Il Tempio dello Yn e dello Yang

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Finalmente la luce cessò.
Mi voltai e cercai con lo sguardo il punto in cui prima c' era la preside. Adesso c' era una donna magra e alta avvolta in un abito smanicato lungo fino alle caviglie color verde acqua... No, era arancio e verde... Fui costretta a spostare lo sguardo, poiché quel continuo mischiarsi e sfumarsi di colori faceva venire male agli occhi, se fissato troppo a lungo.
I suoi capelli erano striati di bianco e nero, come il manto di una zebra, raccolti in un' elegante chignon. Si voltò verso di noi. Fu in quel momento che ci accorgemmo che era la preside. Il guidatore del pullman fischiò, ammirato, guadagnandosi un' occhiataccia da parte della donna. Dopodiché ci fece cenno di seguirla all' interno del tempio.

Nonostante fossimo stati almeno una ventina di persone, nessuno fece il più piccolo rumore entrando: erano tutti troppo impegnati ad ammirare l' interno del tempio. Era tutto interamente di marmo e non ci fosse parete che fosse intagliata in maestosi bassorilievi che raffiguravano scene di incantesimi.

La preside ci condusse fino ad un' alto trono d' oro, sul quale si sedette.
- Benvenuti al tempio dello Yn e dello Yang! - esordì raggiante, indicando l' interno di quest' ultimo con un ampio gesto delle mani. - Io sono Esmeralda, la Guardiana dell' Equilibrio Vitale. Spero che vi troverete bene in questa scuola! Prima ho accennato al fatto che ognuno di voi governa un elemento. Sicuramente la maggior parte di voi ha già una mezza idea. Ma, per confermarla, dovrete fare un piccolo test. -. Un mormorio si diffuse tra i ragazzi. Un test?!?
Probabilmente Esmeralda se ne accorse, poiché aggiunse: - State tranquilli, non è uno di quei test culturali che vi fanno fare i comuni. È molto semplice. -. Mi chiesi cosa voleva dire con comuni. Probabilmente era la sua definizione per coloro che non avevano poteri. - Si inizia! - annunciò Esmeralda. E, senza nemmeno darci il tempo di reagire, schioccò le dita, e tutto si fece buio.

Finalmente vidi una fonte di luce. No, era qualcosa di più di una semplice fonte di luce. Mi avvicinai per vederla meglio. Al contrario di quello che immaginavo, non mi dava fastidio agli occhi, anzi, dava una piacevole sensazione di sicurezza. Avanzai sempre di più. In qualche modo, ero attirata da quella luce come un gatto dai puntini luminosi proiettati sul terreno. E non resistetti alla tentazione. Avvicinai la mano per toccare la fonte della luce. Quella sprigionò un bagliore accecante, e io rimasi a fissarla comunque. E all' improvviso tutto si fece buio.

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