Capitolo 6

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25 Giugno 2014

Il mio sorriso era largo sulle mie labbra assumendo un'espressione che ormai faceva parte di me da quasi un mese e tutto grazie a lui.

Mi girai tra le lenzuola e guardai quegli occhi azzurri, limpidi, come una cascata di primavera. Mi sembrava ancora che stessi vivendo un sogno ma invece era la realtà, una magnifica per giunta. Stavo insieme a Matt ed ogni giorno passato insieme era stato dannatamente perfetto: Gli appuntamenti romantici, le litigate, gli scherzi.... ogni cosa, come una vera coppia. C'era una sola cosa che intaccava la mia felicità ed era che ancora non mi aveva detto la famosa frase da tre parole. Mi morsi un labbro nervosamente.

Prima o poi me l'avrebbe detto.... giusto?

 Mi alzai controvoglia dal letto caldo e con la sua camicia addosso andai nella piccola cucina in quel momento mi imbattei in Karen e Ariel. La vista della mia amica non mi diede fastidio ma era quella ragazza chilometrica dai capelli color carota che mi fece venire la nausea. Karen incrociò il mio sguardo senza nascondere il suo astio nei miei confronti.

<< Guarda chi è arrivata "Miss. Guardate quanto sono felice" >> disse beffarda mentre teneva tra le mani una tazza fumante di caffè.

Storsi la bocca e andai in frigo, ignorandola completamente.

<< Buongiorno Eli >> mi mormorò Ariel con un sorriso.

<< 'Giorno >>

Karen sbuffò e fece per andare via quando si voltò per guardarmi.

<< Buon lavoro >> disse con un sorriso cordiale.

Un brivido mi percosse.

Karen Johnson che mi diceva qualcosa di educato!??!

Una brutta sensazione si profuse in tutto il mio corpo. Se c'era una cosa che avevo imparato era che per qualche strana ragione Karen mi odiava e che per questo non mi aveva mai mostrato segni di gentilezza. La domanda quindi sorgeva spontanea: Perché quel suo cambiamento?!

<< Hey Mushu, che hai? >> mi chiese Matt stringendomi il ginocchio.

Lo guardai scuotendo la testa. Dovevo smetterla di ricamarci sopra e farmi distruggere la giornata.

Mi appoggiai alla sua spalla << Niente, pensavo>>

Iniziò a giocherellare con le mie dita << Che ne dici se dopo il lavoro ci vediamo un filmetto?>> mi domandò guardandomi con occhioni da bambino.

Sorrisi << Casa mia o casa tua?>>

Mi baciò la fronte <<Quello che preferisci tu>>

Ci pensai un momento <<Casa tua così staremo da soli >>

<< Non vedo l'ora >> sussurrò con voce roca nel mio orecchio.

Il cuore iniziò a battere forte mentre la prospettiva di io e lui da soli mi fece dimenticare ogni preoccupazione.

Che si fotta Karen!

<<Grazie per avermi accompagnato>> mormorai quando scendemmo dal taxi.

Mi guardò divertito << Non dirlo neanche ... mi faceva piacere >>

Sorrisi con il cuore a duemila. Speravo davvero che il servizio fotografico durasse poco anche se dovevo ammetterlo non vedevo l'ora di farlo. Avrei indossato degli abiti di Mr. Bold, lo stilista che stava emergendo soprattutto in questi anni ed era un'ottima occasione per spiccare come modella. Salutai Anne la segretaria e raggiunsi, come ormai conoscevo, i camerini. Molto spesso facevamo i servizi fotografici direttamente nell'azienda ricreando le scene richieste dal mittente ma a volte succedeva che bisognava andare in vere e proprie location e in quella occasione succedeva proprio così. L'appuntamento era in azienda nell'orario stabilito e poi insieme alla troupe dovevamo andare in spiaggia. Ero così eccitata nel lavorare con Mr. Bold che fremevo tutta. Eravamo appena entrati quando intercettai Patricia che mi sorrise raggiante.

The price of being young spin offDove le storie prendono vita. Scoprilo ora