-Non c'era un bacio in sospeso?

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-Mika, ho un'idea per Natale.-
-Dimmela allora.-
-Potremmo andare in campagna, non abbiamo mai passato il natale fuori dalla città.-
-Campagna a Londra?-
-Macché, lontano. Francia.-
-È una buona idea, cerca qualche posto in affitto su internet.-
-Già fatto, vieni a vedere.-
Indicai il computer che avevo sulle ginocchia e lui si mise comodo accanto a me per vedere bene.
-Questa è la sala da pranzo, con quel grande camino e il tavolo ampio.-
-Perfetta.-
-Ci sono tre camere da letto, una matrimoniale e le altre due con tre letti singoli ciascuna. Poi c'è il salotto con un altro camino, una libreria e dei divani. Per Natale ci metteranno l'albero, spero.-
Le fotografie scorrevano nello schermo e vedevo Mika sempre più convinto che fosse una buona opportunità.
-Hai già chiamato?-
-Volevo decidere con te, e poi chi è che parla il francese tra noi due?-
-Vuoi andare qui?-
-A te piace? A me basta che ci sia tu.-
-Smettila di dire minchiate e dimmi se ti piaccia o meno.- ribatté ridendo.
-Oggi romanticismo allo stato puro. Se piace anche a te andiamo.-
-Dopo chiamo.- rispose chiudendo il PC e avvicinando il viso al mio, appoggiando dolcemente le labbra. Dopo pochi attimi si allontanó appena.
-Con chi andremo? Ci sono 6 posti oltre a noi.-
-Con Asia ne mancano 5.-
-Fortuné e ne mancano 4.-
-Mia sorella e tua mamma?-
-Per forza?-
-Non vuoi Joanie?-
-Sì ma... papà? Poi ne rimane solo uno.-
-Uno per Zuleika e abbiamo finito.-
-Sicuro?-
-Certo, poi sta tutto nel chiedere se possano venire.-
-Lo faccio subito.- disse alzandosi per prendere il telefono appoggiato nel mobile accanto al divano.
-Ma... non c'è un bacio in sospeso?-
Mi scoccó un bacio sulla guancia e compose il numero che conosceva a memoria.
Conversó con la donna in francese per qualche minuto, poi passó alla sorella minore.
-Mamma non viene, va con papà a New York da nonna e si portano dietro Fortuné. Zuleika è tutta per noi.-
-Fortuné? E come farà ora Asia a stare due giorni senza di lui?- commentai aggiungendo una risata.
-Chissà, credo che ora non sia uno dei suoi pensieri. Oggi non tornano per pranzo, lo sai?-
-Sì che lo so, mangiano al parco e dopo dipingono lì.-
-Mh, molto informato.-
-Secondo me stanno accoccolati su una panchina e non disegnano un bel niente.-
-Andiamo a fargli una sorpresa?-
-Ci sto.-
-Vieni con me in studio 15 minuti per l'ascolto e dopo andiamo.-
Annuii sorridente, passare del tempo insieme era sempre un piacere e in quel periodo di pausa di entrambi stava diventando abitudine. Con l'arrivo di Asia avevamo spostato tutti gli impegni a casa o comunque a Londra, in modo da essere sempre presenti. Presto però gli impieghi vicini sarebbero finiti e le nostre professioni ci avrebbero portati nuovamente a viaggiare, anche se meno rispetto ai ritmi a cui eravamo soliti prima di metter su famiglia. Dopo meno di un mese sarei stato costretto a trasferirmi in Grecia per qualche tempo per cominciare le registrazioni di un nuovo progetto ma Mika sarebbe rimasto a Londra. Una volta terminato l'album Mika avrebbe dovuto riprendere a viaggiare per la promozione e, dopo ancora, per il tour in cui l'avremmo però accompagnato.
-Andy, dove è il mio caricabatterie? Devo chiamare Paloma e Yasmine ma non ho carica.-
-Non ne ho la più pallida idea, Mika. Dovresti riabituarti ad essere ordinato, tra qualche tempo dovrai ricominciare a cambiare casa ogni due giorni.-
-Non farò come ho sempre fatto, sarò più padre e meno popstar, per una volta potrei anche impegnarmi ad essere compagno. Mi presti il tuo?-
Gli passai il mio telefono.
Lo afferró e digitó il codice con la stessa naturalezza con cui l'avrebbe fatto con il suo.
-Come hai salvato Paloma?-
-"Paloma".-
La cercó in rubrica, poi appoggió il telefono all'orecchio.
La ragazza rispose con un "Tesoro mio! Da quanto non ti sentivo." e il fratello, con una punta di invidia per la tenera dimostrazione d'affetto, rispose con un furbo "Da due giorni, sorellona.". Dopo 15 minuti di conversazione appoggió il telefono sul mobile accanto a me e si stravaccó comodamente sul mio corpo. Stavo cominciando ad addormentarmi e per poco non caddi dal divano.
-Non chiami Yasmine? Stavo giusto per farmi un pisolino.-
-Non c'era un bacio in sospeso? Non vorrai dirmi che ci rinunci.-
-Dai Mika, ho sonno...-
-Va bene...- disse tirando la mia camicia ai lati per poi lisciarla passando una mano sul mio petto. Dopodiché pose la sua pesante testa sulla superficie che aveva preparato con tanta attenzione. Scostai le ciocche di capelli che gli coprivano la fronte e lui aprí e sollevó gli occhi, osservandomi attento. La mano che aveva precedentemente posto sul mio petto si spostó sul mio collo, in cui cominció a fare su e giù lentamente. Sentivo appena il suo polpastrello muoversi in quella danza che andava a tempo con la musica silenziosa dei nostri cuori e, lo devo ammettere, diventava sempre più veloce. D'un tratto il dito si arrestó, ma la danza non finí lì, la musica c'era ancora e chiedeva prepotentemente che qualcuno la seguisse. Le nostre labbra, le nostre lingue, le nostre mani, le occhiate, i lunghi silenzi, i sospiri, i teneri pensieri e tutti i nostri corpi continuarono inesorabili questa danza finché la stanchezza non ci prese e finimmo addormentati.
Mi svegliai alle due, la mia pancia brontolava, ma non mi alzai subito. Godetti per qualche minuto della presenza di Mika accanto a me, con le braccia che mi avvolgevano e il viso posizionato sul mio petto come qualche ora prima. Feci scorrere una mano sulla sua schiena nuda, in un tentativo vano di riscaldarlo. Lí decisi di alzarmi, non tanto per la fame quanto per prendere una coperta all'uomo accanto a me. Presi la coperta a cuori che mi aveva dato tempo addietro, la aprii e gliela stesi sopra, poi andai in cucina e preparai un pasto leggero per noi due. Quando posizionai i due piatti nella penisola alle mie spalle mi accorsi della figura assonnata che mi osservava appoggiato allo stipite della porta.
-Non mangi?-
-Certo che mangio.- rispose facendo qualche passo per raggiungere la sedia accanto a me. Si sedette di peso e appoggió subito un gomito al ripiano tenendosi la testa.
-Dopopranzo chiamiamo quelli della casa, Yasmine e mamma, poi andiamo in studio e dopo ancora facciamo la sorpresina ai piccioncini. Okay?-
-Dopopranzo dormiamo, dormiamo e dormiamo. Okay?-
-Niente Okay- risposi ridendo, stimolato dal sorriso sghembo che era comparso nel suo viso.
I miei piani furono seguiti:
•Yasmine e mamma sarebbero venute;
• Saremmo partiti il giorno dopo per andare nella villetta appena prenotata;
•Asia e Fortuné stavano davvero dipingendo un paesaggio invernale al parco.

~Mika~ il giorno seguente

Dovevo ancora comprare tutti i regali per la mia famiglia e non avevo la più pallida idea di come sarebbe finita la giornata.
Avevo scelto solo quello per Andy, l'avevo visto su internet e mi era sembrata una buona idea; Due braccialetti, uno rosso e uno blu, che rilevano il battito cardiaco e lo trasmettono all'altro bracciale che, alzando il volume, fa sentire il battito del cuore del compagno pur essendo dall'altra parte del pianeta, come me ed Andy per metà della nostra relazione. Tante volte mi era venuta voglia di appoggiare l'orecchio al petto Andy, di sentire il suo cuore battere e il torace alzarsi e abbassarsi ad ogni respiro, ma spesso era stato impossibile.
Ad Asia avrei preso un libro che avevo letto per la prima volta da ragazzo e che avevo riletto mille volte: Il Piccolo Principe. Fortuné avrebbe ricevuto una felpa rossa, ne presi una anche per Andy ma blu. Passai in rassegna i miei negozi preferiti di Londra e, alla fine della giornata avevo una decina di pacchetti già pronti in una busta.
Tutto quello che mi restava da fare era consegnarli, preparare le valigie e godermi le vacanze con le persone che più mi interessavano.

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