Teen Wolf 5 : La Guardiana

Qualcosa di vero

Scott e Kira erano seduti sulle scale di casa del ragazzo, stavano chiacchierando, era stata una bella serata. Quando il ragazzo passò a prenderla, rimase senza fiato, "Wow.." fu tutto quello che riuscì a dire, lei arrossì e partirono per il loro primo appuntamento. La portò in un ristorante carino, ma sopratutto sofisticato, mangiarono dell'ottima pizza, dopotutto ci voleva classe per fare una buona pizza, era un'arte. Dopo cena la portò a fare una passeggiata al chiaro di luna, mano nella mano, una cosa molto romantica. Quella bellissima serata non era ancora finita, Kira era seduta accanto al ragazzo e poggiava la testa sulla sua spalla, stavano riflettendo sulla serata appena passata, Kira alzò la testa di scatto, Scott le chiese preoccupato "Ehi, qualcosa non va?"

"No, va tutto bene.. è solo che.. cioè.. ti devo dire una cosa..", stava tremando, ma non faceva freddo quella sera, il ragazzo si voltò per poterla guardare negli occhi, "Kira, cosa sta succedendo?", la ragazza deglutì rumorosamente, prese un respirò e sussurrò "Oiamo"

"Kira, non ho capito niente, cos'hai detto?", la ragazza che aveva abbassato lo sguardo, lo alzò nuovamente, disse chiaramente, "Io ti amo", Scott rimase spiazzato, non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere, ma certamente era sicuro su ciò che provava, disse "Kira... anche io ti amo.", le prese il volto fra le mani e la baciò. Finalmente erano riusciti a portare a termine quello che era il loro terzo "primo appuntamento".

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Durante la cena si sentivano alquanto a disagio, erano seduti al balcone della cucina e stavano mangiando la pizza, in silenzio, in un silenzio molto imbarazzante. Melanie ne mangiò metà, dopodiché, mise la restante nel forno, non aveva molta fame, come non l'aveva Jordan. Il ragazzo si alzò, disse "Adesso devo andare in camera, ho delle cose di lavoro da sbrigare.. ci.. ci vediamo domani.."

"Certo, vai pure, a d-domani..", si voltò e salì le scale sparendo. La ragazza rimase a fissare un punto, per quelle che sembravano ore, ed infatti lo erano, erano le undici e trentacinque di sera. La suoneria del telefono la riportò alla realtà, lo prese e senza guardare rispose, era Paul, il tono della voce mise in allerta il suo corpo, prima ancora della mente, chiese "Paul cosa succede, perché mi chiami a quest'ora?"

"Frank.. si è svegliato", la ragazza buttò fuori il respiro che non si era accorta di stare trattenendo, ma subito l'altro disse "Melanie, non sta bene, anzi...sta peggiorando.."

"Ma hai appena detto che si è svegliato..."

"Sì, ma adesso sta morendo..", la ragazza perse un battito, non sapeva che fare, ma ancora una volta il suo corpo reagì prima della mente. Si stava dirigendo verso la porta, si infilò la giacca e disse "Sto arrivando", uscì di casa cercando di fare il meno rumore possibile.

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L'auto le si era fermata a metà strada e lei doveva arrivare il più velocemente possibile al magazzino, Frank stava morendo. Non era in nessun modo legata a quell'uomo, era uno di quelli che aveva contribuito alla morte di Will, ma c'era comunque qualcosa in lui, qualcosa di diverso. Stava correndo con tutte le forze che aveva, mancava ancora qualche chilometro, e nella fretta si era dimenticata il cellulare nell'auto, ormai lontana alle sue spalle. I piedi le facevano male, non riusciva ad andare più veloce, e come se non bastasse iniziò a piovere.

La strada sotto i suoi piedi era già completamente bagnata, scivolò e cadde a terra, sbatté la testa contro l'asfalto, procurandosi delle ferite superficiali sul volto, "Cazzo!", si rialzò lentamente, esitò un attimo per riprendere l'equilibrio e ricominciò a correre.

Dopo quella che sembrò un'eternità arrivò al magazzino, era l'una e venticinque di notte, bussò con insistenza alla porta, e Paul subito aprì. "Cosa diavolo ti è successo?", chiese preoccupato l'uomo, la ragazza lo liquidò con un breve resoconto e si precipitò verso il corpo dell'uomo disteso sul tavolo, chiese "Come mai le sue ferite non guariscono? Non sono profonde, dovrebbe stare meglio.."