CHAPTER II

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( Harold nella foto )

Quella mattina mi svegliai con le lacrime agli occhi: probabilmente avevo fatto il solito incubo ed ovviamente non ricordavo nulla.
Il solito dannato incubo.
Avrei pagato per poterlo ricordare, ma di una cosa ero certa: era sempre lo stesso.
Come lo sapevo?
Perché tutte le volte mi svegliavo con lo stesso senso di inquietudine e angoscia, come se fosse successo o stesse per accadere qualcosa di brutto.
Mi alzai dal letto andando dritta verso il bagno per guardami allo specchio.
I miei occhi erano gonfi e le mie guance leggermente arrossate.
Feci una doccia veloce e mi vestii con un paio di jeans ed una felpa blu abbastanza larga per poi scendere di sotto in cucina.
- Buongiorno dormigliona - mi salutò mia madre sorridente.
- Buongiorno anche a te - risposi.
Stava preparando la colazione.
Chloe non si era ancora alzata, in effetti era decisamente presto.
Presi la giacca e me la infilai aprendo la porta per uscire:
- Dove stai andando? - chiese mia madre guardandomi confusa.
- Da Harold - risposi alzando le spalle.
- Mangia almeno qualcosa! - mi urlò isterica.
Da qualche tempo avevo cominciato a saltare la colazione al mattino e mia madre ovviamente mi faceva la predica ogni volta.
Forse era solo preoccupata per la mia salute.
- Non ho fame - risposi bruscamente chiudendo la porta alle mie spalle e coprendomi con il cappuccio.
L'aria era fredda e come al solito una leggera nebbia faceva da sfondo a quella tetra e buia città.
Mi incamminai per i vicoli ancora deserti tra gli sguardi di alcuni passanti:
- Ehi ragazzina dove vai? - la voce di un uomo seduto al lato della strada mi fece voltare ad osservarlo per qualche secondo.
Subito distolsi lo sguardo continuando a camminare.
Un poveraccio.
Se non ci fosse stato nessuno sulle strade sicuramente mi avrebbe messo le mani addosso.
Non si ci poteva fidare di nessuno.
Finalmente arrivai davanti ad un enorme cancello d'argento.
Due uomini mi vennero incontro: erano dei cacciatori.
- Ferma - mi fece segno uno di loro.
Mi tolsi il cappuccio scoprendo il mio viso.
- Kylie sei tu. Non ti avevamo riconosciuto. Stai bene? - mi chiese scrutandomi.
Che razza di domanda era?
- Certo - feci ovvia.
- Sei più pallida del solito - aggiunse l'altro.
- Grazie Flinn - alzai le sopracciglia sarcastica.
La mia carnagione era decisamente chiara, questo lo sapevo ma non era di certo colpa mia se sembravo un cadavere.
Flin e Greg erano due cacciatori.
Lavoravano per il clero ed avevano il compito di sorvegliare le porte dell'edificio.
Erano amici di mio padre, li conoscevo praticamente da quando ero piccina.
Entrai nell'enorme edificio davanti a me percorrendo i lunghi corridoi, dritta ad una stanza.
Bussai alla porta.
- Avanti - una voce dall'altro lato mi invitò ad entrare.
- Kylie che bello rivederti! - Harold mi venne incontro abbracciandomi.
- Mi sei mancato - ricambiai l'abbraccio sorridendo.
Harold era il mio migliore amico, nonché figlio di Keaton, capo del clero.
Eravamo amici d'infanzia, ci conoscevamo da prima che cominciasse questa guerra tra umani e vampiri, quando tutto era più semplice.
Nonostante fosse figlio di un uomo importante e quindi ci si aspettasse da lui un certo comportamento, aveva da sempre infranto le regole.
Lo simboleggiava quel piercing al naso, come simbolo della sua indipendenza.
Ricordavo ancora le urla di suo padre quando lo aveva scoperto.
- È da un po' che non ci vediamo. Cosa mi sono perso? - ridacchiò facendomi segno di sedermi accanto a lui.
I suoi capelli scompigliati erano davvero buffi.
- Ho bisogno di parlarti - il mio sguardo diventò serio.
- Dimmi -
- Ieri notte ho trovato la finestra della camera di Chloe aperta. C'era del sangue -
Lui spalancò gli occhi visibilmente sconvolto.
- Chloe? - chiese preoccupato.
- No lei sta bene. È solo che la finestra era stata chiusa al suono della sirena ma subito dopo l'ho trovata aperta -
- Mi stai dicendo che..-
- Ho paura che sia entrato qualcosa - alzai gli occhi incontrando il suo sguardo.
- Devo assolutamente riferirlo a mio padre - scattò in piedi.
Ci recammo in un altra sala percorrendo i maestosi corridoi di quella specie di reggia.
Era buffo vedere in quanto sfarzo e ricchezza vivesse il clero paragonato alla gente che viveva fuori dalle mura.
Harold entrò in una stanza bussando ad una porta.
- È meglio che aspetti qui - mi poggiò una mano sulla spalla.
Io annuii sedendomi su una delle sedie lì vicino.
Speravo solo che uscisse da quella porta con una risposta.
Dopo pochi minuti lo vidi tornare con una espressione preoccupata:
- Harold tutto bene? - gli chiesi.
- A quanto pare ci sono stati altri attacchi in città -
Spalancai gli occhi.
Poi continuò:
- Secondo alcuni si tratta di semplici attacchi di animali, ma secondo mio padre sono stati i vampiri. Non ne abbiamo la certezza ma le prove portano a loro -
Impallidii a quelle parole.
- Non siamo più al sicuro? - sussurrai spaventata.
- Non sto dicendo questo. Soltanto dobbiamo tenere gli occhi aperti. Quel sangue che hai trovato sulla tua finestra potrebbe appartenere ad un vampiro. Mio padre mi ha detto che ieri notte uno dei cacciatori ha trovato in un vicolo una donna priva di sensi. È stata morsa. Il suo carnefice era ancora lì ed uno dei cacciatori è riuscito a colpirlo ma solo di striscio -
Ero rimasta con la bocca aperta ad ascoltare.
Quindi era sangue di vampiro?
- Ma per quale motivo ha attaccato una donna? Non possono salire in superficie! - allargai le braccia.
- Non so rispondere a questa domanda Kylie - abbassò lo sguardo sconsolato.
Ero terrorizzata.
Vivevamo così vicini a quei mostri eppure non ne avevo mai visto uno da vicino.
Il solo pensiero che potesse essersi avvicinato alla camera della piccola Chloe mi faceva venire i brividi: avrebbe potuto ucciderla!
Dovevo fare qualcosa.
- Devo andare - farfugliai veloce prima di allontanarmi da lui.
- Aspetta Kylie - mi chiamò.
Non mi voltai e cominciai a correre fino a casa.

Entrai con il fiatone.
- Kylie! - mi urlò mia madre.
- Che c'è? - risposi.
- Ti sembra questo il modo di entrare dalla porta? -
Alzai gli occhi al cielo.
- Sorellonaaa - mi urlò la piccola Chloe prima di saltarmi addosso.
- Ti sei svegliata dormigliona - le scompigliai i capelli con una mano.
- Mi porti al parco oggi? - mi chiese facendo gli occhi dolci.
Scoppiai a ridere.
- Va bene -
- Evviva! -
Subito dopo mangiato accompagnai la piccola Chloe al parco giochi.
Saltellava qua e là per la strada felice.
Mi sedetti su una panchina mentre la osservai da lontano salire su un altalena.
Alzai gli occhi al cielo inspirando: odiavo questo tempaccio.
L'aria era fredda e quella dannata nebbia continuava ad aleggiare giorno dopo giorno.
Chissà se questa stessa notte sarebbe successo qualcosa.
In ogni caso sarei stata pronta.
Dovevo restare sveglia a fare la guardia a quella dannata finestra.
Dovevo proteggere la mia famiglia.
Un urlo mi fece tornare alla realtà.
Chloe.
La cercai con lo sguardo ma era sparita.
Cosa?
Ma se fino ad un attimo fa era proprio davanti a me!
Mi alzai di scatto urlando:
- Chloe! -
Mi guardai intorno di disperata fino a quando mi accorsi di una figura in lontananza tra gli alberi.
- Ehi! - urlai cominciando a correre verso quella cosa.
Quello non si mosse continuando a tenere lo sguardo basso.
Non appena fui abbastanza vicina da poterlo vedere meglio mi fermai di colpo.
Il sangue mi gelò nelle vene.
Due occhi rossi fissavano i miei.

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Ehi!
Ecco il secondo capitolo!
Spero vi piaccia! Fatemi sapere:)
Alla prossima!!!❤️

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