(o)UPPORTATEMI).
ps: il titolo della storia è rubato da un post di Frank/FTWillz sul quale sto scrivendo (su FT Willz, non sul titolo) un altro "racconto"...A presto,
XO
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From my head to my middle finger, I really think I like you.
FanfictionFrerard. Dal loro primo incontro, all'ultimo (o qualcosa del genere).