Era la porta di casa.
Rimasero in silenzio, per sentire dove si dirigevano i passi.
Sicuramdnte indossava i tacchi.
Quale ladro li avrebbe mai messi?
"Mia madre" sbuffò Rosa.
"Ah, allora esiste" disse Luca
"Purtroppo" rispose Rosa.
La porta della stanza si aprì.
Una donna dai lunghi capelli rossi stava sulla porta, con un vestito stretto ed elegante, che le arrivava fin a metà polpaccio, sottolineava perfettamente le forme di quel corpo magro e slanciato.
"Ah, finalmente fai qualcosa di interessante, vedo" disse, scrutando i presenti, soffermandosi di più su Luca.
"Ciao anche a te, Monica" disse Rosa, chimandola per nome, rifiutando di appellarla "mamma".
"Non essere così dura, tesoro. Non vieni a salutare la tua mamma?" Disse, allargando le braccia.
Rosa sbuffò, scese dal letto andò verso su madre, permettendo agli altri di avere una perfetta visuale del suonsedere, dato che era ancora in intimo.
"Ti sta bene, cara" disse la madre, scrutandola dall'alto in basso.
"Certo, se perdessi un pò di kili ti starebbe meglio" aggiunse poi, perché non era ancora stata stronza.
"Buonanotte" sorrise falsamebte Rosa, chiudendo la porta a chiave.
"Che tipo tua madre!" Esclamò Michele.
"Mi ha mangiato con gli occhi quasi" disse Luca, ancora turbato.
"Aveva un outfit DIVINO , peccato sia una stronza" disse Lea, enfatizzando la parola "divino".
"Non la vedevo da una settimana, avrà fatto qualche vacanza con un suo spasimante" ammise Rosa.
"E a te sta bene?" Chiese Lea.
"Non m'importa più" rispose Rosa, sorridendole.
"Dormiamo, sù" aggiunse poi, stringendosi forte a Luca.
Anche Lea si avvinghiò a Michele, dandogli un bacio sul collo, per poi addorme tarsi.La mattina seguente si svegliarono con il mal di testa post-bevuta. Rosa mise la felpona di Luca addosso ed andò in cucina a preparare il caffè. Recuperò i vestiti di Lea e Michele, che erano ancora sul pavimento della terrazza,e glie li portò.
Tutti e quattro andarono in cucina a fare colazione.
Arrivo Monica, in tutto il suo splendore già alle 9 di mattina.
"Buongiorno cari" disse, con troppe euforia.
I quattro biascicarono un buongiorno.
"Mi sa che qualcuno ha bevuto ieri sera - rise - ma non mi avete lascisto neanche una lattina di birra" incrociò le braccia, fingendosi arrabbiata.
I quattro si scambiarono delle occhiate, senza proferire parola.
"Cos'è questo mortorio?! Su dai, andate a prepararvi che usciamo."
Andarono a sistemarsi.
"Io torno a casa Rosa, okay?" Disse Michele.
"Va bene, ci sentiamo" lo abbracciò Rosa.
"Vado anche io" disse Luca, baciandola.
"Ci vediamo più tardi" e ricambiò il bacio.Rosa e Lea si truccarono, dopo essersi lavate, e tornarono da Monica.
"Siete bellissime ragazze" e mise una mano sulla bocca, fingendo stupore.
"Andiamo, vi porto a fare shopping, prendete ciò che volete!"
Faceva sempre cosi. Cercava di ricompensare l'amore materno con una carta di credito strabordante di soldi.
Lea sembrava entusiasta all'idea, io un pò meno. Ma sarebbe stato un modo per passare del tempo con la mia nuova amica.Andammo in centro, dove gli uomini fissavano mia madre, quando lei passava, col suo vestito stretto ed i tacchi. Era sempre impeccabile e bellissima.
Quando non riuscimmo più a tenere le buste nella mani, decisero di tornare a casa.
"Grazie mille!" Gridò Lea per la centesima volta a Monica.
"Ma è una sciocchezza tesoro. Vuoi rimanere qui per pranzo?" La invitò lei.
"In realtà avevo già invitato Rosa da me, se non le dispiace" mentì Lea, per salvare Rosa da quella casa.
"No no, fate pure. E non mi dare più del Lei che mi sento vecchia!" Scherzò Monica.Presero le loro cose e andarono verso casa di Lea.
"Mi sentirò sempre in debito nei tuoi confronti" ammise Lea, sollevando le diverse buste che aveva nelle mani.
"Non devi, è stata opera di Monica, fa sempre così. Almeno è utile in qualcosa" la rassicurò Rosa, mettendole un braccio sulla spalla.Un tizio gli fischio dietro, mentre lo superavano con non curanza.
"Guarda quelle" disse al ragazzo accanto a lui.
Le superarono, per poi mettersi davanti a loro.
"Molto piacere" ghignò uno, inchiandosi.
Le due ragazze si guardarono e li superarono, senza rispondere.
I due le tirarono per un polso.
"Non vi anno insegnato l'educazione?" Disse sempre lo stesso ragazzo.
"Mollami" disse Lea.
Il ragazzo che stringeva il polso di Rosa non parlava, ma la guardava attentamente. Le sembrava triste, come se fosse costretto a fare certe cose. Come se fosse mogliore di quell'idiota che tratteneva Lea, stringendo sempre più la presa.
Il ragazzo mollo il polso di Rosa, la quale lo ringraziò con lo sguardo e diede un calcio nelle parti intime all'altro, che mollò Lea così che le due iniziarono a correre per scappare. Lui le guardò male, ma mai quanto fece con quel ragazzo dagli occhi tristi che lo accompagnava. "Perché l'hai mollata, coglione?"
"Mi fai schifo" sputò lui. Capì che lo stava per colpire, ed iniziò a correre nella direzione delle ragazze, inseguito dall'altro, ancora dolorante. Le vide ferme aulle scale di un portone. Gli fece cenno di aprire, mentre le raggiungeva correndo.
Le due lo fecero, entrando dentro e aspettando con la porta aperta il ragazzo che ormai era sensa fiato. Chiusero forte la porta, prima che l'altro arrivvasse.
"Vieni sopra, ti do un bicchiere d'acqua" disse Lea, alla quale Rosa aveva spiegato cosa era successo mentre leinsi dimenava.
"Grazie" sussurrò lui, senza fiato.
Entrarono nell'appartamento di Lea, ed andarono in cucina.
"Piacere, io sono Brian" di presentò, appena si riprese.
"Io sono Lea"
"Rosa, piacere, e grazie. Ma che ci facevi con quello?"
"È da anni che ci conosciamo. Ultimamente ha iniziato a fare cazzate. Ma oggi, nell'istante in cui mi hai guardato negli occhi, ho capito che io sono migliore quando non sto con lui. Quindi grazie a te" sorrise.
"Controllo che non sia ancora sotto di Lea" sporgendosi dalla finestra per controllare, non c'era nessuno. "Direi che è andato via. Ti sono debitrice, mi hai risparmiato una bella scocciatura con quel tipo, posso invitarti a mangiare qui?" Lo invitò Lea.
"Figurati, non voglio essere d'impaccio. Grazie lo stesso" disse lui, e fece per alzarsi.
"Sushi per tre, allora!" Esclamò Lea, come se non avesse sentito il suo rifiuto.
Rosa scambiò uno sguardo divertito e rassegnato con Brian.Dopo pranzo, lui se ne andò.
Dopo un pò uscirono anche loro per raggiungere i ragazzi ad un bar lì vicino.
Mentre si incamminavano, qualcosa attirò la loro attenzione.
"Oh mio Dio" urlò Lea preoccupata e spaventata, accasciandosi a terra, vicino al corpo che stava steso inerme.SPAZIO AUTRICE_
HELLO UNICORNS! ♡
Piano Piano inizio ad aggiungere altri youtubers nella storia, pur restando fedele al fulcro inziale Luca-Rosa.
Lasciate qualche commento e una stellina ☆
Per voi è solo una leggera flessione del pollice, per me significa tanto!AGGIORNERÒ APPENA LA STORIA AVRÀ 215 VISUALIZZAZIONI. ❤🌼
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White Lips, Pale Face.
FanfictionQuelle dita, quelle santissime dita, avrebbe voluto toccassero il suo corpo come toccavano le corde della chitarra. La storia di Rosa, una ragazza fuori dagli schemi, e Luca, che rimise in ordine un tassello della vita di questa ragazza.