Suonò la campanella, segnale, per gli studenti, che potevano riavere la loro libertà.
Finì così l' "ultimo-primo" giorno di scuola. Rosa faceva già il contonalla rovescia per gli esami, e poi l'estate.
Lasciò uscire tutti i suoi compagni dalla classe, come aveva sempre fatto per cinque anni, guardando dalla finestra tutte quelle teste che si spostavano veloci, come se stessero correndo via da un mostro cattivo.
Si girò, pensando di essere rimasta sola.
Si sbagliava.
Trovò quel ragazzo angelico che la guardava.
"Come mai non esci insieme agli altri?" chiese Luca.
"Non mi piace la calca, preferisco aspettare che la scuola sia vuota. E tu?" Chiese curiosa.
Luca ci pensò un attimo. Perché era rimasto a guardarla?
"Non lo so" rispose incerto.
Rosa lo squadrò, come se stesse cercando di entrargli nella testa. C'era qualcosa in lui che la affascinava, e non poco.
"Ti va di pranzare con me?" Disse Luca tutto d'un fiato, per eompere il silenzio. Poi, imbarazzato, aggiunse "Sai, sono appena arrivato, non conosco nessuno, mi piacerebbe fare amicizia"
Rosa pensòche mai nessuno le aveva chiesto di pranzare insieme.
"Va bene, dove vuoi andare?" Gli chiese.
"Ti fidi di me?" Luca le porse la mano, incrociando le dita dell'altra perché gli dicesse di si. Voleva stupirla. Ma non conosceva il vero motivo di questo desiderio.
Rosa sorrise, prese la sua mano, e si fece trascinare via.
Arrivarono davanti ad un'auto nera, luca le aprìlo sportello e poi si sedette dal lato del conducente. Fece partire la musica. Le note di "thinking out loud" si diffusero nell'auto. Rosa si fece trasportare dalle stesse, tra i suoi ricordi.
Erano arrivati davanti ad un Mc. Avrebbe docuto sorprenderla? Un fast food?
Guardò Luca dubbiosa.
"Aspettami qui" disse lui, sorridendo.
Decise di fidarsi.
Dopo 5 minuti, Luca tornò con delle grandi buste.
"Devo bendarti" disse lui, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Rosa lo guardò fisso negli occhi. Sembrava l'inizio di un qualche gioco erotico. Rise al suo stesso pensiero.
Decise di fidarsi, di nuovo.
Luca la bendò, chiedendosi ancora perché faceva tutto ciò. Conosceva solo in suo nome, e la sua assurda capacità di disegnare divinamente. Eppure, per qualche ragione, sentiva il bisogno di sorprenderla, come se dovesse dimostrare qualcosa.
Guidò fino ad un parco, parcheggiò e la aiutò a scendere. Ancora bendata, la portò in un angolo nascosto, vicino ad una fontana abbandonata, ma dove l'erbetta continuava ad essere ben curata.
"Ancora qualche secondo" le disse
Stese un telo a terra e improvvisò delle tovagliette aprendo si sacchetti del Mc. Le tolse la benda.
Rosa era senza parole.
Non avrebbe potuto desiderare di meglio.
Vide anche una chitarra. Già si immaginava la scena da video musicale, loro due che cantavano sul prato guardandosi e sorridendosi a vicenda.
Stava divagando.
Perché tanta felicità?
"È tutto perfetto. Ma perché stai facendo tutto ciò per me?"
"Ci vuole un pranzo speciale, per una compagna di banco speciale"
Si sedettero sul telo ed iniziarono a mangiare.
Poi Rosa indicò la chitarra. "Mi suoni qualcosa?" Gli chiese.
"Solo se canti con me" le rispose Luca, sorridendo.
"Non so cantare, mi dispiace" in realtà sapeva di avere una bella voce, amava cantare, ma non lo aveva mai fatto davanti ad altre persone.
"Non ci credo finché non lo sento" le rispose Luca, che non intendeva demordere nell'ottenere quel duetto.
Alla fine Rosa cedette, titubante.
"Cosa vuoi cantare?" Chiese Luca.
"Conosci "Sweet Child o Mine"?" Chiese Rosa, speranzosa.
Luca per tutta risposta iniziò a suonare l'intro della canzone. Rosa chiuse gli occhi, finse di essere sola, ed iniziò a cantare.
Li tenne chiusi fino alla fine.
Quando li riaprì, si ritrovò davanti un Luca con gli occhi lucidi.
"Ti odio" le disse "non puoi cantare QUESTA canzone con QUESTA voce assurda. Così piango per sempre"
Rosa rise. Lo trovava davvero tenero. E bellissimo.
"Sono le 4, andiamo via? Da me non c'è nessuno, se vuoi possiamo stare lì"
Rosa accettò.
Salirono in macchina e in pochi minuti arrivarono a casa di Luca.
Presero l'ascensore. Ultimo piano. Aprì la porta di casa.
Luca le fece posare le sue cose nella sua camera. Rosa, con una naturalezza che non aveva mai avuto, si buttò sul letto, stanchissima.
Luca le si sdraiò accanto, baciandole la testa.
Restarono lì sdraiati per un paio di minuti, poi Rosa si alzò per andare in bagno.
Quando tornò in camera da Luca, gli urlò "Ma tu hai una vasca idromassaggio, cosa ci faccio ancora qui vestita?"
Solo dopo alcuni secondi si rese conto di come suonava la frase al di fuori della sua testa.---------
Here we are.
Secondo capitolo.
Spero che la storia vi stia piacendo.
Forse i capitoli sono un pò lunghi, ma quando inizio a scrivere non la smetto più.
Bye Chikas.
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White Lips, Pale Face.
FanfictionQuelle dita, quelle santissime dita, avrebbe voluto toccassero il suo corpo come toccavano le corde della chitarra. La storia di Rosa, una ragazza fuori dagli schemi, e Luca, che rimise in ordine un tassello della vita di questa ragazza.