Capitolo 9

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Restai al campetto solo per altri 10 minuti perché, non avendo un pallone e soprattutto voglia di giocare, quella permanenza mi risultava parecchio noiosa. Feci la strada al contrario e, non appena misi piede dentro casa, il cellulare squillò facendo comparire sul display il nome di Manuel <<pronto?>> chiesi per formalità <<ehy sono Manuel... Io e ragazzi volevamo sapere se ti facesse piacere venire con noi a fare qualche tiro a basket. Sappiamo che giocavi quindi volevamo vederti all'opera>> disse ma prima che potessi rispondere un'altra voce cominciò a parlare <<Manuel è un pezzo di merda... ci ha abbandonato per Calabria pensa te>> cercai di riconoscere la voce ed ebbi la conferma di chi fosse quando fu Manu a riprendere la parola <<lascia stare Alessio, ti spiego tutto di persona>> aggiunse lui in sua difesa <<dove ci troviamo?>> domandai <<scendi fra tipo... ora>> rispose e, subito dopo, il campanello suonò. Buttai giù e mi affrettai a scendere ma non prima di aver preso lo zaino con dentro la divisa da basket. Era un regalo di papà, la avevo da ormai due anni eppure mi stava ancora. Certo, i pantaloni erano un po' stretti in vita, ma quella parte si copriva con la maglietta che, all'epoca, era lunga ed ora, invece, è proprio della mia taglia.
Scesi velocemente le scale e mi ritrovai subito avvolta dalla braccia di Marco <<ehy>> esclamai sorridendogli <<a me non saluti?>> domandò Manuel <<non te lo meriti>> rispose Alessio al mio posto <<ma cosa ha fatto?>> la curiosità mi stava divorando <<il signor Locatelli ha deciso di lasciare la squadra di basket e Galliani non aspettava altro>> mi spiegò Ale <<scusa se preferisco giocare a calcio che marcire in panchina in uno sport in cui faccio schifo... lo sappiamo tutti che son venuto solo per stare con voi>> si difese il ragazzo preso in causa <<quando ci hai visto al campetto stavano cercando di insegnarmi qualche mossa da pivot... mi piace guardare il basket ma giocarlo è tutta un'altra storia>> aggiunse tenendo lo sguardo fisso sul mio. Annuii perché non aveva tutti i torti: puoi essere esperto dal punto di vista tecnico, poi però puoi essere la persona più scarsa su questo mondo <<secondo me ha fatto bene... voglio dire: se con il calcio può dimostrare il suo effettivo valore, ben venga>> lo vidi sorridere timidamente e non potei non trovarlo adorabile. Nessuno rispose, Alessio sbuffò ma non disse niente sapendo di essere dalla parte del torto.
Ci avviammo verso il campetto e, appena arrivammo, rimasi di sasso nello scoprire che si trattava di una palestra e non di uno esterno <<è possibile entrare in palestra per giocare alla cazzo?>> mi stavo guardando intorno con meraviglia: il parquet sembrava nuovo, le retine perfette, i palloni arancio acceso sparsi per tutto il campo <<no, ma se il proprietario è il papà di Loca si>> rise Marco <<motivo in più per il quale ho provato il basket>> aggiunse Manuel lanciando un'occhiataccia al suo compagno.
Avvisai tutti del mio bisogno di cambiarmi così Manuel si offrì volontario di farmi strada fino agli spogliatoi <<prima di trasferirti in che squadra giocavi?>> chiese interrompendo il silenzio che s'era creato dopo la sua proposta di accompagnarmi <<reyer... è la squadra più conosciuta nel Veneto essendo l'unica che ha la prima squadra in serie A... sia quella maschile sua la femminile oltretutto>> risposi ripensando alla prima volta con quella maglia addosso <<com'era? Cioè... era tosta o robe così?>> non sapeva come esprimersi ma la domanda mi risultò chiara e la risposta mi venne spontanea essendo abituata a riceverne di uguali <<in realtà si. Fin dalle giovanili fanno selezioni e se non sei considerato all'altezza ti scartano senza problemi. Io me la cavavo e per i primi due anni non ho avuto problemi, il terzo ho direttamente evitato di provarci perché sapevo che mi avrebbero buttato fuori e le ragazze rimaste mi stavano altamente sul cazzo... è lì che ho iniziato con il freestyle nel calcio... ho sempre sognato di imitare Mastour così ho iniziato a guardare video su video, a passare ore in giardino con il pallone, a riprovarci ogni volta e, soprattutto, a bestemmiare quando c'ero quasi ma non riuscivo completamente a fare qualche trick>> sorrise <<ti faccio raccomandare da mio papà per la squadra femminile visto che ti devo un favore essendo riuscita a far tacere Calabria>> disse lui e questa volta a ridere fui io <<ma tua padre è allenatore o che? Se fosse proprietario sicuramente lo conoscerai e saprei chi tu sia>> conoscevo a memoria il nome dei figli dei proprietari di società cestistiche e ne conoscevo pure abbastanza di persona <<in realtà mio padre non è nessuno, se così si può definire una persona non famosa. Però ama molto questo sport e, allenando oltre che lavorando, ha deciso di comprare una palestra dov'è possibile giocare. Poi parlando con il preside si son messi d'accordo nel farla utilizzare per le partite della scuola. Comunque insegna basket nelle U18 dell'Emporio Armani Milano>> disse con non curanza. Sbarrai letteralmente gli occhi <<e lo dici come fosse niente?>> domandai ancora abbastanza sorpresa <<beh sono abituato a vederlo allenare là quindi mi pare una cosa abbastanza normale... Comunque meglio che ti cambi in tre secondi perché Ale mi sta fulmimando con lo sguardo>> si grattò la nuca spostandosi i ricci biondi all'indietro <<faccio veloce, non ti preoccupare. Sono abituata a cambiarmi con i ragazzi arbitrando spesso con loro, devo esser veloce se voglio evitare occhiate di troppo>> rise leggermente e mi chiuse la porta lasciandomi così cambiare.

Ask.fm || Davide CalabriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora