Camminai, camminai e... indovinate un po'? Già, proprio così, continuai a camminare. Provai a cercare ancora in tasca nella speranza vana che nel frattempo si fossero materializzati degli spiccioli per pagarmi il biglietto per il bus, ma ovviamente niente. Calciai un sassolino frustrato per la situazione. Non avevo in tasca nemmeno un misero dollaro. Come sarei arrivato alla fine del mese con lo stipendio che avevo? Chiedere un prestito ai miei genitori era fuori discussione. Mi sarei solamente umiliato in quel modo. Sapevo che non era la fine del mondo, ma era comunque sconfortante. Vidi un paio di macchine sfrecciarmi accanto. Alla guida c'erano dei vecchi. Mi chiesi se anche loro fossero mai stati nelle mie stesse condizioni finanziarie. Ovviamente. Tutti ci passavano prima o poi. Almeno... tutti i comuni mortali come me. Mi avvicinai lentamente ad un distributore di benzina. Una ragazza aveva appena finito di fare il pieno alla sua auto e stava raccogliendo tutti gli spiccioli che aveva nella sua vettura per pagarsi la benzina. Probabilmente aveva esaurito tutte le sue carte di credito e non aveva un lavoro. Appunto. Tutti ci passavano prima o poi. Quel giorno avrei dovuto ricevere il mio stipendio, ma non mi era arrivata nessuna busta in ufficio. Era pure il primo del mese e per peggiorare la situazione, come se non fosse già disastrosa, dovevo pagare il mese d'affitto a quello spregevole del mio affittuario. Vi ho già detto che il mio conto corrente non aveva abbastanza fondi per pagarmi il biglietto per il bus? Figuriamoci allora un mese d'affitto. Non avevo quasi più la sensibilità ai piedi quando arrivai finalmente a casa. Voi direte "Casa, dolce casa.", ma la mia a meno che non si fosse magicamente rivestita di zucchero, non sarebbe mai stata "dolce".
- Calum Thomas Hood. - mi chiamò una voce fastidiosa alle spalle. Mi voltai lentamente, come se stessi andando al patibolo, ed in un certo senso era esattamente quello che stava succedendo. Il proprietario di quel palazzo era fermo sullo stipite della sua porta. Dovetti nascondere a forza il disgusto ed il conato di vomito dovuto all'odore fetido che proveniva dall'interno dell'appartamento. E probabilmente anche da lui. L'uomo alzò un braccio per grattarsi la peluria che aveva sul petto, allargando la chiazza di grasso che aveva sulla canottiera. Il fetore m'investì facendomi quasi perdere i sensi. Ok, togliete il "probabilmente", il tanfo veniva da lui.
- Hey... - replicai facendo un passo indietro. Odiavo abitare in quel posto. Nessuna ragazza aveva mai accettato di venire da me, figuriamoci se qualcuna aveva mai firmato un contratto per abitare in quel condominio. Ma non potevo nenche permettermi il lusso di andare ad abitare in un posto in cui avrei dovuto pagare anche solo un centesimo in più.
- Sai che giorno è oggi, signorino? - chiese il tizio. Mi morsi labbro nervosamente. Ero fottuto.
- Lunedì? - azzardai cercando di virare su argomenti più interessanti, rispetto all'affitto da pagare. Decisamente più interessanti.
- Ah. Ah. Ci hai provato, Hood. Ma oggi è mercoledì. - ribatté lui. Lo fissai incredulo. Che si fosse dimen... - Ed è anche il primo del mese. Devi pagare l'affitto. - La mia bolla di felicità era scoppiata in meno di un secondo. Mi grattai la nuca cercando di trovare una scusa per rabbonirlo un po' e darmi del tempo in più per pagarlo.
- Uhm... riguardo a questo... - cominciai gesticolando animatamente. Forse gli avrei confuso leggermente le idee improvvisando una danza tribale. - Non è che potrei pagarti domani? Sai, oggi ci sono stati dei casini in ufficio e hanno sbagliato a dare le buste paga, hanno dovuto riprenderle tutte indietro. - sbottai. Era la cazzata più grande e stupida che avessi mai sparato in tutta la mia vita, ma speravo comunque che avrebbe abboccato.
- È per gli straordinari che hai fatto nei weekend? - chiese il mio affittuario. Rimasi paralizzato sul posto. Gli straordinari per la verità erano per andare ogni tanto fuori città, non per pagarmi l'affitto. Ad ogni modo non mi avevano pagato nemmeno quelli. Qualcuno mi aveva pure suggerito di lasciare perdere e ritornare a fare un orario normale, il che era anche piuttosto paradossale perché quelli che me lo dicevano erano gli stessi che si spaccavano il culo di lavoro fino alla mezzanotte di ogni santissimo giorno, sabato e domenica inclusi. Sapevano benissimo che a qualcosa sarebbero servite tutte quelle ore di lavoro in più, ma volevano eliminare la concorrenza.
- Certo... gli straordinari. - risposi annuendo come un idiota. Non avrei mai mollato, dovevo farmi la mia fortuna e quelle erano solo le basi. Solo che in quel momento me ne serviva solo un pizzico. - Già è proprio per questo che hanno sbagliato a dare le buste paga. Sai, siamo in tanti che facciamo orari strani, quindi ci si può anche sbagliare. - assentii con voce grave.
Il proprietario del palazzo mi fissò per per qualche istante forse per chiedersi perché mi stesse parlando. All'improvviso si illuminò e mi sorrise radiosamente.
- Comunque mi devi pagare l'anticipo per l'affitto. - replicò lui. Mi sentii gelare il sangue nelle vene ed iniziai a sudare freddo.
- Ma ti ho detto che non mi è ancora arrivato lo stipendio. - dissi con voce strozzata. Cercai di mostrarmi stoico, ma tutto quello che volevo in quel momento era perdere i sensi, sbattere la testa e finire in coma fino a che non mi fosse arrivato lo stipendio.
- Avrai sicuramente qualche risparmio da parte. - sintetiziò lui. Mi sentivo morire lentamente dentro.
- C-certo. - balbettai. Sicuramente ero pallido come la morte in faccia. - Vado a prenderli sopra. - dissi indicando le scale. Il tizio annuì felice. Troppo felice.
- Ti aspetto. Bussa e ti apro subito. - e si chiuse la porta alle spalle. Feci le scale di corsa ed aprii la porta dal mio appartamento con mani tremanti, poi la chiusi alle mie spalle con un tonfo sordo. Mi guardai attorno cercando di ricordarmi se avessi qualche soldo infilato da qualche parte, ma niente. Forse per sbaglio avevo infilato qualche banconota in qualche cassetto o in un libro o qualcosa del genere. Misi sotto sopra tutta la casa, per poi fermarmi di colpo in mezzo alla stanza. Perché diavolo doveva esserci al mondo gente schifosamente ricca e poi i plebei come me? Andai in cucina e trovai affisso al frigorifero un post-it. C'era scritto che quel giorno sarei dovuto andare a fare festa da degli amici. Quel giorno mi sarei barricato nel io appartamento ance patendo la fame.
Di colpo partì la suoneria del mio cellulare facendomi prendere un mezzo infarto. Guardai lo schermo del cellulare. La chiamata veniva dal mio capo.
- Pronto? -
La serie di urla mi fecero allontanare l'apparecchio dall'orecchio per non assordarmi completamente. - Sei licenziato! - urlò la donna dall'altro capo del telefono. Speravo che non stesse parando con me.
- Come scusi? - chiesi in preda al panico.
- Oh, finalmente hai risposto al telefono Hood. Volevo dire che sei stato promosso e che la tua busa paga è rimasta in ufficio, non è che ti degneresti di venirla a prendere? - domandò lei ironicamente. Avevo già messo piede fuori casa e stavo letteralmente correndo fuori dall'edificio.
Promosso? Non ci potevo credere. Un'altra serie di urla mi rintronarono. - Sei un inetto! Non servi a niente! Ho cancellato il tuo programma tv inutile e l'ho rimpiazzato con qualcosa di più interessante. - sbottò il mio capo. Avevo il fiatone, ma non avevo intenzione di fermarmi.
- Scusi? A cosa sono stato promosso? - volli sapere.
- Hood? Sei ancora al telefono? - chiese la donna. Sembrava indaffarata a fare qualcosa di pesante, ma non m'importava. - Oh, uhm... aspetta che ce l'avevo qui... ho appena cancellato quello stupido programma tv di cucina e l'ho rimpiazzato con uno per addestramento di cani. -
Mi fermai di colpo in mezzo alla strada. Il mio cuore dovette perdere qualche colpo. Forse il mo capo aveva sentito qual era il mo grande sogno e aveva voluto realizzarlo finalmente.
- Diventerò il protagonista di uno show televisivo per addestramento per cani e diventerò famoso più di Cesar Millan? - sbottai tutto d'un fiato.
- Eh? Cosa? - chiese la donna confusa. - Cosa stai blaterando, Hood? Sei stato promosso come mio segretario. -
- Oh. - fu l'unica cosa che riuscii a dire, mentre la mia voce veniva coperta dagli insulti degli automobilisti e dai clacson insistenti.
Beh, almeno avevo fatto un primo passo.
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N.A.
Ed eccovi Hey Everybody! Il protagonista qui è Calum. Un Calum a corto di soldi ed un grande sogno, lo stesso che viene menzionato alla fine del video dell'omonima canzone :) Per chi non ne avesse idea, Cesar Millan è un noto addestratore di cani che un po' di tempo fa, intendo anni, aveva un programma che andava in onda anche su Real Time che si chiamava Dog Whisperer mi sembra, potrei anche sbagliarmi sul canale, ma lo guardavo ogni giorno anni fa. Ad ogni modo, spero che vi piaccia questa nuova OS! Mettete mi piace e commentate se volete! :)
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Sounds Good Feels Good || 5SOS
Fiksi PenggemarRaccolta di One Shot ispirata alle canzoni del secondo album dei 5 Seconds of Summer. 1. Money || l.r.h. 2. She's Kinda Hot || m.g.c. 3. Hey Everybody! || c.t.h 4. Permanent Vacation || l.r.h. 5. Jet Black Heart || m.g.c. 6. Catch Fire || l.r.h. 7...