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11:00 pm

Andavo addosso alla gente senza che me ne importasse. Ian aveva detto che Lucy mi voleva vedere e che era urgente, ed è giusto che se una mia amica ha bisogno di me io ci devo essere. Le persone ridevano, scherzavano, ballavano, ma quando mi vedevano la loro espressione non era più felice, ma interrogativa. Del tipo "che cosa ci sarà di così importante da urtare le spalle di tutti pur di passare?". Presi la mano di Jackson, mentre Ian si faceva strada tra la folla senza nessuno al suo fianco. E la domanda che mi porsi in quel momento fu "che ci fa lui qui?". Sapevo che era stato invitato alla festa, ma intendevo dire, che cosa ci faceva lui nei miei problemi? Perché era venuto lui e non qualcun altro a dirmi di Lucy? Cos'aveva di speciale?
-Lei è lì dentro.- disse Ian indicando una stanza dalla porta bianca, vicino alla cucina. Guardai Jackson che mi fece segno di entrare. Entrai facendo un bel respiro e vidi la mia amica che piangeva. Era seduta su un divanetto, vicino a lei giacevano una miriade di fazzoletti.
-Cos'è successo qui?- chiesi andando ad abbracciarla. Mi resi conto che non aveva fatto chiamare Jason, altrimenti sarebbe arrivato prima di me.
-Sono una stupida!- rispose tra un singhiozzo e l'altro. Le asciugai una lacrima e le dissi di respirare. Lei mi ascoltò, le accarezzai i capelli mossi pieni di lacca ma ancora morbidi.
-Hey, stai bene?- mi sembrava la cosa più intelligente da dire, nei film lo dicono sempre in situazioni del genere.
-Si,- annuì. -tutto okay... Tu sai, per caso, se Jason se n'è andato?
-No, non l'ho visto uscire. Perché?- cominciavo a sospettare di un loro litigio.
-Gli ho spezzato il cuore, Ash. Non mi perdonerà mai.- ricominciò a piangere. Non capivo come una ragazza così perfetta avesse potuto sbagliare qualcosa tanto grave a tal punto da farla litigare con il ragazzo con cui va più d'accordo di tutti.
-Questo non è assolutamente vero. Sono sicura che non andrà come dici tu.- non ne ero davvero sicura, non sapevo il motivo del litigio, magari era davvero una cosa brutta. Però, non avrei mai potuto demoralizzarla dicendole che aveva ragione o stando zitta, insomma, ero la sua migliore amica, perciò dovevo comportarmi come tale.
-Pensavo che andasse tutto bene,- singhiozzò. -poi li è diventato molto geloso. Non potevo nemmeno parlare con un altro ragazzo, nemmeno con un amico, oppure mi avrebbe fatto un'ennesima scenata di gelosia. Si è lamentato dell'elevata presenza di ragazzi alla mia festa, era persino geloso di Jackson, o di Ian, lui non riesce a distinguerli. Sai, quando siamo saliti e ti abbiamo trovato in camera mia, volevamo stare un po' da soli, e lo siamo stati. Ma poi mi cercavano in molti e siamo dovuti scendere. Quando hanno iniziato a ballare il lento e il DJ ha detto che la canzone era per me e Jason noi stavamo litigando, è stata tutta colpa mia. Avevo bevuto due bicchieri di bourbon, o qualcosa del genere, e sono andata fuori di testa, ma non troppo per dimenticarmi l'episodio con Jason. In pratica un certo Sebastian mi si è avvicinato a abbiamo iniziato a parlare, poi mi ha baciata, io mi sono allontanata ma Jason, che evidentemente mi stava tenendo d'occhio, ci ha visti. Prima ha picchiato Sebastian, e poi mi ha portata qui e si è trasformato in un mostro. Gli altri lo vedono come un ragazzo che più tranquillo non potrebbe essere, anche tu non è vero?- annuii, non mi aveva mai dato l'impressione di essere un mostro. -Però non lo è, non lo è. Cioè, si lo è, ma quando si arrabbia non sa trattenersi. Diventa diverso e non so come fermarlo, quasi mi tirava uno schiaffo prima. Ha detto che non vuole più vedermi, almeno per un po'. Io gli ho spiegato che non era stato nulla, che non era colpa mia, ma lui non ha voluto saperne. Beh, adesso sei ancora sicura di ciò che hai detto a proposito del suo perdono? Io non penso che se ne dimenticherà.
-Beh, io penso che invece lo farà.
-E come lo sai?
-Perché chi ti ama davvero torna sempre, anche se è difficile.
Capivo la situazione in cui si trovava Lucy, avevo letto milioni di libri che parlavano di ragazzi così. Però le parole della mia amica mi avevano colpito dritto nella stomaco. Come poteva essere? Jason era, o almeno sembrava, un tipo okay. Ne rimasi sconvolta, non l'avrei mai detto. Decisi che dovevo parlare con lui, ma non lo rivelai a Lucy, le dissi solo che sarei tornata subito. Uscii dalla stanza, dovevo trovare Jackson, lui mi avrebbe aiutata a rintracciare Jason, così avrei potuto spiegargli come stavano le cose. Mi sarei inventata di aver visto la scena del bacio tra Lucy e quel Sebastian, così avrei risolto parte della storia. Sul fatto che lui era molto geloso dovevo ancora lavorarci.
Camminai tra i ragazzi impegnati a guardare le ragazze e tra le ragazze impegnate a guardare i ragazzi, poi trovai Jackson, Ian, Tyler e Dylan che parlavano come fanno tutti gli amici. Erano seduti ad un tavolo vicino al bancone del buffet, stavano mangiando dei muffin al cioccolato e ridevano come se i migliori comici americani fossero con loro a raccontare barzellette.
-Jake, ho bisogno di te un minuto.- toccai la spalla di Jackson, ma mi accorsi solo qualche secondo dopo che si trattava di Ian. Accidenti, menomale che non abitava a Fort Pierce, se no avrei fatto le figuracce peggiori nella storia delle figuracce. E poi l'avevo di nuovo chiamato Jake... -Volevo dire, Ian.
Ma che Ian io volevo dire Jackson! Che complicazione! Tutti e due si alzarono dal tavolo e mi guardarono. E adesso che faccio?
-Cosa ti serve, Ash?- chiese Tyler. Da quando mi chiama Ash?
-Spero sia importante, perché per interrompere una conversazione del genere... Beh dev'essere qualcosa di importante.- scherzò Dylan, facendomi venire voglia di sapere di cosa stavano parlando.
-Allora, ti servo io o Ian?- disse Jackson. Sapevo che un po' era geloso, ma non avrei più rivisto Ian per un po' quindi non ce n'era bisogno.
-Chiunque sappia trovare Jason Miller, lui mi serve. Devo fargli un bel discorsetto.- dissi.
-Chi vuole farmi cosa?- chiese qualcuno dietro di me. Mi girai e vidi Jason che beveva un drink dalla faccia non molto invitante. Sorrideva, ma era un sorrisetto ironico, non vero.
-Ehm, io vorrei parlare con te.- sentivo gli occhi dei miei amici addosso, ma d'altronde stavo parlando io quindi era più che normale.
-Si va bene.- vedevo che aveva capito ma non aveva smesso di bere il suo drink e aveva cominciato a guardare il vuoto, probabilmente stava pensando a qualcosa. Poi mi guardò e disse: -Adesso?
Annuii con la testa, tirando gli occhi al cielo. Direi che era anche un po' stupido questo Jason.
-Uscite se dovete parlare, qui non si sente quasi nulla.- ci consigliò Ian, si era seduto di nuovi al tavolo, vicino a lui c'era Jackson.
Iniziai a camminare verso l'uscita, ero stanca però di fare avanti e indietro in mezzo alla folla che mi spintonava a destra e a sinistra, ma non avevo scelta. Arrivata finalmente fuori mi sedetti su una panchina vicino al cancello che segnava la fine del giardino di casa Reed. Vidi Carolyn baciare un ragazzo, lo avevo già visto da qualche parte... Ma certo! Era il dottore, beh, l'infermiere. Non sapevo il suo nome, ma sapevo che era un compagno di Carolyn, beh più che un compagno a questo punto. Mentre aspettavo Jason, che doveva essersi fermato dentro per qualche motivo a me non chiaro, mi misi a contare le automobili parcheggiate nella stradina. Ce n'erano di tutti i colori, alte, basse, larghe e strette. La più strana era un'auto gigantesca, verde smeraldo con disegnate sopra delle fiamme rosa. Chiunque sia il proprietario di quell'affare non ha decisamente buon gusto.
Però ne scorgevo una, parcheggiata vicino a quella di Jason, aveva l'aria familiare ma non mi veniva in mente di chi poteva essere. Però l'avevo già vista, soprattutto avevo già visto la tartaruga di peluche verde chiaro che era appesa sullo specchietto. Poi mi ricordai, ma non poteva essere possibile. Quella era l'auto di Mark. Doveva averla fatta riparare. Mi alzai dalla panchina per andare a controllare, insomma, l'avevo visto in ospedale la sera prima e mi sembrava ancora un po' stordito. Prima che potessi arrivare vicino all'automobile qualcuno all'interno di essa suonò il clacson, guardai meglio e, in effetti, al volante c'era proprio Mark.
-Ashley, anche tu qui?!- disse lui sorridendo. Notai che il suo abbigliamento non era decisamente adatto ad una festa in costume, portava una tuta da ginnastica e un berretto della squadra di Lacrosse della scuola con scritto "I COBRA CONQUISTERANNO IL MONDO".
-Cosa ci fai già fuori dall'ospedale?- chiesi.
-Ho chiesto di uscire prima. In teoria sarei dovuto uscire da lì oggi, proprio come te, quindi ho detto al dottor Rollins di farmi un veloce esame per vedere se c'erano altri problemi, lui ha acconsentito e non ha trovato nulla, così mi hanno lasciato andare. Poi Jason mi ha detto della festa di Lucy, e mi ha detto che c'eri anche tu, così sono venuto.- spiegò Mark sempre restando in macchina. -Però non sono venuto per divertirmi, volevo solo vederti, per dirti che mi dispiace. Mi dispiace, esatto, per tutto. Ho capito di aver sbagliato. Riuscirai mai a perdonarmi?
-Io... l'ho già fatto, Mark.- sorrisi. In quel momento avrei voluto abbracciarlo ma non potevo farlo a causa della portiera che ci divideva. -Sto aspettando Jason, ha fatto un casino con Lucy e gli devo parlare, non è che puoi chiamarlo? Mi hanno detto che non si separa mai dal suo telefono, quindi sentirà la chiamata. Avevamo programmato di uscire in giardino per parlare ma non l'ha ancora fatto.
-Ma si, certo.- iniziò a digitare il numero di Jason ma lo fermai perché vidi il diretto interessato uscire dalla casa, e non era solo, con lui c'era... Lucy?!

Tralasciando il fatto che amo la GIF di Dylan, volevo dirvi che vedo che la storia sta piacendo, quindi ringrazio tutti quello che la seguono dall'inizio e quelli che lasciano solo la stellina senza leggere nulla, perché contano anche loro. Non vedo l'ora di completare la storia così la gente non dovrà aspettare i secoli dei secoli amen per avere un aggiornamento.

Poi volevo dirvi anche che il personaggio di Sebastian sarà importante nella storia, almeno fino ad un certo punto.
Spero vi sia piaciuto il capitolo, baci.
Jules

THE WAY YOU LOVE ME - #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora