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7:06 pm

Non potevo fare a meno di chiedermi perché Lucy non mi aveva almeno accennato il fatto di essersi frequentata con Jackson. Se me l'avesse detto non sarei stata gelosa, anzi, le avrei chiesto un parere. Però magari aveva delle ragioni, per cui lasciai perdere e decisi di archiviare l'argomento, per il momento. Guardai negli occhi colui che mi aveva riempito la testa di domande senza risposta e pensai che non potevo essere più dispiaciuta per lui di quanto non lo fossi già. Anche se forse doveva essere lui a dispiacersi per me, ma non gliene faccio una colpa.
-Grazie.- dissi sorridendo leggermente.
-Per cosa?- rispose lui prendendomi la mano. Odiavo quando lo faceva perché un brivido mi percorreva tutto il corpo.
-Per esserti confidato con me.
Si mise a ridere. -Non era un segreto, tutta la scuola lo sa. Mi hanno deriso per qualche giorno, ma come un amico deride un altro amico. Io sono pur sempre un ragazzo popolare a scuola...
-...E anche un po' narcisista.- aggiunsi e lui sbuffò. Magari gli avevo dato fastidio, ma non smetteva di ridere. Rideva per me?
-Senti, ti prometto che se vieni con me alla festa di Lucy farò in modo che le cose si sistemino. Per favore accetta.
Ci pensò un po' su, la situazione era molto complessa. Mi dispiaceva seriamente per lui, cioè, perché lo prendevano in giro? I ragazzi non si dovrebbero preoccupare se una ragazza li rifiuta, sono pur sempre ragazzi, chissà quante ragazze avranno ai loro piedi.
-Va bene, ma puoi anche risparmiarti la scenetta con Lucy, non voglio che le cose si rimettano a posto, non voglio più avere a che fare con lei, punto.- non capivo il perché ma decisi di non chiederglielo, cambiai argomento.
-Senti, ti va di andare a casa mia?- ma non scelsi l'argomento giusto. Anzi, forse scelsi quello più imbarazzante di tutti. Infatti lui mi guardò storto, poi mi misi a ridere e anche lui lo fece. Stranamente disse di si e quindi cominciammo a camminare, la strada era lunga. Per tutto il tragitto pensai a cosa fare una volta a casa, ma non potevo prendermela comoda, alle sette sarei dovuta andare da Lucy, quindi decisi di mangiare qualcosa e di vestirmi. Per il vestito di Jackson... saremmo passati a prenderne uno, magari in quel negozio bellissimo al centro commerciale. Però magari aveva già un vestito da qualche parte, nell'armadio.
-Cosa intendi indossare sta sera?- gli chiesi per sicurezza.
-Dipende da che tipo di festa è.-
-A questo non avevo pensato.- e se magari è una festa in costume? Io non avevo di certo il vestito adatto. -Meglio chiedere Lucy.
Presi il telefono e chiamai la mia amica, rispose dopo pochi secondi.
-Pronto?
-Lucy, sono Ashley.
-Oh, ciao. Ricorda che fra poco devi venire qui ad aiutarmi, verrà molta gente sta sera.
-Ma si certo, però volevo chiederti: la festa è... una normale festa oppure c'è un tema?
-Non te l'ho detto? Il tema è "personaggi storici importanti". La storia è la mia materia preferita e mi piaceva l'idea. Scusa se non te l'ho detto, pensavo di averlo fatto.
-Non preoccuparti.- poi mi ricordai di Jackson, dovevo chiedere a Lucy il permesso di portarlo anche se la risposta che mi aspettavo era " no", ma ci dovevo almeno provare. -Comunque, posso portare qualcuno alla festa? È un mio amico e sta sera non ha nulla da fare.
-Ma certo, chi è il fortunato?- spero tu sia ironica, Lucy.
-Jackson.- aiuto. Avevo paura della sua reazione quindi chiusi gli occhi e mi fermai, Jackson fece lo stesso, senza chiudere gli occhi però.
-McCullers o Sanders?- non avevo mai sentito che a scuola c'era un Jackson Sanders, ma sicuramente era perché a scuola ci ho passato solo cinque giorni, più o meno. Domani ricomincerò e vedrò di costruirmi una vita.
-McCullers, spero non sia un problema.
-Oh, no, ti prego, lui no. Pensavo fosse Sanders quello con cui parlavi e che era venuto a trovarti in ospedale! Io e McCullers non andiamo molto d'accordo, ma sicuramente te l'avrà detto.
-Si l'ha fatto, ma viene solo perché gliel'ho chiesto io.- lo guardai, aveva la faccia un po' triste e l'espressione diceva un gran "te l'avevo detto". Lui diceva di non voler avere nulla a che fare con Lucy, ma io sapevo che ci era restato male, si sentiva da come parlava di lei. Gli presi la mano per consolarlo, e questa volta non sentii il brivido attraversarmi il corpo. -Prometto che lo terrò lontano da te, ti prego.
-Va bene,- sbuffò. -ma non è che ti piace?
Avevo il telefono in vivavoce e Jackson sentì ciò che aveva detto Lucy. Ero in una situazione critica dal mio punto di vista. Cosa rispondevo? Se avessi detto si, lui e lei si sarebbero montati la testa, se avessi detto no, lui si sarebbe offeso.
-Ciao, Lucy, penso che la risposta alla tua domanda sia: siamo solo amici, perché è la verità, per ora.- intervenne Jackson. Chissà come mai riusciva a salvare sempre la situazione questo Jackson... Ne terrò conto. Lucy riattaccò e Jackson scoppiò a ridere, e non smise finché non uscimmo dalla villa. Ritornati al parco mi seppi orientare meglio e guidai il mio amico fino a casa mia.
Era una piccola casa, di bello aveva solo il giardino. Mia madre aveva ci lavorato molto nei suoi primi giorni in Florida e, devo dire, che ha fatto un buon lavoro. Di solito nelle belle città le case sono tutte molto grandi, con tanti piani e tante stanze. La mia invece era una normalissima casa.
Entrati nella mia umile dimora trovai Isabelle sul divano, con una ragazza, a guardare un film.
-Ciao, Izy.- salutai.
-Oh, Ash, ciao. Cosa fai qui?
-Se non sbaglio è anche casa mia questa.
-Hai ragione.- l'amica di mia sorella rise. -Lei è Kayla, una mia compagna di lavoro.
-Lavoro?
-Si beh, ho trovato un lavoro qui vicino, in un hotel, solo per poche settimane, fino a Natale. A proposito, hai chiesto a qualche tua amica se vuole venire a New York con te?
-Veramente no...- dovevo ancora chiedere a Lucy.
-Oh ciao anche a te!- disse Isabelle accorgendosi di Jackson. Lui ricambiò il saluto e, prima che qualcuno potesse dire qualcos'altro, trascinai il mio amico al piano di sopra, in camera mia.
-Senti, devo solo cambiarmi e mettermi un vestito, la festa è a tema, hai sentito, quindi vedo se ne ho uno adatto e poi passiamo da te. Anche tu devi cambiarti, non vorrai venire così alla festa, vero?- dissi chiudendo a chiave la porta.
-D'accordo, ho capito. Ehm... Vuoi una mano a trovare il vestito che indosserai oppure vuoi che mi giri direttamente finché non ti sei cambiata?- domandò Jackson sedendosi sul mio letto blu.
-Puoi anche non girarti, non mi vergogno. Dopotutto, non sono mica nuda.- sorrisi, poi mi misi a cercare qualcosa da mettere. Trovai dopo infiniti minuti un vestito, nell'armadio di mia sorella, da Marilyn Monroe, e decisi che era quello giusto.

7:37 pm

-Izy, dove l'hai preso?- le chiesi raggiungendola di sotto.
-Dov'è il tuo amico?- rispose ignorando la mia domanda.
-Dai, rispondimi seriamente!
-L'ho presa a New York l'anno scorso. Volevo regalartelo a Natale dato che io non lo userò mai più, poi ho incontrato la tua amica Lucy in un bar due o tre giorni fa e mi ha detto che oggi sarebbe stato il suo compleanno e che avrebbe fatto una festa a tema, quindi l'ho fatto portare qui da Manhattan apposta per te. Sei felice?- stranamente si.
-Grazie.- fu tutto quello che dissi.
Salii le scale e raggiunsi Jackson che stava dando un'occhiata alla mia stanza.
-È molto bella.- disse toccando le mie tendine.
-Io non ci trovo nulla di diverso, è una stanza come le altre.
-No, è più bella.- mi facevano piacere i complimenti di Jackson, molto piacere.
-Ehm, io dovrei cambiarmi.
-Oh, si, ma certo, mi giro subito.
-Come vuoi.- si girò e io cominciai a vestirmi. Adoravo quel costume di Marilyn Monroe e quindi non vedevo l'ora di indossarlo. Isabelle era piccolina e quindi avevamo la stessa taglia, fortunatamente.
-Come mi sta?- chiesi a Jackson, il parere di un'amica, in questo caso di un amico, è importante per me.
-Da sballo, cioè è fantastico!
-Ti ringrazio.- poi mi venne un'idea. -Doto che non abbiamo molto tempo, ti va di indossare un semplice smoking? Ne ho qualcuno di mio fratello, se vuoi.
-Ne sei proprio sicura? Insomma, non ti darebbe fastidio?
-Si, è ovvio che un po' mi darà fastidio, Lucas rimarrà per sempre mio fratello, ma quegli smoking non li userà più nessuno e quindi... Se vuoi posso prestartene uno.- feci un piccolo sorriso. Un po' mi scocciava fargli indossare un vestito di Lucas dato che già me lo ricordava, ma non potevo permettermi di arrivare in ritardo alla festa della mia nuova migliore amica.
-D'accordo allora.
Nella mia stanza tenevo una cassettiera con dentro un po' delle cose di Lucas tra cui lo smoking che ha indossato il giorno del mio tredicesimo compleanno. Jackson era un po' più alto di Lucas, ma ricordo che il vestito gli andava largo quindi sarebbe stato perfetto.
-Indossa questo. Era il suo preferito.- dissi. -E non preoccuparti se si sporca, è facile da ripulire.
-Grazie Ash.- di nulla.
Questa volta mi girai io, ero tentata di guardare, come lo sarebbe chiunque, ma riuscii a trattenermi.
-Ho fatto.- mi girai per vedere come gli stava e l'unica cosa che mi venne in mente di dire fu: -Stai qui, torno subito.
Lui fece una faccia dall'espressione confusa e mi guardò uscire dalla stanza lasciandolo nuovamente solo. Tornai da Isabelle e le dissi di uscire dalla casa con la scusa che al centro commerciale c'erano i saldi. Subito si precipitò alla macchina con la sua amica Kayla e lasciò la via senza dire una parola. Tirai un sospiro di sollievo. Che stupida!
-Jackson!- chiamai il suo nome per farlo scendere.
-Dimmi.
-Possiamo andare adesso.- gli feci segno di aprire la porta.
-Perché hai fatto andare via tua sorella?
-Non poteva vederti così, lei non lo ammette ma sta come me quando si parla di Lucas, se non peggio. Tu sei molto simile a lui e quindi... volevo solo evitare situazioni...
-Okay, d'accordo ho capito tranquilla.- concluse lui la frase per me perché io non avrei saputo dire null'altro.
-Ora andiamo che è già tardi.
-Si certo.- uscimmo di casa e lui chiamò un taxi. -Non ho voglia di camminare e poi la casa di Lucy non è esattamente vicina.- aggiunse lui.
-Lo so, mi ha detto dove abita, ma non ci sono mai andata. È bella casa sua?
-È più che bella, è la ragazza più ricca di Fort Pierce, è ovvio ha una casa bella. Sembra un castello vista dal fuori.

THE WAY YOU LOVE ME - #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora