Safety Pin || a.f.i.

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Avevo il cuore spezzato. Studiai attentamente ogni singolo dettaglio della ragazza che correva davanti a me ridendo di gioia. Le onde s'infrangevano sulla spiaggia sabbiosa. Lei era quella perfetta. La mia metà col cuore spezzato perfetta. Ogni ragazzo incontrava la sua anima gemella, e la mia anima infranta aveva bisogno di una ragazza nelle mie stesse condizioni. Correvamo. Continuavamo a correre anche se avevamo il fiato corto. Eravamo i bambini fuggiti da troppo tempo. Mi sembrava di avvicinarmi sempre di più alla fine del mondo. Noi eravamo quelli che tutti avrebbero voluto buttare via, i rigetti della società. Avevamo provato di tutto per non farci cacciare, me l'aveva confidato anche lei, ma andava sempre peggio. La sua risata argentina m'inebriò ancora di più. Stavo quasi per prenderla, ma riuscì ancora a sfuggirmi ammiccando.

- Forza Ashton Fletcher Irwin! Ci sei quasi! - mi gridò per poi voltarsi e riprendere a correre libera come il vento. La guardai incantato. Forse questa volta... forse questa volta due disastri insieme potevano formare una coppia completa.

Alla fine riuscii a prenderla. Ci rotolammo nella sabbia in preda ad un attacco di ilarità e la baciai sulla punta del naso per poi crollare con i polmoni che mi bruciavano al suo fianco. Fissavamo il cielo terso cercando di riprendere fiato.

- Ti ricordi cosa mi hai detto la prima volta che siamo usciti insieme? - chiesi prendendo un ultimo lungo sospiro. Mi girai verso di lei e lei fece altrettanto.

- Quando? Subito dopo che mi avevi rotto la finestra lanciando sassi sul vetro? O dopo, quando mi hai riaccompagnata a casa? -

Ripensai al giorno più bello di tutta la mia intera esistenza. L'avevo fatto solo per attirare la sua attenzione. Era bastato uno sguardo il pomeriggio di quello stesso giorno perché lei diventasse la mia droga. Ne avevo avuto solo un piccolo assaggio ed ero diventato dipendente di lei, dalle sue fissazioni, dai suoi pasticci, da tutto quello che la riguardava. Avevo capito che solo lei poteva curare i miei disturbi di cuore e la stessa cosa potevo fare io con lei.

- Dopo. Decisamente dopo. - risposi tranquillamente con un sorriso che aleggiava ancora sulle labbra screpolate. La vidi impensierirsi un attimo prima di rispondere correttamente.

- Che non avevamo più bisogno di aspettare. - mi disse gettando lo sguardo verso l'azzurro sopra di noi. - Che potevamo salvarci da soli dal cadere. -

Assentii col capo. - Ed ora siamo caduti insieme. - parlai. Lei scoppiò a ridere.

- Che stupido che sei! - mi rimbrottò scherzosamente.

Mi alzai in piedi scrollandomi via la sabbia che mi si era attaccata alla pelle calda ed ai vestiti e le porsi le mani. Si alzò in piedi da sola rifiutando il mio aiuto.

- Ci rialziamo da soli dalle cadute, ricordi? - si burlò di me affettuosamente. Alzai gli occhi al cielo fingendomi scocciato per poi prenderle la mano e stringerla mentre camminavamo pigramente sulla spiaggia.

- Ti ricordi quante persone ci hanno dato degli psicopatici quella sera? - le domandai impensierito. Lei alzò le spalle indifferente.

- Mi ricordo solamente che quando l'ha detto mio fratello hai alzato elegantemente il dito medio e gli hai chiesto gentilmente se poteva togliersi dalle palle ed andarsene a fanculo con tutto il tuo buon cuore. - parlò lei pacatamente. Lo disse con così tanta disinvoltura che chiunque l'avesse sentita, avrebbe potuto pensare che fosse la cosa più normale del mondo. Scoppiai a ridere mentre l'immagine del ragazzo totalmente scioccato mi ritornava in mente. Era rimasto talmente spiazzato che aveva indugiato a fissarci più tempo del necessario, così avevo deciso baciare la sua sorellina proprio davanti a suoi occhi per non perdere altro tempo inutile.

- Sono stato un cavaliere per tutta la serata, dico bene? - ridacchiai. Lei fece una smorfia divertita.

- Certo. Hai sempre avuto un modo così raffinato di mandare la gente a fanculo. - assentì ragionevolmente.

- Tutto questo per te. -

- Grazie, Irwin. -

Continuammo a passeggiare tranquillamente per un gran pezzo senza avere il bisogno fastidioso di parlare. Mi sentivo così in pace con me stesso e con il mondo con lei al mio fianco. Ripensai al periodo che avevo passato prima di incontrarla. A quel tempo non avrei mai creduto che qualcuno potesse riaggiustare il mio cuore distrutto dalle molteplici ragazze senza cuore. Ero arrivato al punto di non credere più nell'esistenza dell'amore. Invece poi quella stessa ragazza che stava camminando al mio fianco mi aveva fatto ricredere. Insieme avevamo rimesso assieme i pezzi strappati dei nostri cuori, li avevamo assicurati bene, come con delle spille. Avevamo rattoppato ogni singolo buco fino a che non avevamo iniziato a sentirci meglio. Avevo cancellato i brutti ricordi dalla testa e gli amori falliti erano morti definitivamente. Ci eravamo detti cose che non avevamo avuto il coraggio di dire ad altre persone ed eccoci lì. Ovviamente non come nuovi, ma almeno con un cuore intero e non ridotto a brandelli. Tutti vedendoci ci avrebbero invidiato. Avrebbero invidiato la nostra felicità. Avrebbero invidiato il fatto che eravamo riusciti a rialzarci da soli ed a guarire l'uno le ferite dell'altro insieme. Quanto avrei voluto guardare in faccia ogni singola ragazza che mi aveva spezzato il cuore e dirle che era vero che lei era quella sbagliata. Quasi senza accorgermene arrivammo a casa della ragazza di cui ero totalmente e completamente innamorato. La seguii lentamente lungo il vialetto. Guardai la facciata scolorita della casa. Ci fermammo sotto la finestra della sua camera che ora aveva un vetro nuovo, probabilmente più resistente ai sassi rispetto al precedente. Incatenai il mio sguardo al suo e mi persi inesorabilmente nei suoi occhi. Non ero ancora pronto a lasciarla entrare. La baciai e lei ricambiò affondando le dita tra i miei capelli. Alla fine ci staccammo lentamente, ma non completamente. Appoggiai la mia fronte alla sua e ci guardammo attentamente negli occhi.

- Lo sai che siamo due disastri, vero? - le chiesi in un sussurro. Lei mi lanciò un ultimo tenero sorriso.

- Insieme siamo perfetti però. - replicò per poi lasciarmi sulla soglia di casa.

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N.A.

Sinceramente nessuno mi ha ancora spezzato il cuore, quindi non ho ben chiaro come qualcuno ci si possa sentire, ad ogni modo immagino sia una delle cose più brutte che possano succederti. Forse Zayn Malik ci è andato vicino, ma sì, insomma, sono realistica... lui è solamente uno dei miei tanti ex-idoli. Le persone purtroppo non restano per sempre, ma credo se un sentimento si possa definire come vero e proprio amore, allora è tutto un altro discorso. :)

Sounds Good Feels Good || 5SOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora