Capitolo 6

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Erano passati tre giorni da quel mio ultimo messaggio. Tre giorni ed io non l'avevo più cercato. Tre giorni e morivo dalla voglia di sapere quel suo esame come era andato.

Erano passati tre giorni e Christian non aveva fatto altro che chiedersi perchè non riuscisse a fare altro che pensare alle parole che Mark gli aveva sbattuto in faccia qualche giorno prima.

'Christian tesoro, ci sei?' le aveva chiesto stranita Irene.

'Si, allora questo gelato lo prendiamo?' e andarono insieme ridendo.

Christian e Irene si frequentavano da un po. Lei quindici anni, lui diciotto. Lei bella, simpatica e sognatrice. Lui negativo e distrutto. Aveva visto in lei la sua salvezza, lo faceva sorridere, prima che arrivasse tutto questo nella sua vita.

'Dannata ragazza, perchè sorridi.' pensava costantemente tra se, ma sapeva che non avrebbe retto ancora vedendomi spenta.

Era domenica e io ero presa dalla solita tristezza domenicale. Stavo sul letto e pensavo.

'Tu non vali nulla, non fai mai nulla. Che figlia mi ritrovo.'

'Ma pensa a dimagrire.'

'La maglia è bella, solo che non sta al tuo fisico. Metti quella più larga.'

Pensavo a questo e a tutte le stronzate che mi avevano detto. A quanto mi avevano distrutta. Mi guardai i polsi. Distrutti anche quelli.

'Facnculo tutti'  pensai. Presi il cellulare e andai sul Tumblr di Christian. C'era qualcosa che non andava: non stava bene e io avrei solo voluto aiutarlo. Mi sentii impotente. Volevo aiutarlo ma non sapevo  come. Lui non me lo permetteva in alcun modo. Era così tremendamente  chiuso e riservato che non sapevo neppure come provarci. Christian con  il tempo si era creato un muro altissimo dal quale si difendeva e non ci  voleva tanto a capirlo. Anche chi non sapeva nulla di lui, come me  d'altronde, riusciva a capirlo. Era invalicabile, ma non seppi resistere  alla tentazione di volerlo buttare giù. Sapevo cosa si provava a  nascondersi dietro un grande muro, ad aver paura, a non parlare, a  lasciare che tutto scorra inesorabile mentre si resta fermi ad  osservare. Io lo sapevo e forse meglio di me davvero pochi lo sapevano.  Sapevo come si viveva assuefatti dal dolore e di quanto aiuto una  persona in queste condizioni avesse bisogno. Lo sapevo, solo non sapevo  accettarlo per me stessa, ma non volli che Christian continuasse a  vivere come me. Volevo che sorridesse, che tirasse fuori quel sorriso  che mi aveva lasciata senza fiato e che mi aveva portata qui a pensare a  come aiutarlo. Volevo che sapesse che qualcuno voleva aiutarlo, magari  questo lo avrebbe fatto sentire meglio, così feci ciò che avrei voluto  che qualcuno facesse con me. Gli scrissi un messaggio li, dove non poteva riconoscermi, perchè alla fine, seppur con tutte le buone  intenzioni del mondo, non volevo che sapesse chi ero, non volevo  ripiombare nella sua vita dopo avergliela stravolta, e dopo essermi  imbattuta in quel suo grande muro.

'Sorridi. Sorridi sempre che hai un sorriso bellissimo e nessuno può fartelo spegnere. Hai ragione, la vita purtroppo è una merda e lo capisco, ma se c'è una cosa che ho imparato è che questa merda teme i sorrisi. Quindi fallo. Sorridi, vivi. Non servirà a nulla ciò che sto scrivendo. Non ti conosco, non so cosa vivi e so che ti chiederai cosa vuole questa matta da te, ma ti seguo da un pò e quello che pubblichi ti crea un'alone di tristezza e io.. buh io volevo solo aiutarti. Non vale nulla, ma se mai ti andasse di parlare sai dove trovarmi.'

Avevo paura ad inviarla, ma poi decisi di seguire il mio cuore, o almeno cercai di cambiare direzione al mio cuore dal momento che quest'ultimo era direzionato solo su Caleb, il mio migliore amico.

C'eravamo conosciuti grazie a Serena, la mia migliore amica. Caleb era infatti il fratello minore di Serena. C'eravamo conosciuti per il ompleanno della Sere, ma avevamo parlato davvero seriamente qualche mese dopo quando uscimmo insieme. Ero triste perchè mio padre la sera prima mi aveva picchiata ancora e lui sembrò capirlo. Non seppi mai come, ma ci riuscì.

'Che succede?'

'Nulla' risposi. Non ci conoscevamo neanche, come potevo dirgli che volevo scappare da tutto.

'Non ci credo. Hai smesso di ridere e hai fumato circa 3 sigarette negli ultimi dieci minuti, qualcosa deve pur esserci. Avanti dimmi, che succede piccola pinocchietta?'

Rabbrividì a quel piccola, a quel suo soprannome e lo feci ancor di più quando lui mi mise la mano attorno al collo e mi strinse a se. Rimanemmo per qualche minuto cosi, in silenzio. Io con la testa sul suo petto, lui che mi abbracciava, seduti per terra mentre tutti facevano altro.

'Quindi mi dici che succede? E poi, Mia sorella dove cazzo è?'

'E' li con Tony. Comunque nulla, sono solo triste, stanca. Mio padre rompe.'

'E tu fregatene, ci siamo qui noi. Che ti dice?'

'E' una situazione un po particolare, tante cose che si accumulano..'

'Non vuoi parlarne vero Hope?'

'No, non adesso scusami.' risposi con gli occhi bassi.

'Ma quale scusa stupida, vieni qui abbracciami.'

Suonò un cellulare. Era il suo. Lui rise.

'Che succede?' gli chiesi sdrammatizzando il silenzio che si era creato.

'Una mia amica, guarda che stupida..'

Guardai lo schermo del cellulare e feci in tempo a leggere qualchebattutina. Iniziammo a ridere e rimanemmo in quella posizione per moltotempo. Qualcosa scattò, sin da subito. Ci siamo voluti bene, e da quel momento in poi i nostri cuori si unirono.

Cominciammo a parlare più spesso. Caleb connobbe tutta la mia storia ma mai me lo fece pesare, mi stava sempre accanto.

'Io non ti lascerò mai, sappilo.'

'Promettimelo Cal..'

'Promesso.'

Erano parole  che non potevo scordare. Non potevo più vivere senza di lui. Divennimo ottimi amici e passammo il nostro tempo tra nottate a fumere in terrazza, chiaccherate, pianti, sorrisi, abbracci e dormite insieme. Eravamo unici, facevamo invidia a tutti. Poi qualcosa cambiò. Lui trovò la ragazza e sembrò dimenticarsi di me. Ci  allontanammo e a me mancava tremendamente il mio Caleb. Lo amavo forse?  No, non può essere, lui era mio fratello.

Pensavo a tutto questo stingendo l'anello che lui mi aveva regalato dimenticandomi addirittura di controllare la posta per vedere se c'era un'eventuale risposta di Christian. Cosi fu, e il mio cuore riprese a battere velocemente.

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