Despite all - Nonostante tutto

Capitolo 8

La macchina si ferma.
Quando vedo chi c'è a bordo dell'auto quasi urlo, è Thomas, che, dopo aver tirato giù il finestrino, mi saluta e mi chiede cosa ci faccio qui.
Penso alle parole che mi ha detto poco fa l'uomo di quella specie di prigione <<non dirai nulla, e ti lasceremo in pace.>> così decido di tenermi per me quella storia.
Sono a corto di idee, non so cosa inventare.
Ho aspettato ormai troppi secondi a rispondere, così improvviso un <<mi sono persa...>>
<<Ti sei persa?!>> mi dice
<<Ehm.. Si.. Potresti accompagnarmi a casa?>> chiedo
<<Certo, sali>> mi dice ridendo.
Ha un sorriso bellissimo, di quelli che ti contagiano.
Salgo, e mette in moto la macchina.

Sono nel vialetto di casa, non vedo l'ora di entrare in camera mia, di tuffarmi nel letto e di dormire per assimilare la giornata di oggi.

<<Eccoci qua.>> mi dice Thomas.
<<Grazie mille per avermi accompagnata.>>
<<Figurati piccola.>> dice.
Piccola? PICCOLA? Questo aggettivo mi spiazza letteralmente, ma non dico nulla.
<<Okay, ehm, ci vediamo.. Grazie ancora>> scendo dalla macchina
<<Si, ci vediamo, ciao.>> quest'ultimo saluto è stato diverso, come "spento", non allegro come è stato per tutto il tempo, però saranno soltanto mie paranoie.

Sono stranamente felice, per aver appena passato, credo, la giornata peggiore della mia vita.
Ho scoperto che mio fratello fa parte di un'associazione di persone che tiengono rinchiuse persone per farle stare zitte su qualcosa che è meglio non sapere, di cui faceva parte anche mio padre prima di andarsene. Nonostante tutto, non riesco ad essere triste.
Mi viene in mente Thomas.
Durante il viaggio in macchina abbiamo parlato di parecchie cose, e ho iniziato a conoscerlo.
Ho scoperto che frequenta la mia stessa scuola, facciamo entrambi ragioneria, ma lui è stato bocciato l'anno scorso.
Fa basket, ed è nella squadra rivale di mio fratello, questo spiega perchè si conoscono.
Anche se non dovrebbero essere amici, lo sono diventati per le tante cose in comune.

Entro in casa e trovo mia madre ferma sulla poltrona proprio davanti alla porta.
<<Si può sapere dove siete finiti, tu e tuo fratello?!>> Sbotta.
<<Io sono appena tornata da ginnastica, Jamison non so dove sia.>> Come se l'avessi chiamato Jamison compare dalla porta <<Eccomi!>>
<<Eccoli! Mi dovete delle spiegazioni, o sbaglio? Da quando ginnastica artistica finisce alle 10?! E tu, invece, dove sei stato?>> urla.
<<Ma saranno cazzi miei mamma! Ho 19 anni!>> sale le scale.
La mamma sta per rispondergli, ma si trattiene, sospira e dice <<Beh, dove sei stata tu?>> apprezzo il suo tentativo di essere gentile.
<<Mi sono fermata a parlare con le mie compagne, scusami se non ti ho avvertita ma avevo il telefono scarico.>> mi invento.
<<Hai parlato con le tue amiche per due ore?>>
<<No beh, è successo anche che.. A una mia compagna.. Una mia compagna si è rotta la caviglia, cadendo dalla trave.>>
Mi guarda con sospetto, ma poi si gira e va in cucina a spegnere il gas.
<<Per chi fosse interessato, è pronto da mangiare!!>> urla.
Jamison appena sente, scende e corre a tavola come fanno i bambini, io vado a lavarmi le mani.

Durante la cena, mia madre inizia a parlare della scomparsa di Deanna.
Mio fratello resta zitto, mentre a me va di traverso uno spaghetto.
Continua a parlare di quello che ha letto sui giornali, che si sospetta sia stato uno dei suoi tanti ex fidanzati ad averla rapita, o che sia stata rapita da qualcuno per il riscatto.

Ad un certo punto la voce di mia madre viene interrotta da un messaggio sul mio cellulare.
Finisco di mangiare gli ultimi bocconi, e mentre vado in camera leggo il messaggio.
Per poco non cado dalle scale quando scopro chi è il mittente.
Il numero non è salvato nella rubrica, ma lo riconosco. Thomas.
<<Buona notte, piccola😉>> Mi ha chiamata di nuovo piccola. Dio.
Penso e ripenso a cosa rispondere. Poi scrivo un semplice <<Buona notte, Thomas>>.
Appoggio il telefono e provo a dormire, lasciandomi alle spalle questa lunghissima giornata.