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Gerard era stato baciato.
Un bacio vero.
Decisamente migliore di come lo aveva immaginato.
Gerard era stato baciato da Frank.
Ci ripensò per tutta la notte.
Gli sembrava di sentire ancora le labbra di Frank addosso, il suo profumo.
Chiudeva gli occhi e gli sembrava di stare ancora lì, su quel cofano, con il corpo di Frank contro il suo, il cuore che gli batteva nel petto come un martello.
Frank lo aveva accompagnato a casa, gli aveva stampato un altro bacio sulle labbra ed era andato via.
E Gerard ci aveva ripensato tutta la notte.
Chiedendosi anche se non fosse stato stupido a tirarsi indietro. A non fare l'amore con Frank.
Ma la sua mente e il suo corpo andavano in direzioni opposte. Certo che avrebbe voluto andare oltre quel bacio! Eppure si era tirato indietro, perché nella sua testa c'erano un milione di punti interrogativi.
Si addormentò, chiedendosi come sarebbero state le cose il giorno dopo. Se Frank lo avrebbe baciato ancora. Oppure no.

Allo studio di registrazione, Gerard e Mikey arrivarono in ritardo.
Quando entrarono nella sala, Gerard cominciò ad andare in paranoia.
Frank sarebbe stato lì? E nel caso, come avrebbe dovuto salutarlo?
Avrebbe dovuto baciarlo? Proprio lì, davanti a tutti? Cristo, no, non poteva farlo, assolutamente.
Gli avrebbe sorriso. Un sorriso è sempre un bel gesto, d'altronde.
Fece un respiro profondo aprendo la porta.
Jamia.
C'era Jamia.
C'erano Frank, Ray, Matt, il loro produttore e Jamia.
Jamia la fidanzata di Frank.
Che diavolo ci faceva, lì, lei?
Perché Frank l'aveva portata lì?
E perché parlavano e ridevano tra loro come se tutto fosse ok, quando Frank solo la sera prima aveva baciato Gerard e cristo, era stato così dannatamente bello.
E se Jamia avesse scoperto tutto?
E se Frank aveva voluto solo prenderlo in giro?
Magari avevano fatto una scommessa tra loro, qualcosa tipo "Scommettiamo che riesco a rimorchiare un uomo?", e Gerard era la loro vittima, e loro si erano fatti grosse risate alle sue spalle.
Arrossì, in evidente imbarazzo.
Non era pronto a rivedere Frank, figurarsi la sua ragazza.
Eppure Jamia lo accolse con un sorriso, presentandogli e dicendo qualcosa come "Ehi, Frank mi ha detto che canti davvero bene!".
E Gerard non riusciva a capire nulla.
Non sembrava una che volesse prendersi gioco di lui. Anzi, con egoistico dispiacere, Gerard dovette ammettere che Jamia era anche simpatica, e dolce.
Per tutta la sessione di prove, non riuscì a concentrarsi.
Cantava, ma non riusciva a distogliere lo sguardo da Frank e Jamia che se ne stavano su quelle poltroncine all'angolo dello studio a parlottare tra loro, uno accanto all'altra, come una perfetta coppia di fidanzati.
Non aveva senso.
E comunque Frank non lo aveva salutato con un bacio, ovviamente.
E Gerard sbagliò le parole delle canzoni che lui stesso aveva scritto.
Si sentiva un idiota.
E sembrava che il tempo non passasse più. Le canzoni da tre minuti sembrava durassero un'ora.
Un'ora durante la quale Frank parlava con Jamia e rideva con lei e le prendeva la mano e Gerard voleva morire. Sotterrarsi. Scappare. Bere. Prendere lo Xanax. Bere ancora.
Ah, come si sentiva stupido.
Insomma, non era mai piaciuto a nessuno per tutti quegli anni, come aveva potuto credere di aver finalmente trovato qualcuno che si interessasse a lui? Ridicolo, davvero ridicolo.
Continuò a cantare esclusivamente per non deludere suo fratello e i suoi amici, ma quando le loro ore di sessione giunsero al termine, senza troppi complimenti borbottò un flebile ciao ed andò via.
Voleva tornarsene a casa e chiudersi in camera, ma sentiva un nodo alla gola ed aveva voglia di piangere.
Pensò che, come al solito, aveva sperato troppo.
Magari Frank voleva solo scoparselo, e lui si era tirato indietro, e allora non lo voleva più, tanto aveva la sua Jamia, che doveva farsene di Gerard?
Stupido, era stato uno stupido.
Corse a casa, chiuse la porta della sua camera e si gettò sul suo letto.
E lì iniziò a piangere, fino ad addormentarsi.

Passarono dei giorni prima che Gerard trovasse il coraggio e la forza di rimettere la testa fuori di casa.
Probabilmente a quel punto tutti avevano ripreso le loro vite come se niente fosse, Frank lo aveva già dimenticato e la sua vita sarebbe tornata ad essere patetica ed inutile proprio come prima che lo incontrasse quella sera a quella dannata festa.
Ma non era quello il suo destino, e Mikey non aveva perso occasione di ricordarglielo, dal momento stesso in cui Gerard si era seduto al tavolo della cucina per bere un caffè.
Mikey gli aveva detto che era stato uno stupido a chiudersi in camera per tutti quei giorni, e che avevano fatto una figura pessima con la Eyeball Records, e che dovevano tornare in studio a provare e riprovare.
«Non sono sicuro di voler tornare lì» disse infine Gerard.
Mikey lo stava scrutando da dietro i suoi occhiali, con aria di disapprovazione.
«Non mi interessa. Devi tornarci. Dobbiamo suonare e registrare le nostre canzoni. Sei stato tu a voler mettere su una band e a coinvolgerci, e cazzo Gee, siamo bravissimi e non possiamo mandare tutto a puttane solo perché...» ci pensò un po, poi sbuffò «Ah, non so nemmeno perché, oltretutto. Che diavolo è successo!?».
Gerard restò in silenzio per qualche secondo, guardando il fondo della sua tazza.
Poi sospirò. Avrebbe dovuto raccontarlo a Mikey. Era suo fratello, e quello era già un buon motivo per volersi confidare con lui.
Poi, Mikey era amico di Frank. E quello era un altro buon motivo. E sopratutto, Mikey sapeva muoversi tra la gente, aveva più esperienza di lui sulla vita, perché Mikey non era così stupido da passare la sua esistenza chiuso nella sua cameretta.
Così fece un respiro profondo, e decise di parlare.
«È successa una cosa con Frank» disse arrossendo, sentendo un nodo alla gola.
Sperò solo che suo fratello non lo giudicasse.
«Una cosa cosa?» domandò Mikey.
«Mi ha baciato» farfuglió Gerard, diventando ancora più rosso in volto.
Evitó totalmente di incrociare lo sguardo di Mikey, ma lo sentì sospirare.
«Ok...»
«Ok cosa?»
«È per questo che ti sei chiuso in camera tutto questo tempo? Perché Frank ti ha baciato?»
Gerard sbuffò e per un attimo si pentì di aver parlato.
Fece segno di no con la testa.
«È per... Dio, ok, è una cosa stupida, va bene?»
Guardò suo fratello, che stava semplicemente aspettando che Gerard continuasse a parlare.
«...mi è piaciuto» mormorò, rivivendo per un attimo il ricordo di quel bacio.
«Ok» disse ancora una volta Mikey, impassibile.
Gerard sollevò un sopracciglio.
«Ok cosa?»
Mikey alzò gli occhi al cielo «Gee, non usciremo più da questa conversazione se fai così. Ok e basta. Continua a raccontare. Frank ti ha baciato, a te è piaciuto, e poi?» chiese esasperato. Voleva capire cosa avesse spinto Gerard ad isolarsi di nuovo.
«Mikey... Ti sto dicendo che forse» Gerard si guardò intorno, per controllare che non ci fossero i loro genitori nei paraggi «Credo di essere gay» disse abbassando la voce.
Suo fratello annuì «Si, lo crediamo tutti. Da sempre».
Gerard lo guardò confuso. Che significava? Aveva immaginato che i suoi lo avrebbero ripudiato, che suo fratello lo avrebbe schifato, che anche i suoi parenti lontani a Baltimora avrebbero sparlato di lui.
Invece Mikey se ne stava lì, serio, a dirgli che lui sapeva già che suo fratello molto probabilmente era attratto dagli uomini?
«...Gee, una volta sei andato a scuola vestito da donna. Insomma, se non è gay una cosa simile...» spiegò Mikey, abbozzando un sorriso «Comunque non riesco ancora a capire perché non vuoi tornare allo studio».
Gerard sbuffò tirando indietro la testa.
«Perché Frank mi ha baciato, e mi è piaciuto. Cristo, mi è piaciuto da morire. Ma il giorno dopo era lì con la sua ragazza. E vederli insieme non mi è piaciuto affatto».
Vide Mikey sorridere.
«Quindi il problema è Jamia?».
Gerard annuì.
«Sapevi che Frank sta con lei, no?»
Annuì di nuovo, sentendosi ancora più stupido.
«Se ha una ragazza, perché ha baciato me?».
Mikey sospirò, poi si schiarì la gola.
«Perché Frank è uno swinger»
Gerard lo guardò confuso.
Swinger era un termine che non aveva mai associato ad una persona. Non sapeva nemmeno cosa significasse.
Pensò a tutti i libri, i film e i fumetti che conosceva.
Vampiri, licantropi, X-Men, mutanti, zombie, banshee... No, probabilmente swinger non era il nome di qualche creatura sovrannaturale.
«Che significa?» chiese infine, totalmente confuso.
Mikey rise, scuotendo la testa. Era ridicolo che ne sapesse molto di più, sul sesso, di suo fratello.
«Significa che Frank sta con Jamia, ma hanno un rapporto aperto. Ed ora andiamo, abbiamo delle canzoni da registrare!».
Mikey si alzò dal tavolo e prese la giacca.
Gerard restò in silenzio a pensarci per ancora una manciata di secondi.
Si sentì davvero stupido, ma continuava a non capire cosa significasse.
Alla fine si alzò anche lui e seguì suo fratello, pensando che la cosa migliore da fare era parlare con Frank.

Si sentì comunque sollevato dopo averne parlato con Mikey.
Detestava l'idea di deludere la sua famiglia, invece Mikey aveva preso tutta quella storia sorprendentemente bene, e Gerard gliene fu grato.
Quando arrivarono allo studio, sia Ray che Matt lo salutarono sinceramente contenti di vederlo.
Gerard si sentiva pronto a riprendere il suo ruolo nel gruppo. Aveva voglia di cantare, di accontentare suo fratello e i suoi amici, di sfogarsi.
Frank non c'era. Forse era in un'altra sala di registrazione.
Cercò di non pensarci fino alla fine delle prove.
Mentre gli altri erano impegnati a sistemare gli strumenti prima di andare via, Gerard andò al bagno.
Lungo il corridoio c'erano dei poster delle band che avevano inciso dei dischi con la Eyeball Records e Gerard sorrise sperando di trovare un giorno anche un poster della sua band, su quelle pareti.
Entrò nel bagno e si guardò allo specchio.
Non aveva un bell'aspetto. Stare chiuso al buio nella sua camera lo aveva reso, se possibile, ancora più pallido.
Sembrava fragile.
Si passò una mano sul viso, forse sperando in un miracolo.
Ma la sua faccia era sempre la stessa.
Si avvicinò ad una delle porte dei tre bagni iniziando a slacciarsi la patta dei pantaloni quando sentì una presenza alle sue spalle.
Si voltò, sorpreso di trovarsi di fronte a Frank.
Qualcosa lo fece sorridere.
Altro che swinger, Frank era uno stalker.
«Gee. Sei resuscitato» disse con quel suo bellissimo sorriso sulle labbra.
Si, Gerard andò in tilt. Era un sorriso bellissimo, decisamente bellissimo.
Annuì.
«Credo... Credo di aver bisogno di parlarti» trovò il coraggio di dire.
Frank scrollò le spalle «Va bene, dimmi tutto».
Gerard notò che erano ad un passo l'uno dall'altro, e cominciò ad agitarsi. Che strano effetto aveva Frank su di lui.
Altro che parlare. Gerard ora avrebbe voluto baciarlo. Lì. Adesso.
Chiudere a chiave la porta e saltargli addosso. Sentire le mani di Frank sul corpo. Spogliarlo.
Baciarlo ancora.
Lasciare che Frank si impossessasse di lui.
Cazzo! pensò. Stava avendo un'erezione. Difficile da nascondere.
Difficilissimo considerando che Frank si era avvicinato a lui ancora un po.
Aveva sollevato lievemente la testa.
Stava accadendo di nuovo.
Frank lo stava baciando.
E nonostante Gerard era uscito di casa con l'intenzione di chiedere a Frank a che gioco stesse giocando con lui, improvvisamente quell'intento sparì.
Il fatto che Frank lo stava spingendo contro la parete, strusciando il bacino contro il suo corpo, parlava chiaro.
Quello era il gioco che aveva in mente Frank.
Gerard sentì una scossa lungo tutto il corpo. Si stavano baciando, e Frank stava cercando l'erezione di Gerard con le mani.
I suoi pantaloni erano calati, e Gerard era dannatamente eccitato.
Sussultò quando la mano di Frank lo sfiorò, sotto i boxer.
Dovette trattenere un gemito, continuando a tenere la bocca occupata giocando con la lingua di Frank.
Cristo, Frank lo stava davvero facendo.
Lo stava masturbando.
Ed era... No, non c'erano parole per descriverlo.
Era così dannatamente piacevole che Gerard dovette pensare a qualcosa di brutto, di davvero brutto, per non rischiare di venire subito.
Era troppo presto.
Cercò di pensare a quell'incidente d'auto che aveva avuto da piccolo con i suoi. Alla carcassa di quel gatto che aveva trovato nel retro del giardino. La mano di Frank aveva accelerato il ritmo.
Nemmeno l'immagine di sua nonna intenta a togliersi la dentiera era d'aiuto.
No, nulla era d'aiuto, non riusciva a pensare ad altro che alla fantastica sensazione che stava provando. Era totalmente differente dal procurarsi piacere da solo. No, non era nemmeno paragonabile a quello.
Spinse ancora di più le sue labbra contro quelle di Frank, senza fiato, fermando il movimento della sua lingua. Il cuore batteva così forte, e sentì la sua erezione pulsare nella mano di Frank.
Era venuto. Lì, adesso, troppo presto per i suoi gusti.
Aprì gli occhi, incontrando lo sguardo nocciola di Frank.
Lo vide sorridere, soddisfatto.
Quello era il gioco a cui Frank stava giocando. E sapeva farlo bene. Dannatamente bene.

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Ok, devo ammetterlo: sono una frana con questo genere di scene quindi abbiate pietà di me.
Spero vi sia piaciuto il capitolo.
Ho bruciato due pancake per scriverlo mentre preparavo la colazione (poveri figli miei), ma detesto perdere l'attimo quindi ho dovuto scriverlo.
Grazie ancora per voti, commenti, stelle e unicorni (che?).
A presto,
XO

Ps: aggiornate le vostre ff, vi supplico, ho bisogno di leggere!

From my head to my middle finger, I really think I like you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora