Domani

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Oh no, la scuola. Oggi per me riniziava tutto. Fortuné sarebbe dovuto venire a prendermi dopo mezz'ora. Terribile ritardo, ma non era una novità. Riuscii a essere pronta in tempo, ma dovetti rinunciare alla colazione. Scrissi velocemente un biglietto per Mika e Andy che dormivano e uscii di corsa verso Fortuné. Era a metà vialetto, lui sempre in orario. Appena gli fui vicina lo baciai e lui mi sollevó di qualche centimetro da terra. Era facile per lui, alto com'era. Il tragitto fu breve e allegro. Era una bella giornata di sole, molto italiana. Le nostre dita si incrociarono e non si lasciarono finché non dovremmo separci per entrare in classe. Le nostre classi erano l'una accanto all'altra. Dal mio banco potevo sentire la prof spiegare. Il mio banco che non era più vicino a quello della mia "fidata" amica. Ora ero da sola, e ci stavo bene; Anche se non parlavo con nessuno... mi bastava il mio dialogo interiore sempre attivo e il foglio su cui stavo disegnando durante la lezione. Durante l'intervallo un gruppetto mi si avvicinò con aria non molto "amichevole". Appena cominciarono ad avvicinarsi con i loro ghigni sentí una voce da dietro di me. Mi stava salvando una seconda volta.
- Ciaao, state facendo conoscenza con lei? È molto simpatica. Però ce ne sono di migliori, perché non andate da loro? Non credo che lei voglia chiaccherare con voi.- Uno di loro lo squadró con faccia schifata.
-È arrivato il santarellino. Come sei buono... Tienitela pure.-
- Grazie...- gli sussurrai appena si allontanarono.
- Ma te li cerchi?- mi chiese ironico
- Sono una calamita-
- Effettivamente...- Si abbassó e avvicinò il suo viso al mio. Il suo respiro mi riscaldava, più del sole. Proprio un quadretto romantico eh? Concordo. Finché non arrivó una professoressa che, distratta ci venne addosso. Possibile che ci fosse sempre un rompipalle in giro? - Scusate ragazzi- si scusó frettolosamente.
- Non si preoccupi-
- Che carini.- disse fermandosi a guardarci sorridente.
Imbarazzo totale.
-Arrivederci, devo proprio andare. Penniman ricordati la tavola in più domani.-
-Arrivederci.- le rispose tirandomi per un braccio.
- Ci manca solo che spunti fuori Andy-
- Shh non nominarlo.- mi comsiglió ridendo.
- Tranquillo, ha dormito a casa oggi, non si sposterà da quel letto fino a mezzogiorno, come minimo.-
- Ci mettono più a litigare che a far pace- La campanella suonò e dovemmo nuovamente tornare nelle nostre classi per le lezioni. Appena mi sedetti Elena si avvicinó.
- Come va?-
- Stammi lontana-
- Ringrazia che siamo in classe. Simpatico il tuo amichetto, ma è fidanzato. Lo sapevi? Scommetto di no.- di disse con tono di sfida.
- E io dovrei anche crederti?-
Si diresse al suo banco con un ghigno stampato in faccia e si sedette, per poi rialzarsi immediatamente all'entrata del professore.
La giornata continuó noiosa fino all'ora di uscita delle classi. Fortuné mi aspettava davanti alla porta della mia classe. Andammo insieme a casa e rimanemmo insieme tutto il pomeriggio. Mika ci ronzó intorno per la noia finché non finimmo i compiti e potemmo uscire con lui e Mel per passeggiare al parco.
A un certo punto vidi Elena avvicinarsi, se ne accorse anche Fortuné quindi chiese a Mika di tornare indietro.
- Perché? - chiese lui stranito.
- Ho bisogno di un bagno-
-Ahh-
Cercai di soffocare una risata sul giubbottino di Fortunè ma Mika se ne accorse comunque.
-Che ridi? Succede a tutti-
-Certo- dissi ridendo.
- Ssssh-
- Poi torniamo però- Avvertì Mika, non intenzionato a rinunciare alla passeggiata.
- Se il sistema digerente di Fortunè ce lo permetterá.-
Era stato geniale nell'inventarsi quella scusa, solo lui. Tornammo a casa e Fortunè fece finta di correre verso il bagno. Tornò dopo 10 minuti. Un sonno miracoloso fece addormentare Mika sul divano appena arrivammo, rimase fermo per la prima volta in tutto il pomeriggio.
- Non merito un ringraziamento? Eh, se non ci fossi io...- disse entrando nella stanza, con finta aria presuntuosa.
- Grazie-
- Non mi basta-
Lo baciai.
- Non mi basta-
- Vai dall'altra se io non ti basto.Oggi Elena mi ha detto che stai con un'altra, vai da lei. - Risposi ridendo.
- Lo farò-
- Ma zitto.-
- Sei stata tu a proporlo!-
Lo zittii con un cenno della mano.
- La bellezza è inversamente proporzionale all'intelligenza, spesso-
-Tu ne sei la prova. Oh no? Fortuné penniman è intelligente quanto brutto. -
- Io sono l'eccezione che conferma la regola- Sussultammo nel sentire la sua voce. Non credevo fosse sveglio.
- La bella addormentata nel bosco si è svegliata. - affermó il più piccolo.
- Esattamente. E tu fatti bastare i baci.- Arrossí, non pensava stesse ascoltando. - La bella addormentata nel bosco è sveglia da un pezzo- aggiunsi io.
- Si, ma non volevo interrompervi-
- Come sei gentile.-
-Eh si...-
Si buttò sul divano accanto a noi e chiuse gli occhi, iniziando a parlare.
-Domani dobbiamo andare a pranzo da Andy. Ci ha invitato la madre. Credo stia organizzando un omicidio.-
-E dobbiamo andarci?-
-Certo che si...-
-Perché?-
-Come "perché?"! Sono i genitori di Andreas. La madre ha detto che vuole conoscerti ma sappiamo tutti benissimo che finirà male. Secondo loro è colpa mia se hanno un figlio gay, quindi fanno di tutto per allontanarci.-
-Ma...-
-Lo so. Fortuné vuoi venire?-
-Ehm...-
-Daii!-
-Va bene. Hai già chiesto a mamma? -
-No. Quando ti accompagno glielo chiedo io.-
-Va bene.-
-Anzii!- esclamò ballando in piedi.
-Andiamo ora!- continuò subito.
Lo fece alzare tirandolo per un braccio.
-Asia vuoi venire?-
-Ehm...-
-Si, vuoi venire.- asserí ridendo.
Stavamo per uscire dal bel portone in legno quando Mika si accorse dell'abbigliamento di Fortuné e lo mandò subito a prendere uno dei suoi giubbottini. Lui tornò all'ingresso con una giacca a vento blu scuro, che gli avrebbe restituito senza bisogno di minacce perché era di Andy. Mentre eravamo da Joanie il telefono di Mika squilló. Era Andy.
-Mika sto venendo a casa. Dormo da te.-
-Okay, arriviamo. Hai portato le chiavi?-
-Sì ma tanto...-
-Ci vediamo, sisi.-
Chiuse la chiamata e mi disse di prepararmi a uscire di nuovo.
Salutai For un'affettuosa carezza sulla schiena e la madre con un abbraccio, poi uscimmo.
Trovammo Andy ad aspettarci, infreddolito, davanti alla porta.
-Arriviamo subito, no?- scimmiottó a Mika
-Potevi entrare. Hai le chiavi da anni.-
-Non è casa mia.-
-Ma se passi più tempo qui che dai tuoi!-
-Mika lo sai! Se mi da fastidio è così e basta.-
-A me da fastidio che tu non entri a casa mia a meno che non ci sia io.-
-Smettila di lagnarti!- terminò Andy, con un borbottio di risposta da parte del moro, seguito da un pizzicotto sul fianco e numerose, numerose e numerose risate.
La serata terminò così, con un'insensata allegria a pervadere la casa.
Calda luce della famiglia.

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