Una volta arrivati in classe, si sedettero ai loro posti.
Mancava ancora qualche minuto all'inizio della lezione.
Luca teneva il pugno stretto, come se avesse paura che qualcosa gli sfuggisse via: delle parole amare, una persona."Sei geloso" sentenziò Rosa.
"No, perché dovrei?" Disse Luca, freddo.
"Non lo so, eppure lo sei. Ho visto come mi guardavi, come CI guardavi" ammise Rosa
"Ti sbagli" replicò Luca, sempre più freddo e assente.
"E perché, allora, mi stai rispondendo così freddo e la tua mano è tanto rossa che sembra stia per scoppiare?" Chiese Rosa, ironica.
"Perché ho altri problemi, non sei il centro attorno al quale gravito!" Esclamò Luca.Rosa sbattè le palpebre velocemente, stupita. Cosa stava prendendo a quel ragazzo?
La campanella suonò.
Per cinque ore finsero di ignorarsi, quando invece si spiavano velocemente a vicenda.
Ad un tratto a Rosa arrivò un messaggio
*Ehi, io sto per partire! Ma se accetti il mio invito per venire a casa mia, mi fermo ancora due orette e ti vengo a prendere a scuola!*
Ancora Jaser? Si chiese Luca, che stava sbirciando il telefono.*Tu torna a casa e mandami l'indirizzo, farò in modo di venire pomeriggio, promesso!* fu la risposta di Rosa.
Qualcosa premeva forte sullo stomaco di Luca. Non voleva che Rosa andasse da quel ragazzo. Nessuno chiederebbe ad una ragazza di andare da lui se non per...
No, non poteva pensare a lei con un altro ragazzo.Anche l'ultima campanella suonò, e Luca prese il telefono d'istinto. Cercò il numero di Jaser e, senza sapere cosa gli avrebbe detto, lo chiamò.
*Pronto, Luca?* rispose Jaser.
*Ehi! Tutto okay con la macchina?* finse una voce allegra e rilassata.
*Sisi! Grazie di tutto!* Rispose, felice.
*Senti, volevo andare un pò via dalla città. Posso passare da te per salutarti e per un caffè? Poi faccio un giro da solo nei dintorni. Mi serve un pò di silenzio ed aria fresca* finse una risata.
*Si, certo! Ehm, vieni ora? Più tardi forse ho un impegno* non parlò di Rosa. A quanto pare non aveva detto nulla a Luca, e non voleva metterla nei casini con lui.Quell'omissione, però, venne letta in modo totalmente diverso da Luca. Stava per esplodere, ma doveva restare calmo.
*Si, parto subito. Un'oretta e dovrei essere da te. Mi mandi l'indirizzo?* chiese Luca.
*Certo, te lo mando subito.*Jaser mandò a Luca l'indirizzo su whatsapp.
Lui mise il telefono sul cruscotto e lo usò come navigatore.
Dopo poco più di un'ora, trovò la casa di Jaser.
Suonò, e in pochi secondi Jaser gli aprì la porta.
Quest'ultimo si ritrovò spiazzato a vedere la faccia di Luca, tutt'altro che felice. Lo guardava con odio. Era tutta una farsa."Luca, tutto okay?" Chiese, titubante.
"No, nom è tutto okay" ribattè Luca.
"Posso aiutarti?" Chiese Jaser, con un accenno di sorriso, ironico.
"Si. Si, puoi. Devi sparire" affermò Luca.
"Scusa?" Chiese Jaser, strabuzzando gli occhi.
"Devi sparire. Non cercare più Rosa. Perché l'hai invitata qui da te?" Sentiva la rabbia crescere dentro di se.
"Volevo ricambiare l'ospitalità. Si sta bene qui, c'è il verde, gli alberi. Voglio farle fare un giro." Spiegò Jaser, tranquillo.
"Poi magari fate un bel picnic, e tra una risata e l'altra trovi il modo di portartela a letto!" Esclamò Luca.
Forse non era geloso di Jaser, aveva solo paura che apparisse migliore di lui agli occhi di Rosa."Stai delirando" affermò Jaser, sbuffando una risata.
"Allora perché al telefono mi hai detto ho un impegno e non viene Rosa da me?"
"Avevo pensato che lei non te l'avesse detto, non volevo mettermi tra voi due. Per queste cazzate le coppie litigano pesantemente. Esperienze." Disse Jaser.
"Noi non siamo una coppia. E no, non me l'aveva detto." Disse Luca, ancora arrabbiato, forse solo con se stesso.
"Allora, esattamente, cosa vuoi?" Incalzò Jaser.Cosa voleva? Rosa, senza dubbio. Tutta per se. Si sentiva così egoista.
