Lo abbracciò. "Ne parliamo domani" gli sussurrò all'orecchio e si rigirò verso Luca, dandogli un lieve bacio sulle labbra, come per dire,anche se lui era ignaro di tutto, A me piaci solo tu.
La mattina seguente, l'aria era carica di tensione. Rosa voleva parlare con Brian. L'aveva fatto perché era ubriaco o perché lo voleva davvero?
Fece il caffè a tutti, e si sedettero nel tavolo della cucina a fare colazione.
Brian ogni tanto alzava gli occhi furtivamente per guardarla. Avrebbe voluto ricreare quello scambio di sguardi.
Rosa, invece, voleva evitarlo assolutamente.
Se ne andarono tutti, tranne Luca. Andarono a scuola con la sua macchina.
Avrebbe dovuto portare una giustificazione, così come Luca. Ma quella mattina non aveva voglia di falsificare una firma. Non che sua madre non sapesse che aveva passato le ultime due mattine a casa, ma al solito la vedeva per 5 minuti e sicuramente la giustificazione per la scuola era l'ultimo dei suoi pensieri.Entrarono in classe e si misero nei loro banchi vicini.
La prof, chiamò l'appello, e si accorse che i due erano finalmente presenti.
"È un caso che voi due vi siate assentati negli stessi giorni?" Chiese la prof, con quella voce irritante.
"Penso che non siano affari suoi, questi" rispose Rosa, scocciata. Cosa importava alla prof se non erano andati a scuola perché insieme o se era un puro caso?
"Ah si? Bhe, signorina -odiava quando la chiamava così- saranno affari tuoi quando chiamerò i tuoi genitori e ti metteranno in punizione" cercò di spaventarla lei.
Rosa sbuffò una risata "Bhe, chiami pure. Se riesce a contattare mio padre me lo dica, io non ci riesco da diversi anni. Ah, quanto a mia madre, la troverà di intorno alle 5 di mattina, se ha fortuna, durante il resto della giornata è praticamente irreperibile" finse un sorriso cordiale.
La professoressa sembrò dovesse ingoiare qualcosa di troppo grande e duro, tanto era paonazza in viso. Aveva capito di aver toccato un tasto dolente, e l'alunna l'aveva svergognata davanti a tutta la classe. E cosa fanno i prof quando sbagliano? Ovviamente, rimproverano ancor di più l'alunno. "Signorina, vada immediatamente dalla preside" urlò lei.
"Esattamente, per quale motivo?" Chiese con tono sarcastico.
"Per...per..." ovviamente non trovò nessuna ragione accettabile per mandarla dalla preside, quindi si sentì in dovere di urlare più forte "Vai dalla preside e basta!"
Rosa uscì ridendo e sbattendo la porta. Ora si che aveva dato un buon motivo a quella povera pazza.
Entrò nell'ufficio della preside, dove era stata tante altre volte, sempre per i battibecchi con la stessa prof.
La preside, una bella donna sui 40, vestita sempre in modo impeccabilmente elegante, che le ricordava un pò sua madre nell'aspetto, ma sicuramebte non nel carattere, alzò la testa.Vedendo di chi si trattava, poggiò la penna che stava usando per compilare dei moduli sulla scrivania.
"Signorina?" Chiese, con la voce leggermente stridula ad imitare quella della professoressa.
"Esatto" rispose Rosa, arrendevole.
"Lo sai com'è fatta Rosa - si sedette sulla spessa scrivania nera, facendo cenno alla ragazza di accomodarsi sulla poltroncina del medesimo colore- perché ti ostini a risponderle?" Chiese la preside. Era una donna fantastica.
Rosa le raccontò l'ennesimo episodio di lite con la prof.
"Potrei scrivere un libro su tutti i vostri battibecchi" scherzò la donna poi aggiunse "questa volta non posso accettare il suo atteggiamento. Passi la volta in cui ti ha mandato qui perché stavi bevendo, atteggiamento inammissibile durante la mia ora- imitò nuovamente la voce della prof - passi la volta in cui ti ha mandata qui perché hai guardato l'orario, la signorina è stanca di sentirmi parlare di Cicerone?, ma non può mandarti qui anche se è lei a sbagliare." Concluse esasperata.Intanto la professoressa stava per interrogare. Chiamò Rosa, tanto per cambiare
"È dalla preside" gli fecere notare gli alunni.
"Quella scansa fatiche! Ora le faccio vedere io!" Esclamò.
"Ma l'avete mandata voi in presidenza" osservò Luca.
"Ed ora ci mando anche te. Anzi, vengo anche io, così tiro per le orecchie la signorina" si alzò dalla sedia, facendo uscire prima Luca, e andandogli dietro fino alla presidenza."Signora preside, buongiorno" disse la professoressa, con la peggior voce da lecchina. "Mi dispiace disturbarla con questi inconvenienti, se solo fossero più educati! Eccone un'altro, il suo compagnetto" disse indicando Luca.
"Cos'è successo?" Chiese la preside.
La prof fece per parlare, e lei aggiunse "...Luca". La prof richiuse la bocca, mentre Luca raccontava la ridicola discussione.
"Mi sa che c'è un grave problema" dissela preside.
