È tuo zio?

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La ragazza sentí una voce maschile chiamarla per cognome quando stava per poggiare la borsa sul suo banco. Un ragazzo era in piedi accanto al suo banco e affianco aveva una ragazza che aveva sentito parlare di rado.
"Puoi sederti qui se vuoi, è libero." le disse spostando il suo zaino dalla sedia libera.
La guardò confusa, l'ultima volta non le era andata tanto bene.
"Se ti fa piacere" aggiunse il ragazzo che non aveva detto altro che il suo cognome.
"Veramente io..." non aveva dimenticato l'apparente gentilezza che aveva avuto Elena. "Ma sei sola lì... Qui ci siamo noi."
Non le sembravano affatto intenzionati a farle del male.
In fondo non le costava nulla provare.
Prese lo zaino e lo posò sul pavimento accanto alla ragazza sorridente.
"Grazie".
"Io mi chiamo Marti, lui è un mio amico."
"Ehm... Io mi chiamo Asia. E nessuno mi aveva mai chiesto di sedermi vicino a lui."
"A parte..."
"Esatto".
"Mi dispiace, avremmo dovuto dirtelo prima." le disse il ragazzo, che intanto si era seduto.
Non sapendo cosa rispondere, Asia tirò fuori l'astuccio dallo zaino e si tolse il suo nuovo cappottino di panno.
"Stai con un ragazzo di quarta, vero?" le chiese Martina.
"Da piccoli giocavamo spesso insieme." aggiunse, aprendosi una parentesi di ricordi nella mente.
"Si, Fortuné."
"Da quanto?"
"Da quando sono arrivata."
"Come mai ti sei trasferita? Se posso saperlo..."
La professoressa fece il suo ingresso nell'aula e, dopo l'appello, cominció la lezione.
Tre professori si susseguirono prima dell'intervallo.
Martina e il ragazzo con lei le fecero compagnia passeggiando per il corridoio. Fortuné non era ancora uscito dalla sua classe, forse intento a terminare una verifica. Solo qualche minuto prima del suono della campanella andò a salutarla, visibilmente felice di non trovarla in solitudine.
Lei ancora non si fidava del tutto di quei due ragazzi ma Fortuné li conosceva, probabilmente aveva solo paura. La ragazza camminava lentamente, spostando lo sguardo su ogni cosa del corridoio, sebbene fosse disadorno. Invece il ragazzo guardava soprattutto il pavimento. Non parlava spesso, si limitava a seguirle in silenzio.
Deve essere molto legato a Martina, pensò notando il suo sguardo che in realtà non era perso, ma attento. La seguiva in tutti i movimenti, pendeva dalle sue labbra. Aveva scorto la sua attenzione al gesticolare di Martina, ogni movimento, seppur minimo, delle sue mani, guidavano il suo sguardo come un incantatore fa con i suoi serpenti.
Probabilmente Martina non lo sapeva ma era il centro dei pensieri di quel ragazzo; ragazzo ignoto ma di cui aveva scoperto un poco senza che lui glielo raccontasse.
"Asia" le disse lui, cogliendola di sorpresa, "Quei fiori fanno a pugni con la base di quel colore, non credi?"
"Non... non tanto."
Annuí e tornó ad essere silenzioso.
Fece ancora più attenzione al suo comportamento e non poté fare a meno di pensare che prima o poi lui gliel'avrebbe confessato.
Marti invece aveva occhi solo per la lezione e il suo sguardo, che di tanto in tanto si spostava sulla finestra era gelosamente bramato dalla persona più impensabile.
Presto giunse l'ora dell'uscita e i componenti della classe si sparpagliarono nel corridoio schiamazzando. Fortuné la aspettava all'uscio e, come gli si avvicinó, la prese a braccetto. Martina gli stava accanto e parlava con lui di uno strano episodio vissuto insieme anni prima. Tra la folla frettolosa di uscire ad Asia venne un giramento di testa inizialmente lieve e poi sempre più debilitante, che la costrinse a chiedere a Fortuné di fermarsi. Erano ormai all'esterno e una leggera pioggia solleticava gli ombrelli. Dopo pochi minuti arrivó la madre di Martina e la fu impossibile convincerla che sarebbe tornata a casa a piedi sotto la pioggia senza conseguenza. La minuta vettura della signora inglese la portó alla sua villetta.
Andy non appena sentí un'automobile sostare davanti al vialetto spostò la tenda per sbirciare e, vedendo Asia con altre persone, uscì portandosi un ombrello che Mika aveva dimenticato all'ingresso un paio di ore prima.
La madre di Martina, vedendolo arrivare, abbassó il finestrino per scambiarci qualche parola.
Andy si abbassó e come poté vedere la giovane donna rimase a bocca aperta.
"Uhh Mar ga reth"
"Chi non muore si rivede, Dermanis. Come va?"
"Giusto... A me va benissimo. Perché non scendi?"
"Oh, non preoccuparti. Lei è tua figlia? Chi avrebbe mai detto che Dermanis si sarebbe sposato?"
"Non mi sono ancora sposato, infatti. E lei chi è?" chiese indicando la ragazzina accanto ad Asia.
"Martina, mia figlia. È in classe con... Asia. "
"Wow! Hai voglia di restare a pranzo? Non c'è nessuno, solo io e Asia, oggi."
"Mi farebbe molto piacere ma devo tornare a lavorare tra neanche 20 minuti."
"E Martina? Lei resterebbe sola."
"Sempre il solito, Dermanis. Si, lei può restare se vuole. Soddisfatto?"
"A me va bene" disse subito Martina.
"Lei non ha preso alla mamma." aggiunse.
"Vedi di non darle buca al primo appuntamento dopo settimane in cui le chiedi di uscire." le risposte ricordando un episodio della loro giovinezza con aria grave.
Andy aveva insistito per uscire con lei per provare a crearsi una vita "normale" quando aveva 16 anni ma ogni volta, non riuscendo a venire a patti con la propria realtà, falliva (fortunatamente).
"Un giorno non tanto lontano mi capirai, credimi" chiuse il discorso lui aprendo la portiera posteriore.
"Stai bene, Asia?"
"Ora si, prima le girava la testa. Per questo l'ho fatta venire con mamma" rispose Martina.
"Grazie Margareth, magari questo pomeriggio parliamo di quella cosa, okay?"
"Va bene" acconsentí la donna con un sorriso celato.
Entrarono a casa e vennero inondati di calore.
"Non c'è Mika?" chiese Asia.
"Torna alle tre, ha degli impegni."
Andy andó subito in cucina e cominció a preparare qualcosa di commestibile sotto gli occhi attenti delle giovani.
"Ora dove vivete?" chiese Andy dopo un lungo silenzio.
"Io e mamma viviamo non molto lontano da qui, il fine settimana vado da papà in albergo."
"Sono divorziati?"
"Si, ora lui vive nel nostro hotel e noi nella casa in cui vivevamo anche con lui."
"Capisco..." disse sedendosi di fronte a loro su uno sgabello.
Prese il telefono dal ripiano e compose il numero di Mika, che conosceva a memoria. Quando rispose cambiò stanza e, trovandosi a far nulla, anche loro si spostarono. Errando per i corridoi di quella casa spesero una decina di minuti, cioé finché Andy non le chiamò per il pranzo.
Andy non fece che fare domande all'amica della figlia, segretamente affezionato a sua mamma. A Martina sembró quasi che l'uomo davanti a lei volesse provarci con la madre, ignara di un particolare della vita di Andy.
Una volta finito di mangiare restarono un po' a parlare con Andy, che quel giorno sembrava aver ingoiato una radio, poi andarono in salotto e fecero i compiti sul divano.
All'ora che aveva detto ad Andy Mika tornó, più affamato il telefono di carica che lui di cibo.
Non fece in tempo a levarsi in giubbotto che era già alla ricerca di un caricabatterie.
Si mise a cercarlo su un ripiano accanto alla vetrata che lo divideva dal salotto, senza neanche accorgersi di Asia e la ragazzina che non conosceva.
"È tuo zio?" chiese Martina indicando l'alto uomo che era appena entrato nella casa.
Asia fece in tempo solo ad aprire la bocca in procinto di risponderle prima che Mika urlasse.
"AMOORE DOVE È IL CARICABATTERIE DEL TELEFONO? AANDY"
A quel punto non poté che aggiungere un "Più chiaro di così..."
"Chiarissimo." rispose lei ridendo.
"Mika... Il caldo di dicembre?"
"Asia, non è dic..." le rispose alzando lo sguardo.
Il tempo di notare la ragazza accanto a lei e divento dello stesso colore della sciarpa bordeaux che portava arrotolata intorno al collo.
Passó in un attimo dalla faccia di chi la sa lunga a quella di chi si sarebbe piacevolmente sotterrato.
"Il caldo di dicembre?" ripeté Asia.
"Esatto, ho solo caldo." disse togliendosi la sciarpa.
"Non sono mica il re" disse scimmiottandolo con le sue stesse parole il primo giorno che si erano conosciuti, quando le era caduta addosso.
Andy arrivó in quel momento con il caricabatterie in mano.
"Tieni" disse porgendoglielo.
"Ah, lei è Martina, ha accompagnato Asia a casa con suo madre."
"Ciao, io sono Mika" disse entrando nella stanza seguito da Andy.
"Stavi nuovamente male?" chiese ad Asia mettendo in carica il telefono.
"Si" rispose semplicemente.
"Domani andiamo dal dottore."
"Va bene."
"Hai conosciuto Margareth, la mia compagna di classe, tu?"
"Credo di si, ma non eravamo neanche fidanzati."
"È sua madre."
"Ah, bello." commentó senza sapere cos' altro rispondere.
"Beh, lasciamole studiare. A dopo." disse prendendo Andy per un braccio.

"Fantastico" disse Martina appena furono sole.

Signore e signori ecco a voi la prima volta nella mia vita che scrivo due capitoli in due giorni! Per farmi perdonare :)

Ancora Buona Pasqua, questo capitolo non era previsto lol.

POISED • Mika •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora