CAPITOLO SEI - SENTIMENTI

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"Aria?"
Sento una voce familiare richiamare il mio nome, mi alzo di scatto dal tronco su cui ero seduta e mi guardo attorno, i miei occhi vagano un po' per il boschetto per poi soffermarsi sulla figura slanciata di un ragazzo che conosco fin troppo bene e in particolare sui suoi, ormai familiari, occhi ambrati.
"Giulio!"
Esclamo sorpresa correndogli incontro e buttandogli di getto le braccia al collo, lui inizialmente rimane rigido, ma poi mi stringe a sé con entrambe le braccia. Mentre inspiro il suo profumo, con la testa nascosta nell'incavo del suo collo, mi rendo conto di quanto sia stato strano quel gesto, di solito sono una persona poco affettuosa e abbastanza riservata, ma mi convinco che sia solo un momento di debolezza dovuto allo sconforto di non sapere dove mi trovo.
Giulio mi accarezza lentamente la schiena, continuando a tenermi stretta e affondando il viso nei miei capelli lunghi, e ora sembra come se al mondo esistessimo solo noi due.
Alzo piano la testa e ci guardiamo.
"Cosa ci fai qui?"
E' lui il  primo a parlare, rompendo il silenzio.
"Quando sono tornata a casa da scuola ho sentito i miei litigare e non ce l'ho fatta più, ho cominciato a correre e mi sono ritrovata qui."
Faccio un sospiro rassegnato continuando a tenere gli occhi fissi nei suoi, perdendomi nelle infinite sfumature che assumono a seconda della luce.
"E tu hai idea di dove sia qui?"
Scuoto la testa e lui mi stringe di nuovo.
Ignoro beatamente il trillo del mio cellulare e rimango lì a farmi cullare dalle sue braccia forti.
Persa in un posto che non conosco e nel suo profumo che sta diventando ormai sempre più familiare.


GIULIO

  "E tu hai idea di dove sia qui?"
Le domando scrutando attentamente quei suoi occhioni marroni.
Scuote la testa con sguardo vacuo e io la stringo a me.
Sembra una bambina che ha perso la mamma tra le corsie di un supermercato; piccola, sola e indifesa.
Affondo il viso tra i suoi capelli che sanno di shampoo alla vaniglia e cerco di rassicurarla.
Ma che fai Giulio? Non è da te essere così affettuoso..
Zittisco con una smorfia la vocina della mia coscienza anche se non posso darle torto, non sono mai stato un ragazzo espansivo o particolarmente dolce.
Eppure c'è qualcosa di diverso in lei..
Lei è diversa.

ARIA

"Grazie di avermi riaccompagnata."
Mormoro con un sorriso sincero una volta che io e Giulio siamo arrivati davanti alla porta di casa mia.
"Bè che dovevo fare? Abbandonarti lì?"
Lo guardo divertita cercando inutilmente di trattenere una risata.
"Hei! Non sono mica così cattivo, piccola impertinente che non sei altro!"
Ridendo a sua volta, mi afferra in vita con entrambe le mani e comincia a farmi il solletico, peccato che..
"Io non soffro il solletico!"
Urlo mostrandogli la lingua, si allontana da me visibilmente deluso.
"Che razza di ragazza sei?! Le ragazze soffrono sempre il solletico!"
"Sì. Ma devi trovare il punto giusto!"
Lo guardo maliziosa e scoppiamo a ridere insieme.
A interromperci è il suono del mio cellulare.
Guardo  il display.
Chiamata in arrivo da:Edoardo.
Un sorriso involontario si allarga spontaneamente sul mio viso.
Alzo lo sguardo su Giulio, che si gratta la testa imbarazzato.
E ora che faccio?
"N-non rispondi?"
"No. Vuoi entrare a bere qualcosa?"
"Oh no, vado..vado a casa che devo aiutare mia madre."
Ci guardiamo per qualche secondo. Poi rompe nuovamente lui il silenzio.
"Secondo me dovresti rispondere, sembra importante."
Fa un cenno verso il mio cellulare, di cui mi ero già scordata, che ancora suona insistente.
"Sono sicura che non lo è."
"Da come hai sorriso prima si direbbe il contrario."
Merda.
Sorrido visibilmente a disagio e sposto lo sguardo sulle mie scarpe nere.
"Bè ci vediamo domani a scuola!"
"A domani.."
Lo dico talmente a bassa voce che dubito che il ragazzo l'abbia sentito, ma lui sorride ugualmente prima di voltarsi ed incamminarsi lungo il vialetto. Allontanandosi da me.




"Ciao"

Farfuglio rispondendo all'ennesimo ed irritante squillo.

"Hey piccola, era ora! Tutto bene?"

Ormai il suo piccola non mi fa quasi più effetto, per quanto possa sembrare strano.

"Sì,sì. Tu?"

"Tutto bene, certo che questo paesino è veramente squallido!"

"Eh?"

"Mmh..carina la tua nuova casa, mi aspettavo di meglio sinceramente, ma mi auguro che tu abbia ancora quel bel lettone matrimoniale viola per far riposare un vecchio amico vagabondo come me!"

"Edo ma che stai dicendo?"

Chiedo scoppiando a  ridere.

"Mi apri questa porta o devo entrare dalla finestra?! MUOVITI CICCIA, SONO QUA FUORI!"

Quasi mi perfora un timpano quando comincia ad urlare, ma non me ne preoccupo più di tanto. Mi pizzico forte un braccio, per assicurarmi che questa volta non sia un sogno, e sono certa che mi resterà il livido, ma, di nuovo, non me ne preoccupo.
Mi fiondo giù per le scale e apro la porta da cui sono entrata pochi minuti fa.
Davanti a me un Edoardo un po' spettinato e sorridente come non mai, apre le braccia in attesa che io mi butti al loro interno. Cosa che io non esito a fare.
Il suo profumo dolce di caramello mi colpisce le narici come una secchiata d'acqua gelida e migliaia di piccoli brividi cominciano a percorrermi il corpo. Il mio stomaco comincia a sfarfallare e il mio cuore a battere all'impazzata. Dio solo sa quanto mi è mancato.


"Cosa ci fai qui?!"
Domando eccitata trattenendo a stento un pianto di gioia.
"Bè, sono venuto a trovarti, no? Mi pare ovvio."
Lo guardo male e scuoto la testa sorridendo mentre verso due bicchieri di succo alla pesca e gliele porgo uno.
"Allora, cosa mi racconti? Come vanno le cose a casa?"
"Ancora chiami casa quella stupida cittadina in cui io, purtroppo, abito ancora?"
"Rimarrà sempre e comunque una parte di casa mia Edo, lo sai."
Annuisce sorseggiando il succo. Mi perdo a osservare le sue labbra sottili muoversi lungo il bordo del bicchiere.
"Comunque a casa solita merda, Greta continua a implorarmi di tornare insieme, i miei sono sempre via per lavoro e la scuola è ancora più noiosa senza di te."
La scuola è ancora più noiosa senza di te.
"Fa tutto così schifo? Si sente la mia mancanza eh?"
chiedo sarcastica.
"Sì, si sente."
Sì, si sente. Oh Edo così mi ucciderai.
"ARIA!"
Urla risvegliandomi dai miei pensieri, sobbalzo sulla sedia.
"Che c'è da urlare?"
"E' la terza volta che ti faccio la stessa domanda e tu non rispondi! Sei sicura di stare bene?"
No. Non sto bene. Perchè vorrei saltarti addosso e baciare quella tua cazzo di bocca che ora saprà di succo alla pesca, ma non posso farlo!
Perchè non puoi Aria?
Ignoro la domanda del mio subconscio e mi affretto a rispondere a Edo.
"Sì, sì. Tutto bene, solo un po' di pensieri. Cos'è  che mi stavi chiedendo prima?"
"E qui come va invece?"
Senza altre esitazioni gli racconto tutto, della scuola, dei miei genitori, della nuova città, accenno a Giulio ma senza sbilanciarmi troppo. L'unica cosa di cui non parlo è lo Sconosciuto. E' la prima volta che non gli dico qualcosa. Ma forse per una volta ho solo bisogno di tenere qualcosa per me.  Un piccolo segreto da custodire.

"Vado un secondo al bagno."
Dice quando abbiamo finito di parlare e di bere il nostro succo.
"In fondo al corridoio a destra."
Mentre è via ne approfitto per dare una rapida occhiata al cellulare e mi accorgo di avere un messaggio non letto. Poi ricordo di averlo ignorato mentre ero con Giulio nel bosco.

Whatsapp

Sconosciuto: "Siamo tutti troppo freddi. Se solo parlassimo, dicessimo ciò che sentiamo, le cose andrebbero meglio." - Charles Bukowski

Sconosciuto: Perchè non gli dici ciò che provi piccola bugiardella? Mi spezza il cuore sapere che ti tieni dentro tutti questi sentimenti. Più che non saperti innamorata di un ragazzo che non sono io.

Ignoro i messaggi e silenzio la suoneria. Anche gli estranei si mettono a darmi ordini ora?

SPAZIO AUTRICE
Eheheh c:
Pensate che lo sconosciuto abbia ragione?
Siete curiose di sapere chi è?😏
Be ci vorrà ancora un bel po' per scoprirlo😌
MUAHAHA sono cattiva lo sho 💁
Che ne pensate del capitolo? Commentatee
S.

Parole al sapore di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora