Carry On || c.t.h.

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La guardai cadere ripetutamente a terra. Sapevo che non voleva essere aiutata, ma non ci pensai una seconda volta a mettermi in mezzo tra lei e la ragazza che la stava prendendo a pugni. Qualcuno fischiò verso di me, volevano vedere la mia amica completamente a pezzi, ma non avrei permesso a nessuno di assistere ad uno spettacolo del genere. Le feci passare un braccio attorno al mio collo e la presi in braccio. La vidi perdere i sensi. Non riuscivo a credere che avesse voluto fare a botte con una tizia che era il doppio più grossa di lei. Passai oltre l'infermeria. Non l'avrei mai messa nei guai, ma dovevo disinfettarle i tagli e trovare un modo per coprire il livido che si stava scurendo su un lato della faccia. Trovai una stanza vuota e la posai a terra delicatamente per poi sgattaiolare fuori a prendere in prestito un cassetta del pronto soccorso. Quando ritornai era già rinvenuta e si stava guardando attorno confusa.

- Stai ferma lì. - le intimai vedendo che voleva alzarsi già in piedi. Lei mi trucidò con lo sguardo, ma non me ne importava niente.

- Calum Thomas Hood. - sibilò la ragazza a terra. - Come hai potuto portarmi via di lì? -

Aprii la cassetta e cercai delle garze pulite e il disinfettante. Impregnai di acqua ossigenata un pezzo di benda e glielo passai senza troppe storie sulla ferita che aveva sulla fronte. Per un attimo la sua smorfia di rabbia nei miei confronti si trasformò in dolore.

- Le stavi prendendo di santa ragione. Cosa avrei dovuto fare? Lasciarti passare i prossimi dieci anni della tua vita in una stanza d'ospedale in un reparto di terapia intensiva? - replicai sarcasticamente premente leggermente sul taglio facendoglielo bruciare di più. Lei mi spostò con un gesto impaziente la mano.

- Anche se fosse stato così avresti dovuto lasciarmi sbrigare da sola le mie cose. Tu non c'entravi niente. -

Un gemito di esasperazione mi sfuggì dalle labbra. Odiavo quando si comportava in un modo così infantile.

- Smettila. Manca ancora poco prima che finiscano finalmente questi anni di scuola, non continuare a ficcarti nei guai, lo sai benissimo che io non ci sarò più l'anno prossimo. - Lei mi guardò imbronciata. Passai a pulirle le altre ferite e questa volta mi lasciò fare senza fiatare. Le avevo ripetuto una moltitudine di volte di lasciar correre le cose, di aspettare che arrivassero i bei tempi, ma non mi aveva ancora dato ascolto. Sapevo che non ci sarebbe voluto ancora molto, doveva avere ancora un po' di pazienza. Solo un po'.

- E cosa dovrei fare nel frattempo? Pregare per le mie ossa rotte? Ti prego, Calum, questa volta i tuoi sermoni lasciali a qualcuno che ha più fede di me. -

Strinsi le labbra. - Sai che andrà meglio un giorno. -

- Se non sono ancora andate bene fino ad ora, dubito che possano andare meglio. - replicò la ragazza. - A chi potrebbe importare della mia vita più di me? Quindi lasciamela vivere come voglio, Cal. -

- A me importa. - sbottai incatenando il mio sguardo al suo. Non abbassò nemmeno per un secondo i suoi occhi. Sapeva tenermi testa più di chiunque altro. - Un giorno potrai viaggiare per il mondo ed il tuo sentiero si rivelerà, ma per ora non fare cose stupide. - la supplicai. Cercai i cerotti nella cassetta e quando il trovai iniziai a metterglieli su ogni singolo taglio che vedevo. Ad un certo punto sentii un singhiozzò soffocato sfuggirle dalle labbra. Alzai lo sguardo stupito. La mia amica aveva gli occhi colmi di lacrime. Prima che potessi chiederle cosa le stesse prendendo mi si gettò addosso cingendomi il collo con le braccia ed abbracciandomi con tutte le forze che aveva, come se potessi sfuggirle da sotto gli occhi. Passato il primo attimo di sbalordimento, ricambiai la stretta. A quel punto si lasciò andare in un pianto sfrenato. I singhiozzi le scuotevano il corpo e le sue lacrime mi stavano bagnando la maglietta. Le accarezzai dolcemente i capelli lasciando che si sfogasse. Ormai sapevo già a che cosa era dovuto il suo pianto e le sue azioni sconsiderate. Non c'erano bisogno di parole inutili. Avevo un piede nella fossa ed uno in paradiso ormai. Tutti lo sapevano, ma lei non riusciva ad accettarlo. Non sarei vissuto ancora a lungo per vederla prendere il diploma o per il ballo di fine anno. Ero così vicino alla morte e così lontano da un possibile miracolo che tutte le speranze erano già morte da tempo. La cullai tra le mie braccia ancora per qualche minuto prima che lei avesse il coraggio di lasciarmi andare.

- Non è giusto. - disse tra i singhiozzi asciugandosi il viso con le mani. Aveva gli occhi gonfi e rossi. Mi si stringeva il cuore a vederla così, ma non potevo farci niente. Avevo cercato di lottare il più lungo possibile, ma mi ero stancato di fare braccio di ferro con la morte. Mi trascinava in basso comunque, lentamente ma inesorabilmente. Forse era anche questo che la ragazza di fronte a me non mi avrebbe mai perdonato. Volevo solo aspettare che i bei tempi sarebbero venuti. Ma per lei la mia morte non sarebbe stata felice, nemmeno vedendomi vivere a pieno e allegramente i miei ultimi giorni di vita, invece che passare più tempo chiuso in stanze asettiche in compagnia di medicine e macchinari per sopravvivere.

- La vita non è mai giusta, ma non voglio vederti rimuginare sulle mie scelte. -

Volevo che andasse avanti anche senza di me, volevo che superasse l'ignoranza che ci circondava. Solo perché non sarei vissuto così a lungo, non ero un debole.

- Allora non andartene. - mi rispose. Scossi la testa sorridendole dolcemente.

- Sai che non sarei felice se mi riducessi a dipendere da chiunque solo per qualche anno in più di vita. - Lei era l'innocenza fatta persona. Non disse più niente. Forse finalmente aveva capito. Mi abbracciò di nuovo. Non ci sarebbe voluto molto. I bei tempi sarebbero arrivati presto.

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N.A.

Ed ecco anche l'ultima canzone dell'album Sounds Good Feels Good! Non ho mai conosciuto nessuno con qualche malattia mortale, a parte qualche patologia genetica. Non credo che la canzone sia così triste, credo perché c'è una strofa che dice "I got one foot in the golden life, one foot in the gutter."

Ad ogni modo se vi è piaciuta anche questa OS, mettete la stellina e seguitemi se avete voglia di leggere altre mie opere!

Potete trovare:

69 Things That I Hate About You || Ashton Irwin [completa]

69 Things That You Love About Me || Ashton Irwin [sequel di quella sopra]

Words. || Luke Hemmings

Love's a Game. Wanna Play? || Luke Hemmings [una OS di San Valentino]

Scommessa d'Amore || Miall Cloran

Sounds Good Feels Good || 5SOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora