13. L'AMORE È IL PECCATO DEI DEMONI

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Dopo aver passato un tempo indefinito in auditorium tornai a passo strisciato nel mio dormitorio per prepararmi per la cena. Durante tutto il tragitto fui molto distratta, come incantata ancora da ciò che era successo con Isaac. Un attimo prima faceva lo sbruffone e poco dopo avermi mostrato le ali si riprese da una sorta di trans e apparse non poco nervoso. Possibile che siano tutti così qui dentro, anche per Jules era lo stesso. Finalmente entrai in camera scuotendomi dai miei turbolenti pensieri e lì mi aspettavano radiose Aria e Lea. Ci preparammo in fretta per la cena e una volta in mensa ci sedemmo insieme a Devon e Xavier. La cena trascorse tranquillamente con il sottofondo delle voci degli altri studenti. Durante la serata percorsi con lo sguardo la sala in cerca di Jules, che era seduto con i suoi amici due tavoli più avanti del nostro; mi sarebbe piaciuto che mangiassimo insieme ma in fondo non potevo biasimarlo, lui aveva una vita qui e di certo era felice, così felice da farlo diventare anche a me. Lui solo però non era colui che cercavo perché i miei occhi viaggiavano anche in cerca di una chioma bianca e un paio di occhi neri come la pece che però non vidi, almeno lui mi sarebbe piaciuto mangiasse con me. Non ci diedi molto peso e con Isaac feci lo stesso ragionamento che avevo fatto per Jules. Finita la cena ci recammo nel salottino all'entrata del dormitorio per chiacchierare senza udire anche il vociare degli altri. Poco dopo Xavier e Aria si allontanarono con la scusa del sonno ma il luccichio dei loro occhi tradì il desiderio di un po' di beneamata solitudine. Quando ero sulla Terra più volte Alice mi spronò ad avere un ragazzo ma su questo fui irremovibile ed indifferente alle coppiette sbaciucchianti sul ciglio della strada. In quel momento per la prima volta fui quasi intenerita dal loro reciproco amore e che per una volta tanto non era solo una scappatella e via. I ricordi della mia vecchia vita riportarono alla luce alcune questioni fondamentali: Nessuno laggiù si era accorto della mia sparizione? Non mancavo ai miei amici? Ma quello che mi affliggeva di più era che loro non mi mancavano. Domani, quando avrei dovuto incontrare Isaac glielo avrei chiesto. Restammo ancora un po' noi tre davanti al fuoco del camino in salotto ma poi ci arrendemmo alla stanchezza e ci dividemmo: Devon andò nell'ala ovest del dormitorio riservata ai maschi e Lea ed io ci recammo in quella est. Quando arrivammo in camera, come ci aspettavamo Aria non era ancora rientrata e ci lanciammo uno sguardo tutto tranne che innocente per poi andare a dormire.

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La notte era trascorsa senza alcun incubo a tormentare il mio sonno e al nostro risveglio Aria era spaparanzata sul suo letto con ancora addosso i vestiti della sera prima. Lea ed io eravamo già in piedi mentre la bionda dormiva ancora, ci guardammo negli occhi e sapemmo di star pensando la stessa cosa.

Uno, due tre e...

- "ARIAAAAA" urlammo all'unisono. Con un balzo tanto alto che non avrei potuto mai immaginarmi potesse essere fattibile lei saltò sul letto e aprì gli occhi di scatto cacciando un grido.

- "Cosa? Che succede?" ci squadrò qualche secondo e poi capì "Ma come vi permettete, stavo dormendo!" Non facemmo in tempo a sentire la fine della frase che scoppiammo in una risata fragorosa alla qualche con un broncio che non seppe trattenere si aggiunse anche Aria.

- "Fatto le ore piccole Ar?" lei non rispose ma le spuntò un sorriso complice e timido sulle sue candide labbra. Io e Lea decidemmo che non avremmo indagato subito ma sicuramente lo avremmo fatto. La giornata non era partita male e sperai che sarebbe continuata così. Una volta vestite Lea mi porse un foglio con una specie di tabella sopra.

- "Questo è l'orario di oggi. Puoi tenerlo se vuoi, oramai io lo so a memoria." Lessi attentamente le materie:

1° ora: Storia degli angeli

DARK SOULDove le storie prendono vita. Scoprilo ora