"Esattamente, questi giovani d'oggi non sanno più cos'è l'educazione!" esclamò la prof.
"No, il problema è che ho una classe scoperta per quest'ora. Non hanno più una prof di latino." Ironizzò la preside, facendo accendere gli sguardi dei ragazzi, che avevano capito cosa stava per succedere.
Ovviamente la prof, tarda com'era, non aveva colto la frecciatina.
"E chi sarebbe questa collega. Scommetto quella fallita della Tropini. Non fa mai nulla!" Disse, pensando di aprire un dibattito di pettegolezzi da bar.
"No, è la prof di questi due poveri ragazzi. Una pazza!" Disse la preside, con sarcasmo. Poteva essere una persona così stupida?
"Non capisco" si irrigidì la professoressa.
"È licenziata. È la negazione dell'insegnamento, ed io non la vogliool nella mia scuola. Addio." La congedò."Ragazzi, vi do i vostri cinque minuti di gloria per tornare in classe e dare la notizia ai conpagni. Tra un pò manderò un supplente" gli sorrise.
Rosa e Luca tornarono in classe, raccontando tutto ai compagni. Più che altro fu Luca a parlare, lei non aveva mai legato con loro in cinque anni. Forse era l'ocasione giusta per iniziare ad integrarsi. Si mise anche lei nel discorso, parlando in mezzo alla cerchia che si era formata.
Entrò la preside.
"Buongiorno. Immagino sappiate già cosa è successo, ed immagino possiate essere entusiasti, m vi invito a sedervi e stare in ordine. A quanto pare, sostituirò io la vostra professoressa per un pò."
Ci fu uno scambio di sguardi generale, accompagnato da sorrisi che andavano da un orecchio all'altro.
Como potete immaginare , io ho un approccio diverso alla materia rispetto alla vostra ex prof. Per domani voglio che facciate una ricerca di coppia con il vostro compagno di banco. Cercate un'opera latina che vi piace tra gli autori del quinto anno e domani la leggerete davanti agli altri, spiegando perché l'avete scelta e il significato. Sarà un buon modo per iniziare ad approcciarci ai classici senza che vi scenda l'abbiocco" sorrise.Rosa era felice di dover studiare con Luca, anche se il latino non le era mai piaciuto.
Le altre ore furono monotone. Arrivò la fine delle lezioni e Rosa e Luca andarono a casa di lui, per fare la ricerca. Alla fine scelsero la favola di Amore e Psiche.
Finito di studiare, si sdraiarono nel letto, e Luca iniziò a suonare un pò la chitarra, canticchiando. La sua voce d'angelo entrava nel cuore di Rosa, passando attraverso le vene, i capillari, ricopriva ogni singolo centomentro di brividi.La porta di casa si chiuse bruscamente. Era la madre di Luca che parlava con qualcuno al telefono. Rosa non l'aveva ancora incontrata, era un pò in ansia.
"Ti ho detto che non voglio vederti!" Sentivano urlare "No, non ti voglio. Lasciami in pace."Entrò nella stanza, impagnata a chiudere la chiamata, senza rendersi subito conto della presenza di Rosa. La scrutò per un pò, poi richiuse la porta, senza neanche salutare. Luca capì. Sbuffò e la seguì. Rosa era confusa.
"Mamma" la chiamò lui.
"Smettila di portare troiette in casa mia! Sono stanca, inizia a fare il ragazzo serio e-" Luca la interruppe "Mà, è la mia compagna di banco. Stavamo facendo una ricerca per un compito di latino. E per la cronaca, non è una troietta, è una ragazza seria e sopratutto mi piace da matti. Quindi smettila di urlare e scusati con lei" disse Luca a voce troppo alta, tanto che Rosa lo sentì.Mi piace da matti. Si ripeteva.
Sorrise inconsiamente.
La porta si riaprì, e spuntò la donna, con un sorriso sincero sul volto e la mano tesa verso Rosa.
"Scusami se non mi sono presentata prima, pensavo...niente, molto piacere!"
"Piacere mio, sono Rosa" sorrise di ricambio.
"Devi piacere molto a mio figlio, se ha accettato di studiare latino per stare con te" rise la donna.
"Mamma!" Esclamò Luca.
La donna uscì dalla stanza ridendo sotto i baffi.
"Ti piaccio da matti?" Chiese Rosa, una volta che furono di nuovo soli.
"Di più" sussurrò Luca sulle sue labbra, stendendosi su di lei.SPAZIO AUTRICE _
HELLO UNICORNS! ♡
Ecco il secondo aggiornamento del giorno.
Super lungo. Ve lo avevo promesso.
È un pò un capitolo di transito, ma molte cose saranno utili per il successivo.Lasciate una stellin pls. ☆
Vi mando un grande abbraccio.
Bye Chikas ♡Ps: le foto di Luca su Snapchat sono la vita.
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White Lips, Pale Face.
FanfictionQuelle dita, quelle santissime dita, avrebbe voluto toccassero il suo corpo come toccavano le corde della chitarra. La storia di Rosa, una ragazza fuori dagli schemi, e Luca, che rimise in ordine un tassello della vita di questa ragazza.