"Raggio di pura luce.."

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Era passata già una settimana e il branco ancora non era tornato in forma: Scott aveva ancora qualche dolore, anche se le ferite si erano rimarginate; Stiles era ancora scosso e frustrato per via di suo padre, che ancora non si era ripreso del tutto; Lydia si era rinchiusa in casa, non parlava con nessuno, neppure con la madre; Kira stava piuttosto bene, anche se era infinitamente preoccupata per la rossa, con la quale aveva stretto un bel legame; Malia sembrava scossa per la morte di Peter, psicopatico e assassino, ma in fondo era comunque suo padre, avrebbe voluto conoscerlo, almeno un po'; Liam si era rimesso, ma come gli altri era piuttosto scosso; Deaton si stava rimettendo, anche se la ferita dell'operazione gli bruciava moltissimo; Derek sembrava stare bene, la morte dello zio non sembrava averlo toccato minimamente, la cosa che invece sembrava preoccuparlo era l'attuale condizione del branco.

Jordan sembrava essere caduto in un abisso di disperazione, anche se cercava di non darlo a vedere. Non appena Melissa lo informò delle reali condizioni mediche di Melanie, sembrò impazzire, iniziò ad urlare e sbraitare, accusava i medici di essere incompetenti. Melanie non aveva aperto gli occhi dopo nessun tipo di stimolo, verbale o doloroso, era in coma. I dottori lo informarono delle possibili conseguenze dovute al coma, tra queste vi era anche la morte.
Jordan era distrutto, così come lo era William, che in quella settimana si era ripreso, anche se la notizia del coma lo aveva nuovamente buttato giù. Jordan si era inizialmente incazzato con Will, gli aveva addossato la colpa di tutto, e in parte aveva anche ragione, ma in fondo sapeva che era solo il dolore a fargli pensare certe cose. Tutti erano rimasti sconvolti per quanto riguardava Melanie, in fondo era diventata una del branco.
Un uomo entrò e chiese di Melanie Heartmas, lo accompagnarono fino alla stanza e lo lasciarono entrare, la vide sul letto e il suo cuore perse un battito. Come aveva potuto lasciare che accadesse tutto ciò? Avrebbe dovuto proteggerla.
"Paul?", chiese Jordan riconoscendo l'uomo, "Cosa ci fai qui?", chiese con distacco, "Volevo vederla.. prima di andarmene. Non posso più restare..", ammise sussurrando il licantropo, Jordan lo fissò, "Oh certo.. adesso che lei è in coma e che non può vedere il vigliacco che sei, scappi. Ovvio. Vai, vai pure. Scappa.", disse sprezzante il vice sceriffo zittendo l'uomo di fronte a sé.
Paul uscì dalla stanza e se ne andò.

***

"Sei l'unico in grado di capire qualcosa.. in più", ammise Scott, "Deaton, ti prego.. deve esserci qualcosa che tu possa dirci..", lo pregò il ragazzo, l'uomo sospirò, "Okay, ci proverò."
Dopo qualche minuto si avviarono verso la stanza della ragazza, dove Stiles, Malia, Jordan e Will stavano aspettando che Scott convincesse il druido.
Questo si avvicinò subito a Melanie, la visitò, e dopo un'oretta circa guardò Parrish con aria afflitta, "È in coma..", disse in fine, "Beh complimenti.", commentò sarcasticamente Jordan, ma il druido continuò, "E al tempo stesso non lo è. È in un luogo della sua coscienza, dove si sente al sicuro. Non si può svegliarla.. solo lei può farlo, ma non ha molta forza adesso, quindi.. potrebbe anche non farlo...", concluse fissando la ragazza.
William sembrò sbiancare a quelle parole, la stava perdendo di nuovo. Jordan rimase in silenzio, fissava Melanie senza fiatare, le stringeva la mano, con il pollice le accarezzava il dorso delicatamente. Scott avanzò verso Deaton, "Però..?", chiese come se avesse recepito un messaggio celato del druido, che subito aggiunse, "Però.. possiamo indurre il suo corpo a credere di star bene.. simulando una guarigione", quelle parole attirarono l'attenzione di Jordan e di Will, facendo sorridere il druido. Deaton espose il piano: Scott avrebbe dovuto assorbire parte del dolore di Melanie, lentamente, così da far credere al suo corpo di star guarendo. Scott accettò senza esitare.

***

In quella settimana, mentre gli altri cercavano di riprendersi, Derek si era dato da fare per capire cosa avesse spinto Jackson, Isaac e Danny a tradirli e a schierarsi dalla parte di Peter. In fine riuscì a scoprire che quei tre ragazzi erano stati manipolati mentalmente, grazie a dei sigilli e delle sostanze che Peter aveva usato su di loro. Non era stata colpa loro, erano solo diventati i burattini di uno psicopatico assetato di potere. Derek illustrò la situazione al resto del branco, ma nonostante tutto, nessuno riusciva a fidarsi di loro, o almeno non pienamente.

***

Lydia non era più uscita da casa, si era rinchiusa, non parlava più con nessuno. Stiles aveva provato più volte a scriverle, ma lei non aveva mai risposto, Kira era pure andata a trovarla, però niente era cambiato. In quel momento Lydia era seduta sul suo letto, stava fissando la porta della camera, come nell'attesa di qualcuno, e proprio in quel momento entrò Jackson. La ragazza sembrò svegliarsi dal suo stato di shock, fissò lo sguardo sul ragazzo, rimase seduta. "Ciao..", la salutò con voce pacata, lei non rispose, ma rimase a fissarlo, lui si sedette sulla sedia posta proprio di fronte al letto della ragazza, sospirò, "Lydia, so che mi odi, ma sono qui per dirti che quello che ho fatto.. l'ho fatto per te, per proteggerti.", si passò una mano fra i capelli, poi continuò, "Quando arrivai a Londra tutto sembrava.. stano, tu non eri rimasta a Beacon, mentre io avevo deciso di andarmene, tutto era vuoto. I primi mesi furono devastanti, così come il primo anno, ma poi arrivò Will. Lui mi ha salvato da quella devastazione, mi ha dato un motivo per rialzarmi.. so che andarmene è stata una mia decisione, ma è stata la più dura che io abbia mai preso. Dovevo andarmene perché non potevo restare, non dopo tutto quello che avevo fatto, non dopo tutte le morti che avevo causato, non dopo il dolore che ti avevo recato.", sospirò nuovamente. Dopo qualche attimo passato a fissare la moquette, alzò di nuovo lo sguardo su Lydia, "William mi ha aiutato a sopravvivere, a convivere con il mostro che pensavo essere diventato, mi ha mostrato come sfruttare le mie capacità. Mi ha ammaliato con le sue parole, come lui è stato ammaliato da quelle di Peter. Mi hanno fatto una sorta di lavaggio del cervello, credo.. non so come ci siano riusciti, ma dopo aver accettato di seguirli tutto ciò che vedevo, tutto ciò che desideravo.. eri tu. Avevano detto, che grazie a questa trasformazione, sarei riuscito a starti vicino, di nuovo. Per tutto questo tempo mi hanno fatto credere che tu fossi in pericolo, e che seguendo Peter avrei potuto salvarti e portarti con noi.", concluse in fine, lei continuava a fissarlo, "Io non ero in pericolo, o almeno non prima che arrivaste voi.", sussurrò Lydia attirando l'attenzione del ragazzo, "Lo so.. per questo quando ti ho vista tutto ha iniziato ad essere confuso. La mia mente non riusciva più a distinguere cosa fosse vero e cosa, invece, mi volevano far credere. Tu eri lì, eppure non avevi bisogno di me, eri già protetta e amata.. da qualcun'altro.", ammise amaramente Jackson facendo sussultare la rossa. Lydia a quel punto lo invitò ad avvicinarsi, lui subito si alzò e si andò a sedere sul letto, "Loro non sono solo i miei amici, sono moto di più, sono la mia famiglia. faccio parte del branco.. mi proteggeranno sempre, come io cercherò sempre di proteggere loro..", gli confessò, lui sorrise amaramente, poi alzò lo sguardo su di lei, "Non mi riferivo a loro.. non parlavo del branco.", disse sussurrando, poi, notando lo sguardo confuso della ragazza scosse la testa sorridendo, "Lydia, io ti amo, e per questo ti osservo. Quando sono tornato.. ho notato subito come tu fossi diversa, ma al tempo stesso la stessa meravigliosa Lydia di sempre. Ho visto come, nel bosco, lo guardavi.. e come lui continuava a fissarti e a proteggerti cercando di affrontarmi. Ma in fondo dovevo aspettarmelo, Stilinski ti ha sempre sbavato dietro come un patetico cagnolino.", spiegò Jackson, lasciando trasparire in modo del tutto palese il suo disprezzo nei confronti del ragazzo. Lydia sussultò di nuovo, per poi abbassare lo sguardo, "Stiles.. non è un patetico cagnolino, è coraggioso, leale, lui è Stiles..", sorrise pronunciando quelle parole. Jackson si alzò, si diresse verso la porta, poi si voltò e la guardò, "Tu hai detto alcune cose.. nel bosco.. hai detto che non ti ho mai veramente amata. Lydia, sei una ragazza sveglia, bella.. sei semplicemente meravigliosa, ma se credi davvero che io non ti abbia mai realmente amato.. beh allora sei davvero sciocca.", affermò serio,"Ti ho amata come non farò più con nessuna, perché tu eri la parte migliore di me, e sempre lo sarai. Tu sei stata l'unico raggio di pura luce nell'abisso di oscurità che mi avvolgeva, lo sei sempre stato.", la fissò per qualche istante, poi si voltò, "Ciao Lydia.", uscì dalla stanza lasciandola lì seduta sul letto, senza parole. Lydia sapeva che quello non era un semplice saluto, ma un addio inespresso.

Teen Wolf 5 : La GuardianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora