4:16 pm
Un'aria leggere entrava dalla finestra semiaperta della stanza. L'ospedale era silenzioso, nessuno parlava, ciò che sentivo era il rumore del misuratore del battito cardiaco. E ovviamente Jackson che parlava.
-Allora, so che ho sbagliato a non dirti di Emily, ma...- iniziò lui. Ma lo interruppi dicendo: -No, ho detto che non voglio sentire le tue scuse. Stai sprecando l'opportunità di spiegarti meglio, vedi di migliorare.
-D'accordo. Non ti ho detto di Emily perché non mi sembrava giusto, insomma, ci conosciamo da nemmeno una settimana e non volevo iniziare un'amicizia dicendoti che mi sentivo con una ragazza. Avrei rovinato tutto, non so se mi spiego.- sentivi? In che senso? -E non volevo rovinare tutto, per questo voglio farmi perdonare. Ti parlerò un po' della mia vita e tu mi parlerai della tua, solo ciò che vorrai dirmi ovviamente. Ci stai?
Ci pensai su, questa proposta aveva i suoi lati positivi e i suoi lati negativi. Avrei potuto chiedergli di Lucas e della notte dell'incidente. Avrei potuto conoscerlo meglio e, così facendo, evitare altre figuracce. Così accettai.
-Bene così.- disse Jackson. Gli feci posto nel lettino e si sedette di fianco a me. -Cosa vuoi sapere per primo?
-Non so... Parlami della tua vita in generale, dai.
-Okay, ehm... Mi piace giocare a lacrosse e faccio parte di una squadra, non una squadra della scuola, lì dicono che il lacrosse non sia veramente un gioco e che sia pericoloso. E a me viene da dire: e il football allora?! Anche il football è pericoloso!
-Scusa ma... Cos'è il lacrosse?- lo interruppi imbarazzata. Magari era conosciuto come sport da quelle parti, ma a Monterey si giocava a football e quindi non ne sapevo nulla di questo sport.
-Beh, il lacrosse è una specie di hockey su prato... Non so come spiegarlo...
-Ma tu ci giochi, dovresti saperlo.- scoppiai a ridere e lui... Lo vedevo un po' confuso e ora era lui a essere in imbarazzo. Mi spiegò più o meno in cosa consisteva giocare a lacrosse e poi mi disse: -Beh, ho una sorellina più piccola.
-Quanti anni ha?- gli chiedo.
-Non è piccolissima, ha 16 anni.- poi rise e risi anche io. La sua risata era contagiosa ma questo non voleva dire che l'avevo perdonato. Sapevo che, anche se in quel momento andava tutto bene, la conversazione si sarebbe ribaltata quando gli avessi chiesto di Lucas.
-Si chiama Sophia e, per la precisione, è la mia sorellastra. Di fratelli o sorelle biologici non ho nessuno.- era il momento adatto. Parlando di fratelli me lo avrebbe confessato, doveva farlo.
-Io avevo un fratello, si chiamava Lucas.
-Che cosa gli è successo?- chiese Jackson, l'espressione sul suo viso si era incupita.
-Come fai a sapere che gli è successo qualcosa?
-Hai parlato al passato usando il modo imperfetto e quindi ho intuito che... Beh...
-Si... Lui è morto. Tre anni fa. Il giorno del mio compleanno...- i miei occhi erano lucidi ed ero sul punto di piangere, quando Jackson mi fece appoggiare la testa sulla sua spalla e cominciò a dirmi di non piangere, di stare tranquilla, che lui era con me. Quel gesto mi fece arrabbiare da una parte, ma dall'altra... Era stato molto dolce, mi sentivo bene tra le sue braccia, come se fossi a casa.
Però dovevo dirglielo. Lui doveva confessarmi che lo conosceva, perché lui lo conosceva. Lucy ne era certa.
-Senti Jackson, non vorrei rovinare il momento ma... Devo farti una domanda seria.
Lui, confuso, disse "okay" con le labbra e io continuai: -Beh, alla festa, la mia amica Nikki, di Monterey, il mio vecchio paese, mi ha detto che tu... Ehm, conoscevi Lucas e che... Eri con lui la notte dell'incidente... Vorrei che mi dicessi la verità.
La sua espressione era distante, penso non sapesse di cosa stessi parlando ma se conosceva davvero Lucas non poteva tenermelo nascosto.
-Ora dimmi, Ashley, come faccio a conoscere tuo fratello se vivo dall'altra parte degli Stati Uniti? Non so cosa ti abbia detto di preciso la tua amica ma di sicuro niente di vero. Non ti avrei mai fatto una cosa del genere, te l'avrei detto. Era tuo fratello! Io... Pensavo seriamente che fossimo amici.- a questo punto Jackson era furioso, scese dal lettino. Era sul punto di andarsene quando intervenni.
-Ti prego resta, per favore.
Non so perché lo feci, certo non volevo restare da sola, non volevo che mi lasciasse ma in fondo ero anche io furiosa nei suoi confronti. Perché non ammetteva di conoscere Lucas? La storia di Emily sono disposta a perdonarla ma questa no. Assolutamente no. Nel mio cuore speravo di riuscire a fargli dire la verità ma sapevo che poteva essere una cosa impossibile.
-Perché dovrei restare se adesso tu mi stai incolpando di qualcosa che non ho fatto? Perché non mi dici che mi odi e facciamo la finita?- ruggì Jackson.
-Io non ti odio! Io... Volevo solo sapere di mio fratello...- e scoppiai a piangere. Lacrimoni grandi come case scendevano sulle mie guance e, stupito, Jackson rimase immobile. Non so a cosa pensasse ma sembrava dispiaciuto di avermi fatta piangere. Infatti venne da me e mi abbracciò, chiedendomi scusa.
-Però ti giuro che non conoscevo Lucas.- ecco perfetto, ha rovinato tutto! Mi girai su un lato nel mio lettino e cercai di addormentarmi.
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THE WAY YOU LOVE ME - #Wattys2016
JugendliteraturDopo un incidente d'auto che le ha portato via suo fratello, Ashley decide di trasferirsi a Fort Pierce, Florida, e cambiare vita. Ma non sarà così facile. Riuscirà a sopportare tanto peso sulle spalle o si lascerà andare al primo problema? Perdona...