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2:56 pm

-Fammi controllare...- dissi a mia madre. Mi aveva telefonato qualche minuto prima per sapere com'era andata la giornata.Dopo il pranzo con Lucy e Jason era uscita per andare a fare un giretto veloce in città. -No, non posso.
-Come sarebbe a dire non posso?- ribatté lei, sembrava arrabbiata. -È il momento importante di tua cugina Susan, non puoi mancare!- quel venerdì, alla chiesa di Monterey, ci sarebbe stato il matrimonio della figlia di mia zia Martha. Ma non avevo proprio voglia di vedere tutti i miei ricordi in quella città passarmi davanti e travolgermi. E poi era la sera della festa! -Ci sarà anche tua sorella Isabelle...- continuò mia madre. Izzy non si faceva sentire da un bel po', nessuna lettera o telefonata. Mi sembrò strano, non poteva staccare i collegamenti e riattaccarli da un momento all'altro. Le questioni erano due: o è diventata pazza, o la mamma l'ha obbligata. O forse è stato mio padre! Era partito per Manhattan qualche giorno prima del trasferimento, ci avrebbe raggiunti dopo una settimana. Magari quando ha saputo del matrimonio ha cercato Isabelle e l'ha convinta a venire. Hanno sempre avuto un buon rapporto, lei e papà, fin da quando era piccola. Quel giorno ci fu tornata utile questa cosa.
-Ma mamma, venerdì c'è la festa!
-Quale festa?!- sembrava arrabbiata e confusa allo stesso tempo e non era un bene.
-Un ragazzo dell'ultimo anno darà una festa a casa sua e... mi hanno invitata.- in quel momento mi sono aspettata una miriade di domande, invece disse: -Oh... Mi fa piacere... Beh, potresti almeno andarla a trovare durante un tuo giorno libero, non credi?
-Ma certo, lo farò.- non ero sicura di quello che avevo detto. Non ero pronta, non ancora. Me ne ero andata da pochi giorni e non volevo ritornare in California.
-Bene così, fammi sapere.
Ero contenta che mia mamma non avesse insistito molto che io andassi al matrimonio. Si sentiva che era felice per me dalla voce che aveva, mi faceva molto piacere. Forse anche lei la vedeva come un'occasione per farsi degli amici.

16 settembre

Il mattino seguente, dopo un'oretta di corsa, arrivai in ritardo a scuola. Emily mi accompagnò in classe, avevo letteratura. Il professor Cooper fece finta di non avermi mai vista entrare e continuò tranquillamente la lezione.
-Ashley! Hey, Ashley!- bisbigliò qualcuno dietro di me. Mi girai e vidi un ragazzo molto carino, gli occhi enormemente grandi e marroni. -Sei Ashley vero?
-Si, sono io.- risposi sottovoce. Il ragazzo si mise a ridere, anche se io non ci trovavo nulla di divertente.
-Benissimo, vieni venerdì alla festa?
-Si, perché me lo chiedi?
-Beh, ci verresti con me?- pensai che quel tipo era un po' troppo affrettato, nemmeno mi conosceva. Gli chiesi come si chiamava e lui rispose: -Mark Reynolds.
-Ehm... Mark, non so come dirtelo ma... Non mi sembra una buona idea dato che non ti ho mai visto prima.
-Giusto, potrei essere un maniaco.- il sorriso sempre sulle sue labbra. Un bel sorriso, a dire il vero.
-C'è sempre questa possibilità ma sono sicura che saprei difendermi.
-Bene Ashley, pensaci e poi fammi sapere.
Annuii ma non ci sarei mai andata con lui. Era carino, certo, ma preferivo andare con Lucy e Jason piuttosto che con uno sconosciuto.
Quando lo raccontai a Lucy lei rimase sconvolta.
-Conosco quel tipo. Ci uscivo insieme l'anno scorso, poi ha trovato un'altra... Il fatto è che non penso sia la persona giusta per te e poi... Non ti sembra troppo affrettato? Oddio, è molto carino, ma come ha fatto a sapere di te?- le parole le uscirono dalla bocca senza fermarsi. Aveva ragione, però, ed ero felice che la pensasse come me su questa faccenda.

Mi incontrai con Matt al bar della scuola, più tardi, c'erano anche altri due ragazzi con lui. Scoprii poi che uno era Dylan e l'altro Schmidt. Erano molto simpatici, Dylan aveva degli occhi e un sorriso pazzeschi, favolosi direi. Bevvi un caffè con loro e mi fermai a chiacchierare per un po', poi dovetti tornare in classe, mi aspettavano altre quattro ore di scuola prima di essere libera. Avevo di nuovo Chimica, sempre con Lucy, poi un'ora di Storia e due di Geografia. Il professore di storia era il più giovane che avessi mai avuto, era carino, per quanto lo possa essere un professore. Sfortunatamente non si trattava di Ezra Fitz, come in Pretty Little Liars, altrimenti avrei fatto come Aria e me lo sarei preso io. Molte ragazze seguivano di più i movimenti del professore invece della spiegazione, ma io non ero una di quelle, nemmeno Emily sembrava interessarsene più di tanto. Quando finalmente anche le ultime due ore di Geografia finirono mi sentii libera e corsi verso casa più veloce che potevo. 

THE WAY YOU LOVE ME - #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora