[Asia]
Parlava andando avanti e indietro per la camera. Spostava oggetti e apriva cassetti per non restare fermo. Dal telefono proveniva una voce maschile, una voce da Polifemo. Non sapevo identificarla ma era una voce che, nella mia immaginazione, sarebbe andata bene a Polifemo. Michael era radioso e non di rado scoppiava in fragorose risate che lo facevano contorcere. Dopo 10 minuti chiuse la chiamata e mi diede il Buongiorno.
-Stamattina dobbiamo partire. Sei pronta per venire con me?-
Annuii sorridente.
-Bene. Che ne dici di cercare un regalo per la bambina di ieri e portarglielo? Poi andremo all'aeroporto.-
-Ah, dicevi sul serio? Torneremo da Alyssa?-
-Certo che dicevo sul serio, gliel'ho promesso.-
-E cosa vorresti prenderle?-
-Beh, questo lo chiedo io a te...-
-Una scatola di pastelli. Gli altri bambini glieli rubano sempre per dispetto e lei non può colorare.-
-Perfetto. Io esco a comprarli e tu intanto ti prepari, okay?-
-Va bene.-
Prese una borsa marroncina e si infiló un giubbottino blu, poi aprí la porta e mi salutó dicendomi di cercare nella sua valigia se avessi avuto bisogno di qualcosa.
Tirai fuori dal mio trolley dei vestiti e lo spazzolino, poi andai a lavarmi. Appena uscii dal bagno entrò Michael con una scatola verde tra le braccia.
-Sei pronta?-
-Devo solo legarmi i capelli.-
Raccolsi i miei capelli ondulati in una coda alta e uscimmo. Al primo piano dell'albergo ci salutarono tutti.
Prendemmo un bus per arrivare all'istituto, dove trovammo la direttrice proprio all'ingresso.
-Signor Penniman, ci vuole già riportare la ragazzina?- disse ridendo.
-Nono, per ora me la tengo. Tra poco abbiamo il volo. Possiamo consegnare questo pacco a una bambina di qui?-
-Immagino di si. Per chi è?-
-È per Alyssa, quella con i capelli lunghi.- intervenni io.
-Dia qui, provvederó io stessa.-
-Se permette vorrei farlo di persona, ho fatto un patto con la ragazzina.-
-Se preferisce... Signor Torri! Accompagni i signori alla stanza 14.-
L'uomo ci accompagnó da Alyssa.
Mi bació sulla guancia, poi andó da Michael, che si inginocchió di nuovo.
-Ho mantenuto la promessa, hai visto? Ti ho portato un regalo.- disse porgendole la scatola. La aprí e ringrazió Michael con un bacio.
-Un giorno ci rivedremo e tu sarai un'artista di fama, ne sono sicuro.-
Arrossí all'inverosimile e si coprí la faccia con le mani.
- Ci fai vedere dei tuoi disegni?-
Annuí e ci portó una cartellina piena di disegni, che esaminammo singolarmente. Non li avevo mai visti, erano veramente belli per essere fatti da una bambina così piccola.
-Aly noi dobbiamo andare, ma non spariró. Va bene?-
-Va bene.-
Un ultimo bacio e uscimmo per andare all'aeroporto.
Dopo aver fatto tutti i controlli ci accomodammo in una poltroncina.
Michael smanettava al telefono quando sentí una voce e si voltó entusiasta, alzandosi.
-Mikaa!-
Chi era? Una parente forse? Mika deve essere un diminutivo di Michael
-Grazie Mika, davvero, mi hai salvato la vita.-
-Grazie a te.-
Non era una familiare, troppo cerimoniosa.
-Possiamo fare una foto?-
-Certo.- disse prendendo un telefono e facendo un selfie con la ragazza.
La salutó con un cenno della mano, poi tornó vicino a me.
-Michael cosa...-
-Mika. Chiamami Mika.-
-Cosa...-Innanzitutto GRAZIE. In questi 7 giorni mi avete regalato tante emozioni. Non mi aspettavo tante persone interessate alla mia storia, scritta da una 14enne inesperta quindi mi ha stupito notevolmente vedervi apprezzare.
In quanto alla storia volevo precisarvi che pubblicheró sempre di martedì, ogni settimana.Spero vi piaccia e che i lettori aumentino, anche se 61 (il numero al momento) sono comunque tantissimi per me.
Sono ben accette critiche nei commenti ;)
Alla prossima settimana!
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POISED • Mika •
FanfictionEra tardi e Andy dovette tornare a casa dai genitori, dove viveva. Rimanendo ancora una volta sola mi diressi verso la stanza accanto, dove avevo lasciato Mika. Era solo e girato di spalle, guardava fuori dalla finestra. Mi avvicinai silenziosamente...