capitolo 11 'Quell'amore?'

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Il libro che appare in questo capitolo (apparirà anche in altri) non esiste. È DI MIA FANTASIA!

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-Tortura o morte? Era una domanda alla quale la maggior parte degli uomini avrebbe scelto la prima opzione, ma non io. Avrei preferito la morte che giorni e giorni di puro dolore finché il tuo corpo cede e chiede la pietà di essere ucciso, ma ormai la condanna è scritta e non si può tornare indietro.

Per quella che ritenni fortuna mi considerarono colpevole, dandomi come punizione la condanna peggior che, a detta loro, potesse esistere. La ghigliottina.

Passai uno, due o tre giorni, non ricordo, a camminare su e giù per la cella preparandomi al mio destino. Continuavo a ripetermi 'un taglio e via, non te ne accorgerai nemmeno'.

Ma è qui che la gente sbaglia, si pensa che il momento più brutto è quando tu muori, quando senti la vita abbandonare il tuo corpo, quando i tuoi occhi vedono per l'ultima volta i colori, le piante, gli animali e i bambini per strada giocare con il loro nuovo pallone, tanto desiderato. Hanno torto, tutti coloro che hanno questa idea, hanno torto.

Il momento che sali al patibolo, le persone ti guardano con aria disgustata e soddisfatta, soddisfatta che presto la tua testa sia separata dal resto; tu guardi con occhi impassibili quella costruzione dove avverrà la tua fine. Ti fanno sistemare la testa nel solco fatto a posta nel legno.

Ecco quegli attimi sono la vera tortura, consapevole che tu morirai da lì a poco e sei impotente aspettando la fine. Allora ti rendi conto che non vuoi lasciare questa terra verde e piena di vita, ma ormai è troppo tardi, il boia solleva lascia e poi tutto buio.
Questo è esattamente ciò che ho passato io e non sarei a scrivere questo libro se dentro di me non avessi avuto sangue di vampiro.
Non ricordo nulla dello spazio di tempo condanna- risveglio.
Ritornai in 'vita' all'improvviso e di fronte a me vi trovai Amalia. Oh, la mia amata Amalia, era stata lei a trasformarmi non sopportando la mia morte, così entrata di nascosto nelle celle mi aveva dato la soluzione.

Liberi da ogni responsabilità scappammo, in una terra sconosciuta, ma dove la felicità non ci avrebbe mai abbandonato e avremmo potuto vivere insieme la nostra eternità.- ascoltavo quelle parole ammaliato sia dalla storia che dalla passione che Louis metteva nel leggerle. E quando anche l'ultima pagina fu amata quasi mi rattristii.
Louis chiuse con cura la copertina del libro poggiandolo di fianco.

-Allora ti è piaciuto?- domandò curioso.

-È bellissimo davvero, ma per quale motivo non c'è scritto il nome dell'autore? E come è possibile che in trecento pagine il protagonista non dice mai il suo nome?- chiesi velocemente volendo rispondere ai miei punti interrogativi.

-È proprio questo il bello, lui resta nell'ombra non rivelando mai la sua identità, è ammirevole, come se lui ti desse il permesso di entrare nella tua vita, ma allo stesso tempo te lo nega- spiegò il castano.

-Ma allora perché scrive così tanto di Amalia, anche lei è parte della sua vita-

-Amalia è il suo grande amore e come non poteva raccontare della persona più importante- diceva quei discorsi come se ci avesse ragionato per anni e forse era anche vero.

-E te hai mai provato quel genere di amore?- gli porsi quella domanda timidamente tutto rosso in viso e anche con un pizzico di gelosia.
Si girò verso di me e i nostri occhi si incontrarono in una marea di emozioni così forti da devastare una città intera. Blu e verde. Verde e blu.

Ero così immerso in quelle iride celesti come il più bel ghiacciaio da non accorgermi di Louis si era avvicinato pericolosamente a me.

Solo quando le sue labbra toccarono le mie uscii da quel contatto visivo ricambiando con passione quel bacio che sapeva solo di amore.

Le nostre labbra si muovevano in sincrono cercando di mangiarsi a vicenda. Le nostre lingue si incontrarono per la prima volta creando una danza tutta loro.
Le mani del vampiro scorsero dalle mie spalle fino ai miei fianchi per poi insinuarsi dentro la mia sottile camicia. Le mie braccia invece andarono a circondargli il collo spingendolo ancor di più verso di me.

Le sue dita afferrarono i miei fianchi morbidi per farmi sdraiare sul letto per poi spalmarsi addosso a me.
Interruppe il bacio per scendere a leccare e succhiare la mia mandibola lasciandoci un vistoso segno. Non ancora contento scese verso il collo mirando proprio sopra il pomo d'adamo. Buttai la testa all'indietro estasiato immergendo le mani fra i suoi capelli così setosi e morbidi.

Intanto mi aveva alzato la maglia e quando stava per togliermela del tutto quel biondino apparse dal nulla con una faccia scioccata.

-Louis, cazzo! Dimmelo quando fai certe cose!!- esclamò Niall un po' arrabbiato.
Ci alzammo di scatto, lui con faccia colpevole e io che cercavo di calmare il respiro e nascondere l'evidente rossore sulle mie guance.

-Scusaci Niall... - rispose dispiaciuto il vampiro.

L'imbarazzo era palpabile così decisi che era arrivato il momento di andarmene.

-I-io è m-meglio che vada- balbettai raggiungendo l'ingresso.

I due amici mi seguirono silenziosi e solo quando stavo per chiudermi la porta alle spalle Louis mi bloccò il polso.

-No, non l'ho mai provato, ma credimi quando ti dico che quell'amore lo sto già toccando con le dita-.

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Alla prossima:)

Scusa Per Il Sangue//LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora