CHAPTER XI

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Vagner Bain.

Era questo il nome che non faceva altro che tormentarmi.
Ethan ne era sicuro, doveva essere stato lui: un millenario vampiro conosciuto dalla chiesa come " il sanguinario ", che si divertiva a catturava le sue vittime e torturarle.
I corpi venivano trovati annegati nelle paludi o appesi ai rami degli alberi.
Che razza di pazzo assassino appendeva le sue vittime ormai morte ai rami degli alberi?
Era raccapricciante.

Ethan mi aveva poi spiegato di come le radici nel Nemeton si aprissero a mezzanotte in punto e che soltanto alcuni, tra i più forti riuscivano a penetrare sulla terra dei vivi.
Vagner era stato tra questi.
- Ce ne sono altri ma non rappresentano un pericolo - aggiunse poggiando la tazza di tè bollente sul tavolino di legno davanti a lui.
Io me ne stavo seduta sulla poltrona affianco ad ascoltare con occhi sbarrati quella che  sembrava essere una storia dell'orrore e con la mia tazza tra le mani: ero talmente concentrata che per poco non mi ero scottata persino la lingua.
Sembrava una di quelle chiacchierate tra amici, accompagnata da una buona tazza di tè.
Avevo perso la cognizione del tempo.
In quel momento il mio telefono squillò: era Harold.

Oh no
Me ne ero completamente dimenticata.
Ethan inarcò un sopracciglio:
- Hai intenzione di rispondere o passare la serata a fissare lo schermo del telefono? -

La serata?

Guardai un attimo la finestra e mi accorsi che era maledettamente tardi e stava diventando anche buio fuori.
Mi ero dimenticata di chiamarlo.
- Ehm pronto? - risposi con voce incerta nonostante sapessi perfettamente di chi si trattava.
- Kylie è tutto a posto? Pensavo di fare un salto a portarti delle garze nuove per cambiare la fasciatura -
- No! - dissi tutto d'un fiato presa alla sprovvista.
- Cosa? Kylie ti senti bene? -
- Ehm tra poco c'è il coprifuoco è meglio che tu non esca -
Ecco la scusa perfetta.
- Kylie lo sai che posso farmi accompagnare dalle guardie di mio padre -
Maledizione peggio ancora.
Come gli avrei spiegato la presenza di Ethan?
Lo avrebbero scoperto subito e lo avrebbero ammazzato.
Aspetta un attimo.
È da quando mi importava di lui?
Scossi il capo confusa.
Probabilmente Ethan mi stava scambiando per una pazza.
- Ehm facciamo tra un ora? - chiesi speranzosa.
- D'accordo a più tardi allora -
Chiusi il telefono e mi buttai sul divano.

- Allora cosa dobbiamo fare con questo Vagner? - chiesi cercando di ritornare al discorso di prima.
- Nulla. Sarà lui a venire qui stanotte -
Mi alzai di scatto.
- Stai scherzando? - chiesi in preda al panico.
Lui rise alzandosi dalla poltrona.
- Tu farai da preda, al resto ci penso io -
Ma stava impazzendo?
O ero una pazza io ad averlo ascoltato?
Non ero pronta per una cosa del genere!
- Il tuo battito sta aumentando - disse lui calmo.
- Certo che sta aumentando! Mi hai appena detto che un vampiro assetato di sangue verrà da me stanotte! Come potrei stare calma? - dissi isterica.
Lui scoppiò in una fragorosa risata.
Non c'era nulla da ridere
- Resterò qui per stanotte - rispose.

Il campanello suonò:
Stupido Harold che arrivava sempre in anticipo, pensai.

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