"Non ti mettere in mezzo" sentenziò Luca, prima di girare i tacchi e salire in macchina.
Intanto Rosa si stava sistemando per partire. Voleva fargli una sorpresa.
*Jeser, non so se riesco a venire. Intanto mandami la posizione su whatsapp. Ti faccio sapere!* gli scrisse.*Okay, ma cerca di venire in tutti i modi! Ho già un programmino per noi!* rispose lui.
Rosa uscì di casa con il suo zaino pieno del necessario per stare da lui.
Arrivò alla stazione giusto in tempo per prendere il primo treno. Ci avrebbe impiegato più di un'ora, ma ne valeva la pena.
Ad ogni stazione si sentiva più felice. Più vicina a lui. Forse le due cose erano legate strettamente.
Stava andando a casa di un ragazzo conosciuto il giorno prima. Stava facendo kilometri per lui. Era folle, forse.
Ma alcune persone sono legate da un filo trasparente, forse troppo corto, ed hanno bisogno di stare insieme.
I veri amici.
Ascoltò della musica, mangio qualcosa, guardò il paesaggio cambiare fuori dal finestrino.
Il tempo sembrava non passare mai.
Ma finalmente, arrivò.
Prese il cellulare, usò il navigatore per trovare casa di Jaser. Decise che ci sarebbe arrivata a piedi.
Tra una sigaretta e l'altra, dopo diversi minuti, arrivò davanti all'abitazione.Bussò.
Jaser le aprì la porta, sorpreso e felice.
La abbracciò forte.
"Pensavo non venissi!" Esclamò.
"Volevo fosse una sorpresa" rise Rosa.
"Vieni, entra!" Esclamò ancora, felice.
Si sistemarono in cucina. Era molto illuminata, e dalle finestre si poteva scorgere il verde del giardino.
"Allora, parlami di questi piani che avevi riservato per il nostro pomeriggio insieme" chiese Rosa, sorridendo.
"Bhe, volevo fare un dolce! Ti va di fare una crostata con la nutella? Poi andremo un posticino che mi piace molto" propose.
Quel ragazzo era un'esplosione di gioia e positività.
"D'accordo!" Sorrise Rosa. Jaser la faceva stare decisamente meglio.
Presero la ricetta, gli ingredienti, ed iniziarono a fare la crostata.
"Sai, oggi io e Luca abbiamo litigato" ammise Rosa, un pò triste.
"Come mai?" Chiese Jaser.
"È terribilmente geloso di te." Ammise Rosa.
"Oggi è venuto qui. Mi ha detto di starti alla larga." Confessò lui.
"Quel cretino! Cosa pensa, che sono di sua proprietà? Mi dispiace se ti ha infastidito!" Si scusò Rosa.
"Tranquilla. Non ci pensiamo più, okay? Non permettiamo che rovini il nostro pomeriggio!" Affermò, riassumendo quel tono allegro che tanto faceva star bene Rosa.
"D'accordo" sorrise lei.
Misero la torta in forno, e nel mentre continuarono a parlare del più e del meno.
Il din del timer interruppe il loro chiaccherare. Sfornarono la crostata e la misero sul davanzale a raffreddare.
"Dov'è questo posto in cui mi vuoi portare?" Chiese curiosa.
"Vedrai. Cinque minuti e andiamo!"
Prese un telo, una busta in cui mise la crostata e del succo, i tovaglioli, i bicchieri ed un coltello.
Uscirono di casa.
Praticamente subito, Rosa si ritrovò in un piccolo boschetto, con alberi alti, in cui il canto degli uccellini regnava sul silezio.
Jaser stese il telo a terra, posandoci tutto sopra. Invitò Rosa a sedersi.
Tagliarono la crostata ed iniziarono a magiare.
"Siamo due pasticceri!" Esclamò Jaser.
"Assolutamente si! Apriamo una pasticceria, diventeremo ricchi!" Disse Jaser con aria sognante.
La suoneria di Rosa la distrasse.Nuovo messaggio da Luca.
SPAZIO AUTRICE
I'M BACK!
Ciao a tutti, ecco un'altro capitolo.
Cercherò di pubblicarne un secondo oggi!
Laaciatemi una stellina che mi rendete tanto felice.
Andate a leggere l'altra storia!
Un abbraccio♡
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White Lips, Pale Face.
FanfictionQuelle dita, quelle santissime dita, avrebbe voluto toccassero il suo corpo come toccavano le corde della chitarra. La storia di Rosa, una ragazza fuori dagli schemi, e Luca, che rimise in ordine un tassello della vita di questa ragazza.