Ero seduta apparentemente sola su una panchina in un parco familiare, un po' tetro e cupo con le fronde che coprivano quasi completamente i raggi della luna che illuminavano i vari cespugli di bacche sparsi qua e là. Sentii un fruscio provenire qualche metro davanti a me. Con passo cauto e silenzioso mi avvicinai agli arbusti. Quando mi sporsi abbastanza per vedere il proprietario del rumore il mio cuore fece un salto nel petto. Indietreggiai ancora più piano di quanto non avessi fatto per avvicinarmi ma, proprio come succede nei film, calpestai un dannato rametto vicino ad una radice. Ciò che avevo visto ed evitato così cautamente si stava girando. Proprio in quel punto alcuni raggi lunari riuscirono ad infiltrarsi tra le fitte chiome per illuminare ciò che mi angustiava di più: cominciai a vedere delle gambe snelle e sporche, poi una schiena, la più scheletrica e magra che avessi mai visto. La spina dorsale era perfettamente in risalto sotto quello strato di pelle sottile e pallida. Poi mi balzarono agli occhi due ali nere, ma non come quelle di Jules: colme di piume straordinariamente nere e lucide; quelle che vidi erano sì nere ma lacere e sporche. Il mio cuore cominciò a martellarmi all'impazzata nel petto, scandendo ogni singolo battito. Un urlo mi risalì la gola, aprii la bocca per squarciare il silenzio notturno con il mio assordante grido...
Qualcuno stava battendo una serie di fastidiosi pugni alla mia porta svegliandomi da quell'incubo. Mi alzai dal letto per andare a vedere chi stesse cercando di buttare giù la mia porta. Girai la serratura tre volte prima che un viso rosso di rabbia mi comparisse davanti.
- "Jules che ci fai qui a quest'ora?"
- "Possibile Isobel che non te lo ricordi già più, hai la memoria più corta di un pesce rosso! Ieri sera ti ho detto che avresti incontrato un mio amico che ti avrebbe spiegato tutto circa l'Accademia, Isaac mi sta facendo già un grosso favore, se poi tu ritardi..."
- "Oh mi dispiace" mi scusai battendomi una mano in fronte "Fra cinque minuti sono pronta. Aspettami!" Per un momento mi ero dimenticata di tutta la faccenda degli Angeli, sperando di risvegliarmi nel mio letto. Ma poi tutti i ricordi mi riaffiorarono e io non seppi se esserne felice o meno. In fondo era un'avventura -mi dissi-, quello che avevo sempre sognato. Scacciai con un gesto della mano questi pensieri. In quel momento però un'anta del mio armadio si spalancò e io lanciai un gridolino di sorpresa per poi ricordarmi delle mie doti speciali. Non ne ero ancora abituata. Ma grazie alla mia inesperienza aprii anche l'altra anta e scoprii che erano stati disposti dei vestiti sulle grucce. Me ne provai un paio e dopo 8 minuti - tempo record - uscii dalla camera e Jules era appoggiato al muro ad aspettarmi.
- "Ascoltami bene perché ho fretta e non lo ripeterò due volte: in fondo a questo corridoio troverai una porta che ti condurrà ad un passaggio all'esterno, lo percorri tutto e alla fine entri in un altro edificio. Lì troverai una specie di hall con una segreteria e chiederai di Isaac. Lui ti farà fare un giro e dopo aver risposto a tutte le domande che avrai da fare – ti prego contieniti e non andare sul privato, lui lo odia – ritornerai in segreteria, mi raccomando fatti dare l'orari delle lezioni e il numero della camera." Spiegatami questa vagonata di informazioni, sulle quali io mi fermai a troverai una specie di segreteria mi salutò con un abbraccio sussurrandomi <<buona fortuna>> e scappò nella direzione opposta a quelle che avrei dovuto prendere. Mi incamminai a passo svelto verso la porta e appena la spalancai uno splendido passaggio mi si aprii davanti agli occhi: c'era un sentiero ai cui bordi erano s'innalzavano alberi dal grande tronco che con i loro fronde coprivano il firmamento. Era veramente uno spettacolo per la vista. In quel momento mi dimenticai completamente di avere fretta e camminai tranquillamente per osservare più elementi possibili. Mi appuntai mentalmente che un giorno l'avrei disegnato. La mia quiete fu però interrotta da pensieri cupi che mi affollavano la mente: ancora quel sogno, ancora quel corpo scheletrico, ancora quelle ali lacere e ancora quel demone. All'improvviso la mia mente rannuvolata da immagini tetre fu squarciata da un'illuminazione: Jules mi aveva detto che avrei parlato con Isaac, quell'Isaac! Lo stesso ragazzo che avevo sentito parlare con mio fratello a proposito del demone. Mi ero ripromessa di non parlare della mia scoperta a Jules per non farlo preoccupare ma Isaac non era di certo mio fratello e sicuramente, da quanto avevo sentito ieri sera, non gli importava granché della mia incolumità. Animata da quel pensiero mi misi a correre, percorrendo tutto quello splendido sentiero. Aprii la seconda porta e, come aveva detto Jules, c'era una segreteria. Effettivamente quell'ambiente era proprio simile ad una scuola normale, solo un po' più moderna. Mi avvicinai al bancone e dietro mi accoglieva una donna sulla cinquantina abbondante, paffutella e con una grande sorriso stampato sulle labbra.
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DARK SOUL
ParanormalDal capitolo 13: «L'amore è il peccato dei demoni.» ••• Isobel Gray è una delle più normali quindicenni della Terra. Sogna costantemente che le succeda qualcosa di spettacolare e un po' sovrannaturale, come nei romanzi che legge, che le cambi la vit...