Il passato da mai dimenticare

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-Come, siamo maghi? Perché non me lo avete mai detto?- chiese Velcan incredulo alla vista del padre che manteneva sollevata la sveglia.

-E' una lunga storia. Quasi 340 anni fa, ci fu una lunga guerra. Maghi schierati dalla parte di Zenon, antico e potente mago che mirava a radunare tutti i regni sotto la propria influenza ed i tre Arcimaghi: Aeris, signore fondatore dell'accademia della nostra regione; Umbrea: dama sovrana della regione delle montagne gelide; ed infine Curtis: fondatore dell'accademia Moturis.- iniziò il padre a raccontare mentre adagiò l'orologio in mano al figlio.

-La guerra durò quasi 53 anni e finalmente i tre maghi sigillarono Zenon. Infine, visto che è stata l'educazione e la formazione personale e magica a causare la guerra, nelle zone neutre come il nostro villaggio "Valle dei tigli" la magia venga mantenuta quasi segreta, al fine di poter crescere i figli in maniera corretta e lasciar la formazione magica alle accademie.- concluse il padre sorridendo.

-In che senso l'educazione ha causato la guerra.- domandò curioso Velcan.
-Se tu avessi conosciuto sin da piccolo la magia, il tuo desiderio di possederla, controllarla, sfruttarla ai tuoi fini ti avrebbe consumato sin da allora. E ti garantisco, ora che la conoscerai, rischierai di contrarre quella che chiamiamo "follia magica" dove la magia stessa si tramuterà nella tua droga, ne vorrai sempre di più, vorrai tecniche sempre più forti sotto il tuo controllo, capacità uniche per distinguerti ed avversari sempre più forti da abbattere. Ecco perchè ti abbiamo sempre insegnato a mantenere il controllo, osservare e non solo guardare ciò che ti circonda.- spiegò la madre con aria preoccupata.
-Ora riposati, da domani iniziamo i preparativi e sarai pronto per la tua crescita magica.- aggiunse il padre alzandosi dal letto.

La notte non generò più sogni, passò veloce e tranquilla e come i genitori promisero ed in una settimana prepararono le valige del giovane Velcan per l'inizio di una nuova vita.
-Sei pronto? Come ti senti tesoro?- chiese la madre ansiosa.
-Si madre, ho tutto pronto. Come farò a raggiungere la scuola?- rispose mentre controllava di essere sistemato per il viaggio.
-Sono le 10 e mezza, tra poco dovrebbe arrivare la carrozza a prendere te e gli altri.- disse il padre dopo aver aperto la porta per controllare il villaggio.
-Tutti gli atri miei coetanei?- chiese Velcan curioso.
-Siete coetanei quindi, salvo imprevisti, tutti dovreste aver sviluppato la magia e siete pronti per imparare a riconoscerla dentro di voi e ad usarla.- rispose il padre iniziando a prendere le valigie.
-Che tipo di imprevisti?- chiese Velcan guardando la madre.
-Ciò che nel sogno ti ha messo alla prova è l'imprevisto. Non tutti riescono a superare la prova, e chi non l'ha superata rimane per tutta la vita privo di magia.- rispose la madre.
-E che fine fanno?- domandò ancora il giovane.
-Quello che vogliono, scelgono un villaggio e ci vivono modestamente. Basta guardare la famiglia Rishinko. Sono entrambi senza magia, passano le giornate a coltivare l'orto, allevare il bestiame e curare la casa. Eppure vivono in maniera dignitosa ed apparentemente serena.- aggiunse il padre mentre portava fuori le valigie.
-E oggi sapremo se la loro figlia Kyoko è o meno una maga.- aggiunse la madre.
-Quindi il fatto che tu sia o meno un mago non influenza i tuoi figli.- disse Velcan.
-Credo che invece possa limitare il potenziale di una persona. Immagina di crescere in un mondo dove tutti hanno dei benefici tranne te stesso, che lezioni potrai dare ai tuoi figli? Che gli altri sono fortunati e tu no. Spero non sia il caso di Kyoko ma se noti, esce poco, socializza poco, non credo nemmeno che ti ricordi di lei.- aggiunse la madre uscendo con loro.
-Vagamente la ricordo. Forse una volta abbiamo anche chiacchierato.- rispose Velcan concludendo il discorso.

Per qualche minuto il giovane ricordò la breve conversazione con Kyoko mesi orsono, si incontrarono nel bosco vicino al villaggio. Velcan raccoglieva frutti di bosco e lei era a caccia con arco e frecce.
Durò pochi istanti il loro dialogo ma Velcan rimase per tutto il pomeriggio ad osservarla.
Capelli lunghi, lisci e neri corporatura minuta, occhi castani ed era alta 1,6 metri ma la statura le forniva agilità.

Dopo brevi istanti immerso nel ricordo Velcan capì che era ora di partire. Presero ognuno una valigia in mano e si incamminarono verso la piazza del paese vicino ad una fontana. Velcan notò anche la ragazza di cui parlavano i genitori e non riuscì a non osservare come i genitori cercavano di convincere la ragazza a non andare. Pochi minuti dopo arrivarono 4 carrozze trainate da due cavalli neri ognuna. Velcan rimase stupefatto dal manto dei cavalli, un nero profondo e lucente.
Quindi i 15 ragazzi radunati in piazza salirono nelle varie carrozze pronti a partire per il loro viaggio mentre i genitori rimanevano immobili ad osservarli andare via.

Illiloyd, l'ascesa del fuoco.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora