Il signore degli anelli

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Prima di leggere le curiosità vi lascio Legolas⏬

"Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende, sette ai principi dei Nani nelle lor rocche di pietra, nove agli Uomini mortali che la triste Morte attende, Uno per l'Oscuro Sire, chiuso nella reggia tetra"

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"Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende, sette ai principi dei Nani nelle lor rocche di pietra, nove agli Uomini mortali che la triste Morte attende, Uno per l'Oscuro Sire, chiuso nella reggia tetra".  Ci sono altri 19 Anelli, ma uno solo, l'Unico, ha il potere di domare, ghermire e incatenare tutti gli altri. Il suo creatore è stato Jens Hoyer Hansen, un artigiano danese, morto nel 1999, prima dell'inizio della lavorazione dei 3 film. Per selezionare il modello, Hansen ha costruito 15 prototipi. Poi, una volta che Jackson ha scelto, ne ha forgiati diversi. Dovevano adattarsi alle dita del gigantesco Sauron, a quelle di un uomo (Isildur) o di un piccolo Hobbit (Frodo), senza dimenticare il viscido Gollum. Ce n'era anche un  modello maxi, diametro 25 cm, che nel prologo "volava" sullo schermo e sopra le battaglie. Solo per la sequenza del Consiglio di Elrond, quando diventa uno specchio che riflette le immagini, ce ne sono voluti 30 diversi. Le scritte elfiche che vi appaiono sono state aggiunte con Photoshop. La maggior parte era d'acciaio, poi ricoperta d'oro, ma Jackson ne ha preteso qualcuno in oro puro. Il primo, storico prototipo, è nella cassaforte del negozio. La copia che Frodo portava al collo è invece nell'ufficio di Elijah Wood a Los Angeles.

-I primi "registi" del Signore degli Anelli sono stati due pittori, l'inglese Alan Lee e il canadese John Howe, che oggi vive in Svizzera. Da anni illustravano ad olio e acquerello racconti e romanzi di Tolkien, immaginando i volti dei suoi personaggi. Non si erano mai conosciuti: li ha fatti incontrare Jackson convocandoli in Nuova Zelanda appena partita la preproduzione dei film, per fargli prefigurare la oil look dei luoghi e dei personaggi. Paradossalmente i due specialisti della preistorica Terra di Mezzo si erano conosciuti su un modernissimo aereo intercontinentale della Singapore Airlines. Non c'è stata gelosia sul set (Howe si è occupato più dei mostri e dei cattivi, Lee di Hobbit, Elfi e Umani); ora, dopo la lunga esperienza comune si scambiano prefazioni elogiative sulle rispettive raccolte di disegni. Jackson, contento come un bambino, la prima volta che li ha portati nella location dove sarebbe sorta Hobbiville, chiedendogli di immaginarsela, ha voluto una videocamera per immortalare personalmente quel momento. Poi lo ha inserito negli extra del DVD.

-I piedi per gli Hobbit sono stati realizzati in gran numero (ben 2200) a causa della deperibilità del materiale. Ogni volta venivano attaccati agli attori con colle resistentissime. "Dopo questo film il feticismo dei piedi ha tutt'altro significato", ha detto Sean Astin (Sam), raccontando quanto fosse duro vivere giornalmente prigionieri di quelle appendici che, bagnandosi d'acqua, diventavano trappole gelate. Sul set c'erano sempre 2 pentoloni  di un intruglio di lattice e silicone in perenne ebollizione per preparare la gomma necessaria a costruire piedi di Hobbit e orecchie di Elfi.

-Tra le tecniche più utilizzate nella realizzazione del Signore degli Anelli, c'è sicuramente il motion capture, che consiste nell'immagazzinare nel computer un movimento naturale per replicarlo in un contesto virtuale: in questa maniera è stato possibile per esempio ottenere delle perfette repliche degli attori protagonisti, per le sequenze in cui si sarebbe rivelato impossibile riprenderli dal vivo (per esempio sulla scalinata di Khazad-dum, che in realtà è un modellino in miniatura); o ancora attribuire un movimento umano, e quindi credibile, a creature immateriali come Gollum e i soldati del feroce attacco al Fosso di Helm o, infine, nell'applicazione più audace, infilare l'occhio della cinepresa in un ambiente 3D che esisteva solo nel computer, come nel caso della sequenza del Troll a Moria. Per effettuare le registrazione vengono applicati dei riferimenti luminosi sull'oggetto il cui moto si vuole catturare: nel caso si tratti di riprendere una persona, questa viene vestita con una tuta nera e i sensori fosforescenti sono applicati in corrispondenza delle giunture. Le telecamere poste attorno al soggetto registrano dei riferimenti all'interno di uno spazio predeterminato (e accuratamente misurato) e il computer li trasforma nelle coordinate del modello tridimensionale. Naturalmente questa tecnica può essere applicata a qualsiasi tipo di movimento e l'acquisizione è tanto più precisa quanto è il numero di sensori applicati.

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