Capitolo 1

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10 Agosto 2014

Eccomi finalmente arrivata alla Grande Mela. Tutti gli sforzi di gavetta finalmente avevano dato i loro frutti. Con un sorrisone entrai nel mio nuovo e modesto appartamento che avrei condiviso con altre due modelle. Appena varcai la soglia incrocia una ragazza completamente nuda che gironzolava per il salone – cucina. Rimasi immobile spiazzata non sapendo che fare. Riuscire ed entrare nuovamente più tardi ? tossire per farle capire che c'ero anche io ? In entrambi casi sarebbe stato imbarazzante. I suoi occhi azzurri scivolarono dai suoi capelli umidi, freschi di doccia, a me. Ecco ora non potevo fare più nulla. Un sorriso allegro sbucò dalle labbra perfette.

<< Oh tu devi essere Elise ! >> disse con un accento brasiliano mentre mi si avvicinava porgendomi la mano << Sono Ariel Gomes ma chiamami Ariel >> mormorò con un sorriso da far invidia.

Glie la strinsi << Elise, Elise Collins >> balbettai intimidita.

Non sapevo dove posare gli occhi e non avevo idea di come comportarmi con una ragazza sconosciuta totalmente nuda. Facendo le modelle è molto facile vedere ed essere come "mamma ti ha fatto" d'avanti ad estranei ma al lavoro era "normale" ma al difuori di esso era completamente imbarazzante. I suoi occhi passarono da me al suo corpo nudo e una risata cristallina proruppe dalle sue labbra.

<< Scusami ! ma ho messo a lavare il mio accappatoio >>

Annuì << Tranquilla >>

"Anche se potevi metterti almeno un asciugamano" pensai ma preferì non indagare oltre. Con un sospiro trattenuto le passai il mio gilè lungo. Il suo sguardo si posò sulla mia mano tesa, in modo confuso.

<< Per evitare un raffreddore >> spiegai.

Lei aprì la bocca come se avesse appena capito. << Grazie >> disse esaltata.

Prese il mio gilè e se lo infilò, chiudendolo poi con le dita. << Vieni ti faccio vedere la tua stanza >>

Mi strinsi tra le spalle e la seguì. Del tutto inaspettatamente c'era chi era più strano di me. Percorremmo il piccolo corridoio bianco da cui si accedevano quattro stanze.

<< Camera mia >> mormorò indicando la prima camera a destra.

La porta era aperta e con la coda dell'occhio notai quanto fosse in disordine. Masse di vestiti e biancheria intima erano cosparsi nel pavimento in linoleum giallo. Oh bè io e lei avevamo una cosa in comune.

<< Camera di Karen, l'altra coinquilina >> dichiarò poi.

La stanza era perfettamente simmetrica a quella di Ariel, ma a differenza di questa la porta era chiusa.

<< Non ti conviene mai disturbarla >>

<< Eh ? >> mormorai colta alla sprovvista.

Mi fece un sorriso birichino << Karen è una stronza maniaca del controllo >> spiegò << non si riesce ad avvicinare alla sua stanza senza che lei non dia in escandescenze >>

Deglutì forte << Lo terrò a mente >>

Lei annuì e continuò a camminare << Ecco dove starai tu >> disse aprendo l'ultima porta in marrone chiaro a sinistra.

Oh bene ! fantastico ! avevo la camera accanto alla terribile Karen. Ma il mio sconforto prese pieghe ancora più abissali quando mi ritrovai in mezzo a quella che doveva essere la camera di Barbie e non di certo la mia. Rimasi a bocca aperta, mentre alle mie spalle sentì Ariel ridacchiare.

The price of being young spin offDove le storie prendono vita. Scoprilo ora