Capitolo 1

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Ilaria's pov.

Ho sempre pensato che non ci sia cosa peggiore dell'essere dimenticati e, invece, oggi mi son ricreduta. Niente è più brutto del lasciare tutto, del partire senza qualcuno e dover ricominciare tutto da capo: niente è più brutto del dover rifarsi una vita.
La sveglia sta suonando da un paio di minuti e io la lascio fare perché oggi quella canzone così triste di Mostro sembra quasi allegra.
"Solamente unico" riecheggia nella stanza ma ad ogni verso un piccolo nodo mi si forma in gola. Giorgio non smette di cantare e a quel fatidico punto mi alzo di scatto e spengo tutto. Devo smetterla di ascoltare questa roba.
Non parla di me.
Lui non sa chi sono.
È solo rap.
Niente di più.
Afferro il mio zaino rigorosamente nero, tiro fuori gli skinny e una maglietta dello stesso colore e mi avvio verso la cucina.
Anche oggi è vuota e mia madre con il suo nuovo fidanzato non ci sono.
Mi siedo al posto di mio padre o meglio, a quello che apparteneva a mio padre, e crollo ancora una volta. Prima o poi ce la devo fare, glielo ho promesso.
Smetto di piangere solo quando sento degli scricchiolii sulle scale e, infatti, poco dopo mi raggiunge Giovanni, il mio fratellino.
<<Ilaaaaa>> disse mentre si stropicciava gli occhi e si avvicinava a me <<dormito bene oggi?>> chiesi ricordando che la sera precedente aveva avuto degli incubi e mi aveva chiesto di stare un po' nel suo piccolo letto. Annuì sorridendo e non potei non fare lo stesso: stava passando troppi problemi per la sua tenera età e quando stava meglio grazie a me, un po' mi sentivo importante <<dov'è mamma?>> chiese Giovanni mentre si sedeva sullo sgabello di fianco al mio in attesa che gli preparassi il latte caldo <<probabilmente starà facendo gli straordinari così può comprarti quel giocattolo che volevi tanto prima di partire>> risposi <<straordinaria come leiiiii>> disse euforico. Mia madre straordinaria? Cazzate. Sarà nel bar all'angolo con il suo fidanzatino dalle due di ieri sera. Quel tipo la sta rovinando ma in fondo le sta bene: con questo trasferimento lei ha rovinato me.
Esco di casa, infilo le cuffiette ed Emis Killa comincia a rimbobarmi nella testa: mi sento già meglio. È strano come un cantante che non mi ha mai visto riesca a mettermi di buon umore.
Dopo una dozzina buona di camminata arrivo all'entrata. È ottobre e si vedono i gruppetti già formati. Riconoscono subito quello delle troie o, com'erano chiamate a Venezia, le "vippette". Piccole donne vissute, o almeno è quello che pensano loro di se stesse. Sul muretto ci stanno molte ragazze che, da quel che sembra, circondano un compagno. Come se avesse capito che lo stavo pensando questo si fa spazio con gli occhi fra la piccola folla e allora lo riconosco: Davide Calabria.
Sapevo che frequentava una scuola qua nei dintorni ma non lo credevo un tipo da sportivo. Okay, gioca a calcio e quindi per lui dev'essere relativamente semplice, ma non pensavo proprio questo: nella zona il nostro istituto è considerato il più sfigato e quelle troiette in confronto a quelle delle altre scuola non sono niente.
Mi squadra da capo a piedi, gira lo sguardo verso un suo amico, gli sussurra qualcosa e ride. Probabilmente starà ridendo di me. Fa niente, non mi piace neanche come calciatore quindi non ci son problemi.
Entro poco prima del suono della campanella in classe così da poter andare fino in presidenza dove mi aspettano per una specie di colloquio. Mi hanno solo detto di non preoccuparmi perché non è niente di difficile, vogliono solamente chiedermi delle cose. Raggiungo la stanza, busso e non appena mi invitano ad entrare, giro il pomello e mi avvicino. Davanti a me trovo un signore non troppo vecchio che subito mi sorride <<Che piacere vederla Ilaria. Mi presento subito: mi chiamo Battista, sono il preside di questa scuola da parecchi anni e le auguro di passare a farmi visita il meno possibile se vuole evitare guai. In questi primi giorni la farò accompagnare da uno studente più grande in giro per la scuola, poi sarà libera di andarsene per i fatti suoi. Come sa in questa scuola c'è l'opzione di frequentare un corso extra scolastico che, ovviamente, le porterà crediti gli anni futuri. Sarebbe interessata a quello di basket, di calcio, di tennis o anche nessuno?>> chiese in modo davvero cortese. Forse troppo, mi sta sul cazzo <<nella vecchia città facevo pallacanestro ma adoro il calcio. Posso fare quest'ultimo anche se non sono un gran talento? Me la cavo nel freestyle più che altro>> risposi con altrettanta calma. Se avessi potuto me ne sarei già andata per i cazzi miei <<certamente, solo una cosa: tifi qualche squadra?>> domandò ancora <<milan>> affermai sorridendo. Parlare della mia squadra del cuore mi mette sempre di buon umore. Per tre secondi, ma dettagli <<allora ti meriti proprio di far parte della squadra. Marco ti aspetta davanti la 3A, la tua classe... buona giornata>> disse infine lasciandomi finalmente uscire <<altrettanto>> ricambiai il saluto e chiusi lentamente la porta per non passar come maleducata.
Che sta giornata abbia finalmente inizio.

Ask.fm || Davide CalabriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora