Capitolo 11

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Eravamo in quel bar da già quaranta minuti e il pomeriggio stava passando fin troppo bene per i miei standard. Appena mi resi conto di ciò, infatti, Dio volle mostrarmi che tutte le cose belle finiscono tant'è che dall'uscio della porta entrò Calabria. Indossava dei jeans neri, una maglietta lunga dello stesso colore ma con la scritta "Nike" in rosso e, in testa, portava un cappello di Jordan rosso e nero. Devo esser sincera: quel look mi piaceva molto <<sei ovunque>> disse freddo quando mi vide <<non lo sapevi che le fan ossessionate sanno i movimenti del proprio idolo ancora prima che quest'ultimo pianifichi qualcosa?>> risposi ironicamente <<mh, di fan ossessionate per ora non ne ho... di fighe si>> sorrise facendo formare una piccola e quasi impercettibile fossetta sulla guancia <<puoi togliere pure fighe, non credo che Ila sia tua fan>> intervenne Manuel portando un braccio dietro la mia sedia <<seriamente vai dentro a lei? Manuel tu eri il più simpatico del gruppo, così mi perdi punti>> fece una faccia come se fosse realmente dispiaciuto di ciò e tutti sbuffarono <<dai, magari Loca in allenamento ti rompe una tibia e rende tutti felici>> questa volta a parlare fu Ale <<mi state sul cazzo ma almeno so che gioca a basket... e pure male>> sghignazzò <<ah non s'è ancora sparsa la notizia? È stato preso nel Milan per la prima squadra>> continuò sempre Alessio in difesa del suo amico. E pensare che fino a un'ora prima lo stava praticamente uccidendo con lo sguardo per la scelta del "cambio sport". Davide spalancò la mascella per lo stupore e non potei trattenere una risata per la sua faccia parecchio shockata <<mh, okay>> disse diventando improvvisamente serio e ricomponendosi <<allora ci vediamo agli allenamenti>> aggiunse prima di girare i tacchi e uscire dal locale senza prendere niente <<se la tira troppo>> affermò Manu e tutti annuimmo dandogli ragione.
Dopo diverse dozzine di minuti perse in chiacchiere ognuno tornò a casa sua e il ricciolo si offrì volontario per accompagnarmi a casa <<sei davvero brava a basket, complimenti>> mi guardò negli occhi per dimostrarmi che quelle parole erano sincere <<grazie>> risposi semplicemente concentrandomi un paio di secondi sul suo volto: sorriso perfetto, riccioli che ricadevano sulla fronte e gli davano un'aria troppo tenera e labbra da stupro. Fu proprio su quest'ultime che posai principalmente la mia attenzione e quando Manuel se ne accorse le aprì lentamente mordendosele. Si avvicinò a me e, capendo le sue intenzioni, mi misi in punta di piedi. Fu un bacio veloce, senza lingua <<non voglio correre troppo>> precisò quando le nostre labbra si staccarono <<comunque ora devo proprio andare, grazie per la bellissima giornata>> aggiunse mentre un'altro bacio a stampo mi venne dato in fronte <<ci vediamo domani>> risposi mentre con un sorriso da ebete in faccia entravo in casa <<chi era?>> chiese una vocina tenera, mio fratello <<un mio compagno di scuola. Tu che ci fai qui?>> sapevo che era da un suo amichetto <<ho litigato con Andrea perché mi ha strappato la figurina di El sha quindi mamma è venuta a prendermi e mi ha portato qua. Poi immaginava saresti tornata presto perciò mi ha detto che potevo stare da solo mezz'ora, se non fossi arrivata dovevo chiamarti e dirti di venire da me>> rispose con chiara delusione in viso per la sua carta ormai cestinata. Ah, lo sto crescendo bene sto bambino <<hai fatto bene a dirlo a mamma, non si rompono le cose altrui... ma perché l'ha fatto?>> gli scompigliai i capelli <<ho detto che l'Inter fa schifo e s'è arrabbiato>> disse scrollando le spalle. Risi per la sua affermazione e non potei non sentirmi fiera del mio fratellino <<Gio sei stato bravissimo. Non mettere mai in dubbio quanto faccia schifo l'Inter>> marcai le parole "schifo" ed "Inter" in modo che potessero rimanergli impresse <<più della verdura?>> domandò <<molto più della verdura>> gli risposi continuando a sorridere per il buffo momento.

Ask.fm || Davide CalabriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora