"Perché era così geloso? Non stavano mica insieme, no?"
Tra una chiaccherata e l'altra, Michele si rese conto che era ora di andare via.
Nel tragitto fino a casa, si ritrovò a pensare a Rosa. C'era qualcosa di strano in lei. Strano, ma bellissimo. Eppure aveva qualcosa di familiare. Quei grandi occhi verdi. Li aveva già guardati. Era stato già gardato, da loro. Più si allontanava da quella ragazza, più si sentiva vuoto. Gli aveva regalato un sorriso in una giornata cupa, di una settimana cupa, di una vita cupa.
Arrivò a casa.
Che poi, si chiese, "casa" è un luogo o una persona?
La sua testa era affollata di pensieri su Rosa. Chi era? Perché gli sembrava così familiare?Intanto, pensieri analoghi erano nella mente di Rosa. Il sorriso di Michele, non era un sorriso qualunque, gli ricordava qualcosa di belle in un'infansia che avrebbe voluto cancellare, eliminare, dalla sua memoria.
Dove lo aveva già visto?
Era così tanto concentrata nell'uscire da quell'enigma che non si rese conto che il suo telefono aveva iniziatona vibrare e poi smesso per due volte.
*Due chiamate perse: Luca ♡"
Le foto!
Prese un album di foto di quando era piccola. C'erano poche foto, dalla sua nascita fino ai 12 anni. Sua madre non aveva mai avuto troppo tempo per lei, foguriamoci per fare delle foto, ancor meno quando Rosa iniziò la scuola media.
Iniziò a sfogliare le pagine, avrebbe trovato la risposta, lo sapeva.
Intanto il telefono continuava a vibrare, continuava ad essere ignorato da lei.
*Tre chiamate perse: Luca ♡*La vide. La foto che avrebbe risposto alle loro domande. Due bambini sui 5 anni, che si tenevano per mano, sorridendosi a vicenda. Era lui, era quel sorriso, il sorriso di Michele.
Finalmente ricordò.
Era un giorno d'estate, lei era dai suoi nonni, e giocava ogni pomeriggio con il bambino che stava nella villetta accanto, anche lui in visita dai nonni.
Quel pomeriggio era particolarmente afoso, e per sconfiggere il caldo avevano deciso di stare nella piscinetta in cortile.
Poi, quando arrivò l'ora di pranzo, Michele uscì dalla piscina, seguito da Rosa, che inciampò cadendo in modo buffo sull'erbetta. Mentre le dava la mano per alzarsi, ridevano come matti.
Fu quell'istante ad essere immortalato dalla nonna di Rosa.
Il loro ultimo istante, aveva pensando, quando dopo quella mattina, dopo che Michele andò a pranzare, non lo vide più.Ed ora eccolo.
Sotto casa sua, su una panchina, la panchina di Rosa.
Forse è vero, due anime che si sono volute bene, sono destinate a riincontrarsi prima o poi.Doveva far vedere quella foto a Michele.
Cercò il telefono, e sbloccando il telefono vide *Quattro chiamate perse: Luca ♡*
In quel momento sentì suonare alla porta.
Aprendo, si ritrovò Luca d'avanti.
"Mi pieghi perché non mi hai risposto al telefono per ore?" Chiese lui, lasciando trasparire un sottile panico, nelle sue parole.
"Avevo da fare" rispose Rosa, leggermente irritata. Perché si comportava così?
"Con il tuo AMICO?" Chiese Luca, soffermandosi in modo sarcastico sull'ultima parola.
"No, sono sola" rispose lei, cupa. Era sempre sola, pensò.
Luca si sentì in colpa. Cosa gli prendeva?
"Possiamo sederci un attimo?" Chiese lui, addolcendo il suo tonondi voce.
"Certo" e lo fece entrare nella sua camera.
"Mi dispiace -iniziò lui- mi dispiace. Non vorrei comportarmi così, ma lo faccio. È solo che.." si interruppe. Appoggiò i gomiti sulle ginocchia e infossò il viso tra le mani. Come spiegare a parole, certe cose?
Rosa lo guardava interrogativa, ma non disse nulla, voleva lasciargli il suo tempo perché si esprimesse come meglio credesse.
"È solo che -sollevò il viso, aveva gli occhi lucidi - che nel momento in cui incontri una ragazza, dopo decine e decine, che con un solo sguardo ti fa perdere la testa, bhe, non te la lasci sfuggire. Allora, appena mi hai detto di essere a casa con Michele, ho pensato di averti persa. Non ti volevo condividere. Ma in realtà tu non sei meanche mia. Sei di chi vuoi. Cosa sto dicendo Rosa? Mi fai perdere la tes.." non finì la frase perché Rosa aveva fatto scontrare le loro labbra violentemente. Luca sgranò gli occhi, sorpreso, poi li socchiuse per godersi quel bacio inaspettato.
Quando si staccarono, si guardarono per qualche secondo.
Poi Rosa lo rassicurò "Tranquillo, ho capito". Gli sorrise.
"Rosa, noi cosa siamo?"
"Non lo so. Mi hai fatto provare troppe cose in pochissimo tempo. Non voglio che sia tutto prematuro. Ma neanche aspettare, che poi aspettare cosa? Aspettare, perché? Non lo so. Devo conoscerti meglio. Non lo so. Come posso sapere che non mi staccerai a brandelli un cuore che sta insieme per miracolo?"
Luca la guardò intensamente.
"Non posso dirti di essere perfetto. Ho i miei difetti, come tu hai i tuoi. Ma dovremmo imparare ad amarli reciprocamente, no?
Rosa, a me piaci, ed aspetterò.
Non sarò perfetto, ma dai tempo al tempo"÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷÷
Hi guys!
Iniziate a crescere, ed io vi abbraccio uno ad uno, da lontano.
Unicorn's hugs ♡♡
Non siate timidi, COMMENTATE. Voglio sapere cosa ne pensate!
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, se si lasciate una stellina, che mi fate tanto contenta.
Ci si vede domani!
Bye Chikas.PS: possiamo soffermarci un attimo su quanto sia figo Luca in questa foto?😍
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White Lips, Pale Face.
FanfictionQuelle dita, quelle santissime dita, avrebbe voluto toccassero il suo corpo come toccavano le corde della chitarra. La storia di Rosa, una ragazza fuori dagli schemi, e Luca, che rimise in ordine un tassello della vita di questa ragazza.