Airplanes || m.g.c.

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Guardai fuori dal finestrino. Era tutto buio al di là del vetro. Non si vedeva niente, eppure sapevo che sotto di noi c'era un manto denso di nuvole e sotto di loro si stagliavano le luci artificiali delle città che sorvolavamo e delle macchine che sembravano dare vita alle strade serpeggianti.

Qualcosa si mosse al mio fianco, mi girai e mi ritrovai a guardare una ragazza ancora mezza addormentata che stava sbadigliando. Sbatté le palpebre un paio di volte e si stiracchiò sul posto per poi voltarsi lentamente verso di me. Mi sorrise, forse per un riflesso incondizionato, e mi guardò intensamente da sotto le sue palpebre socchiuse. I suoi occhi ed il suo sorriso avrebbero potuto illuminare la notte. La rimirai per qualche secondo di troppo. La ragazza si mise seduta a posto e mi studiò per un attimo.

- Quanto ho dormito? - mi chiese appoggiando il capo sulla testiera. Mi passai la lingua sulle labbra secche e mi schiarii la gola.

- Molto. - risposi solamente. Mi girai nuovamente verso il finestrino. Non avevamo parlato nemmeno nei primi dieci minuti del volo prima che si addormentasse. Lì dentro mi sembrava di essere in un altro mondo.  Ancora un po' di tempo e l'aeroplano avrebbe di nuovo tagliato le nuvole per farmi ritornare tra i comuni mortali. Immaginavo gli aeroplani come degli angeli che volavano. In volo mi sembrava che niente e nessuno potesse sfiorarmi, mi sentivo quasi immortale.

Forse sotto di noi le sirene suonavano. Chiusi per un secondo gli occhi, magari prestando più attenzione avrei potuto sentire i rumori che provenivano dall'esterno. Ma non ne abbi la possibilità.

- Sei sempre così scorbutico... -

- Michael. - conclusi la sua frase senza girarmi ancora verso di lei.

- Michael. - ripeté lei.

- Michael Gordon Clifford, se ti preme tanto saperlo. - replicai sbadigliando. La stanchezza stava incominciando a farsi sentire.

- Non mi premeva. -

Finalmente ebbi il coraggio di guardarla nuovamente in faccia. Per buona parte della mia vita me n'ero stato da parte a non fare niente, non emettevo nemmeno un suono, non avevo mai espresso i miei veri pensieri. Ottenevo le cose giuste, ma non quelle che volevo, ma avevo comunque fatto i miei piani. Mi ero perso per la mia strada e non riuscivo più a ritrovare me stesso. Poi alla fine avevo deciso di prendere le redini della mia vita e iniziare a fare ciò che mi premeva realmente.

Guardando gli occhi della ragazza mi pareva che avrebbero potuto illuminare il cielo buio. Erano come le ceneri ardenti di un fuoco quasi spento, o le luci al neon che spuntavano all'orizzonte in pieno deserto. 

- Tu sei invece? - chiesi tanto per dire qualcosa. La ragazza al mio fianco ridacchiò leggermente divertita, probabilmente dalla mia domanda.

- Non t'importa davvero. - sospirò alla fine sorridendomi con tenue ironia. Feci spallucce. Era vero. - Quindi, da cosa stai scappando, Clifford? -

La imitai appoggiando le testa sulla poltrona, solo che guardai fisso davanti a me. - Perché dovrei voler scappare da qualcosa? - le domandai chiudendo gli occhi.

- Perché sei un ragazzo solitario che non ha fatto altro che fissare il mondo là fuori aspettandosi qualcosa. Qualcosa d'importante. Un cambiamento molto importante. - mi disse. 

Stavo pensando. Avevo passato tutto quel tempo a farmi un'infinità di domande. Non potevo rimanere ancora fermo nel posto in cui ero cresciuto, sarei impazzito. Non riuscivo a restare ad aspettare dei segnali, così avevo deciso di andarli a cercare da me. Non chiedevo l'aiuto di nessuno, anche se sapevo che per alcuni versi era troppo tardi. Stavo anche tentando di trovare un amore che avevo perso e seppellito in fondo alla mia mente, speravo con tutto il mio cuore che andando in un posto nuovo questo sarebbe cambiato. Avrei fatto risorgere dalle ceneri l'amore per la musica che avevo soffocato per troppo tempo.

- Anche tu stai scappando? - replicai evitando totalmente la sua domanda.

- . - rispose pacatamente senza mezzi termini. - Devo provare a me stessa che sono in grado di ricominciare da capo da sola, in fondo non ho niente da perdere. -

Mi voltai verso di lei ed incatenai i miei occhi ai suoi studiando ogni suo particolare per la prima e ultima volta. Quella ragazza mi stava capendo più di ogni altra persona che avevo mai incontrato in vita mia. Anch'io non avevo più niente da perdere, solo qualcosa da provare a me stesso.

Non volevo più aspettare per questo, sapevo già a cosa ero destinato. Non sarei scomparso di nuovo nel buio, non avrei detto più "mi dispiace" alle persone sbagliate. Sarei andato fino in fondo, avrei visto la fine della mia storia. Ad ogni costo.

- Tu stai scappando da qualcuno. - parlai alla fine di un lungo silenzio. Lei scrollò le spalle indifferente.

- Qualcosa, qualcuno... ha importanza? - ribatté.

- No. Suppongo di no. - ammisi sbadigliando. - Credi che riuscirai arrivare al tuo obbiettivo? - le chiesi curiosamente.

- Sinceramente? - domandò tanto per prendere un po' di tempo per pensare. - Non ne sono sicura, ho paura, ma lo spero con tutto il mio cuore. Non voglio finire dimenticata in un angolo buio della città. Voglio finalmente sentirmi realizzata nella mia vita. - disse calibrando ogni singola parola. - Non voglio gettare via questa occasione, so che non sarà l'ultima forse, ma è quella più importante di tutte. -

Assentii col capo e piombammo di nuovo in un silenzio tranquillo. Ero sicuro che lei sarebbe riuscita a compiere qualsiasi cosa si fosse proposta. Era troppo determinata per gettare la spugna in un modo così patetico.

La voce del pilota mi fece sussultare per lo spavento. Annunciò con voce atona che saremmo atterrati nel giro di dieci minuti. Mi allacciai la cintura e lo stesso fece la ragazza al mio fianco. Presi un respiro profondo e afferrai con tutta la mia forza i braccioli ai lati del sedile. Gettai un'altra lunga ultima occhiata al paesaggio fuori dal finestrino. La mia immortalità stava per finire. Una mano delicata si posò sulla mia. Non aprii gli occhi, anzi, li serrai ancora di più.

- Buona fortuna. - mi sussurrò la ragazza.

- Anche a te. -

Un sobbalzo fu il segno che avevamo tagliato le nuvole.

La mia nuova vita era appena iniziata.

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N.A.

"Airplaaaanes, cut through the clouuuuds, like Angels can fly, we'll never dieeee!" eccetera, eccetera... Quando chiudo gli occhi mi sembra davvero di essere sul un aereo, pronta per volare libera verso l'ignoto. Non ho idea di come voi vi sentiate dopo averla ascoltata, ma credo si possa percepire una calma assoluta nonostante il ritmo aggressivo.

Ad ogni modo mettete mi piace se Airplanes è stata di vostro gradimento e seguitemi se volete per leggere altre mie storie! :)


Sounds Good Feels Good || 5SOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora