Aprii gli occhi. La luce che filtrava dalle finestre mi accecò per qualche istante prima che riuscissi a mettere a fuoco la stanza in cui mi trovavo. L'aula di chimica era quasi deserta se non fosse stato per una ragazza china sul suo quaderno, totalmente concentrata a leggere ed ad ascoltare la musica negli auricolari. Rimasi a guardare il suo profilo con la testa appoggiata sul banco cercando di ricordami chi fosse. Quando ricordai fu come un lampo. Sentivo il ritmo della batteria arrivare fino al mio udito. Mi alzai lentamente ed altrettanto lentamente mi avvicinai a lei. La mia ombra l'avvolse nell'oscurità. Immaginavo che i miei demoni interiori solitamente fluivano dalla mente, nelle vene fino ad arrivare al cuore, ma forse in quel momento erano usciti un attimo dal mio corpo per riversarsi sulla ragazza. Doveva aver percepito la mia presenza, infatti si voltò di scatto e rimase a fissarmi per qualche secondo spaventata.
- La lezione è finita? - chiesi atono. Lei continuò a fissarmi, ma stranamente non aveva più paura di ciò che vedeva. Incrociai il suo sguardo limpido ed in qualche modo mi sembrò di specchiarmi in me stesso, non ero mai riuscito a incrociare il suo sguardo prima di allora. Mi domandai se sapesse chi avesse davanti, speravo di no.
- Come? - fece lei togliendo gli auricolari. Ero rimasto così sorpreso dai suoi occhi che mi ero totalmente dimenticato della musica. Non avevo voglia di ripetermi, così cambiai domanda.
- Cosa stai ascoltando? - La ragazza finalmente distolse lo sguardo da me e lo posò sul suo cellulare appoggiato sul banco. Non sembrava contenta del mio quesito, anzi pareva quasi infastidita, come se le avessi chiesto di rivelarmi il suo segreto più intimo. E forse era così. La studiai attentamente, appariva quasi una ragazza qualsiasi, ma mi ero già reso conto da tempo che non lo fosse. C'era qualcosa che mi attraeva in lei, ma c'era anche qualcosa che allo stesso tempo voleva allontanarmi, come se ci fosse stato un uragano di emozioni pronto ad esplodere sotto di noi.
- Non sono affari tuoi, Michael Gordon Clifford. - replicò alla fine incatenando il suo sguardo al mio. Mi aveva lanciato una sfida. Era come una guerra che volevo combattere, un incontro che volevo vincere. E quella volta avevo intenzione di vincere e non di lasciare che il fuoco che avevo acceso bruciasse per poi spegnersi ed accorgermi che tutto era diventato grigio attorno a me. Avevo deciso molto tempo prima di smettere di scappare, volevo rimettere la mia vita a posto, ma non ci ero ancora riuscito.
Mi sedetti sulla sedia accanto alla sua invadendo il suo spazio personale.
- Se sai chi sono, dovresti sapere che ho un cuore oscuro. - parlai lentamente ponderando bene ogni singola parola. Non sembrava spaventata, o se lo era, non lo diede a vedere. Incatenò il suo sguardo al mio e mi studiò attentamente. Non riuscivo ancora a leggere i suoi occhi.
- Non mi fai comunque paura, Clifford. - replicò gelidamente. Sorrisi.
- Allora ti vengo a prendere alle nove. - risposi scrivendo l'ora in un angolo del suo quaderno che notai con piacere non conteneva nessuna formula chimica, ma dei disegni piuttosto alternativi. Mi sembrava di aver scritto con una penna avvelenata. Forse però quella chimica che c'era tra di noi era il motivo per ricominciare una nuova conversazione con lei. Non le diedi il tempo di ribattere alle mie parole che uscii dall'aula.
Probabilmente la ragazza era sicura che non sarei mai riuscito a scoprire dove abitasse, ma avevo la mie fonti sicure. Passai dalla segreteria che in quel momento era vuota per la pausa pranzo. Mi ci volle un secondo per scassinare la porta e soltanto cinque minuti per trovare numero di telefono ed indirizzo della ragazza nel database. Passai tutta la giornata a chiedermi se sarebbe scesa da sé o se avrei dovuto salire io in camera sua. Probabilmente la seconda. Ero convinto che la sua fosse solamente una facciata. Finalmente arrivò l'ora prestabilita. Svoltai l'angolo aspettandomi un vicolo vuoto, ma a mia sorpresa la ragazza era là. Ferma con le spalle appoggiate su un muretto mentre soffiava fuori dalle labbra il fumo della sigaretta che aveva tra le mani. Mi avvicinai lentamente, cercando di fare meno rumore possibile, ma sicuramente come quella mattina aveva percepito la mia presenza.
- Pensavo non ti saresti presentata. - parlai con voce roca. Mi schiarii la gola guardando il mozzicone della sigaretta finire schiacciato sotto la sua scarpa.
- Mi è passato per la mente per un secondo. - ammise lei a mezza voce. - Ma poi ho pensato che potevo dimenticare chi ero per una notte ed immergermi nell'oscurità con un tizio col cuore oscuro . E chi meglio di te Clifford? - mi chiese accennando ad un sorriso ironico. Mi inumidii le labbra secche. Quella ragazza si stava rivelando più simile a me di quanto potessi credere.
- Allora seguimi. - riuscii a dire. Avevo in mente un posto perfetto dove portarla. Camminammo in silenzio l'uno accanto all'altro per un tempo che mi parve quasi infinito, ma alla fine arrivammo. La portai nel mio luogo preferito. Su un'altura dove si poteva vedere con un solo sguardo tutta la città dall'alto. Mi sedetti su un tronco caduto con le gambe incrociate davanti. La ragazza mi imitò fissando le luci come se fossero state una visione.
- Questo posto è bellissimo. - mi disse alla fine di un silenzio durato troppo tempo. Non risposi. Mi limitai a guardare ogni suo più piccolo particolare domandandomi se una creatura così angelica potesse avere dei demoni interiori.
- Perché non hai paura di me? - volli sapere io leggermente incuriosito. Tutti sapevano che il sangue che mi scorreva nelle vene era piena di sbagli, eppure lei mi aveva seguita nel buio, come se volesse risorgere in una vita diversa da quella che aveva.
- Perché dovrei? - replicò lei incatenando i suoi occhi ai miei. Rimasi paralizzato da quello sguardo così limpido, che però conteneva così tanta oscurità come i miei. Mi stavo aggrappando a lei per sfuggire per un istante dalla mia vita, dai miei dolori abituali. Avevo un'anima spezzata e avevo letto nei suoi occhi che lei lo sapeva. L'aveva capito in un secondo, l'aveva visto dentro di me, e forse io avevo visto la stessa cosa in lei.
- Non c'è più modo perché possa ritornare intero come prima. - mormorai ritornando con lo sguardo alle luci della città. Forse non ci saremmo mai più parlati dopo quel giorno. Non sapevo come avrei potuto farla restare. Non ne ero in grado.
- Forse non devi ritornare intero come prima. - replicò lei. Le sue parole mi rimbombarono nella mente senza che riuscissi a comprenderne il significato.
- Cosa intendi? -
Non ripose immediatamente. Magari stava cercando di capire come avrei reagito alle sue parole. - Forse... - cominciò. - ...forse hai bisogno di altri pezzi per ricomporti. Un'altra persona. - concluse. Non dissi niente. Rimanemmo per tutta la notte ad aspettare l'alba. Forse quel giorno avrei ricominciato finalmente un'altra vita.
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N.A.
Ho più demoni interiori di quanti riuscirei ad ammettere, ma ormai ho imparato a conviverci, come immagino tutti facciano quando diventano impossibili da combattere. Ad ogni modo parlando della canzone, l'altro giorno ho visto la classifica delle migliori 10 canzoni rock del momento su Mtv e questa canzone rientra nella classifica! Sono così fiera di loro! Comunque se vi è piaciuta Jet Black Heart versione OS, mettete la stellina! :)
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Sounds Good Feels Good || 5SOS
FanfictionRaccolta di One Shot ispirata alle canzoni del secondo album dei 5 Seconds of Summer. 1. Money || l.r.h. 2. She's Kinda Hot || m.g.c. 3. Hey Everybody! || c.t.h 4. Permanent Vacation || l.r.h. 5. Jet Black Heart || m.g.c. 6. Catch Fire || l.r.h. 7...