2 - PENSIERI INCISI SULLA PELLE

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Sono le 23.23 quando guardo l'ora sdraiata sul letto.
Non riesco proprio a prendere sonno.
Penso a quanto vorrei rivedere il sorriso di quell'angelo, a quanto mi piace sentire la sua voce.
Sento un caldo familiare quando ripenso alle sue labbra rosate, stringo le cosce e prendo un lungo respiro.
Come fa a farmi questo effetto?
Spengo la luce e chiudo gli occhi.
12.05
2.24
4.58
6.12
Poco meno di 20 minuti dopo suona la sveglia. Non ho chiuso occhio e questo rumore mi scombussola i pensieri.

Mi alzo e vado in bagno.
Mi lavo la faccia ma non migliora, così mi metto un po' più di trucco.
Ho messo l'eyeliner e ho lasciato i capelli sciolti.
Metto una maglietta della Vans con una fantasia azzurra e degli skinny neri, le solite Janoski sgualcite e salgo in macchina con mia mamma.
"Come stai tesoro?" chiede con tono dolce.
"Come sempre mamma"
"Ti ho vista un po' strana ieri, é successo qualcosa?"
Ci fermiamo ad un semaforo e vorrei tanto che diventasse verde in fretta.
Parlo spesso con mia madre, le racconto della mia vita, cosa che gli adolescenti di oggi non fanno, eppure non si accontenta, non sopporto quando fa così.
"Mamma ho detto che va tutto bene, smettila di impicciarti in ogni cosa, sai bene che quello che va detto te lo dico sempre".
Apro la portiera e scendo in mezzo al traffico, mi spingo sullo skate e metto le cuffie nelle orecchie.
Kick me degli Sleeping with Sirens mi da l'energia che mi serve per arrivare a scuola in tempo.

Arrivo al Parcheggio e vedo Arkel scendere dalla sua geep nera, con gli occhiali da sole neri addosso.
Le parole di Summer svaniscono pian piano, mentre il mio angelo mette gli occhiali sulla testa tirando indietro i capelli castani e mostrandomi i suoi occhi verde smeraldo.
"Alexis!" Sum alza la voce.
"Che c'é?!" la guardo con aria interrogativa e torno a posare gli occhi su Arkel, che abbassa i suoi e se ne va.
"Lui ti piace. Ti piace eccome".
"É uno stronzo Sum, solo uno stronzo come gli altri, non mi piace, non lo conosco nemmeno" dico con tono deciso.
"Hai guardato solo una persona con quegli occhi Alexis, non far finta di niente. Cosa ti ha detto ieri in infermeria?"
"Sum basta non mi ha detto niente ok? Non ho dormito sta notte, evitiamo questo discorso che ho già un mal di testa lancinante".
"É passato quasi un anno, Alex, credo sia il momento di ricominciare".

Le lezioni passano lentamente e arriva la pausa pranzo.
Vado al mio armadietto e metto giù i libri.
"Alexis..."
Non riesco a voltarmi. La sua voce mette le radici nella mia testa.
"Volevo solo sapere se era ancora valida la passeggiata sulla spiaggia, magari sta sera.."
Mi volto lentamente e quando incontro il suo viso lo vedo arrossire.
Cosa devo fare?
"Penso sia arrivato il momento si ricominciare"
"Ehi.. io credo, credo, che vada bene..."
Ed ecco che il sorriso malizioso gli ricompare sul viso.
Una scintilla gli passa negli occhi.
"Ci vediamo allo Skate Park alle 17.30, ok?"
Annuisco.
Si avvicina lentamente a me, mi da un bacio sulla guancia. Il mio cuore batte veramente troppo forte.
"A dopo" mi sussurra all'orecchio, facendomi venire i brividi.

Vedo Tate venirmi incontro con un sorriso stampato in faccia.
É come un fratello per me.
L'ho conosciuto in campeggio all'età di 8 anni, quando mi ha bruciata con un marshmallow bollente, e per scusarsi si é bruciato nello stesso punto.
Quella cicatrice ci ha uniti per tutti questi anni.
"Ehi biondina, chi era quello?" il suo sorriso potrebbe illuminare il mondo intero.
"Non era nessuno, solo un ragazzo che ho conosciuto ieri, uno stronzo qualsiasi" abbasso lo sguardo.
"Ti ricorda lui vero?"
Mi si riempiono gli occhi di lacrime.
"Tate non oggi, ti prego"
"Vieni qui" dice facendomi segno di andare tra le sue braccia.
Gli abbracci di Tate sono il mio miglior antidepressivo.
"Ma ti avviso. Se ti fa del male é morto, chiaro?"
Mi torna il sorriso.

Le ore passano e io torno a casa stanchissima.
Non mangio nemmeno e vado a stendermi direttamente sul letto.
Perché abbiamo così paura delle persone che ci circondano?
Perché partiamo già col presupposto che le persone ci faranno del male?
La testa mi va di qua e di là ma resta comunque sempre concentrata sul mio pensiero fisso, Arkel.
Perché ci penso? Lui non mi piace.
Eppure ogni volta che torno coi pensieri sul suo collo o sulle sue labbra, sento quel calore che, come un riflesso involontario, mi fa stringere le cosce.
Basta Alex.

Arrivano le 16 e decido di darmi una sistemata.
Mi incammino verso lo skate park, e al di là della strada vedo lui, che mi sorride, seduto su un'halfpipe.
Gli vado incontro e il mio cuore perde un battito quando le sue mani si appoggiano sui miei fianchi, e le sue labbra si poggiano sulla mia guancia.
"Ciao" mi sorride.
"Ciao" ricambio il sorriso.
"Andiamo?"
Annuisco.
Mentre camminiamo sulla spiaggia, e i colori del tramonto si scuriscono pian piano, parliamo.
"Ti succede spesso?" mi chiede.
"Che cosa?"
"Quegli attacchi..."
"Oh" deglutisco. "Mi succede da qualche mese, non é nulla di grave, solo che si accumulano un po' troppi pensieri e vado in tilt" dico con voce flebile.
Un silenzio imbarazzante cade tra noi.
"Perché ti sei trasferito qui?" chiedo timidamente.
Guarda per terra e non risponde.
"Allora?"
"Senti lascia stare, ok?" risponde bruscamente.
"Perché mi hai chiesto di uscire se poi non parli?!"
Vedo la rabbia comparire sul suo volto.
"Cosa vuoi che ti dica Alexis? Che mi facevi pena?!"
Apro bocca per ribattere ma non esce niente.
Mi volto e faccio per andarmene.
Arkel mi prende per una mano e mi spinge tra le sue braccia.
"Scusa" sussurra.
Si allontana quel poco che basta per guardarmi negli occhi, a pochi centimetri dalle mie labbra.
"I tuoi occhi mi pietrificano Alex" sussurra ancora più piano, concentrandosi prima su essi e poi sulle mie labbra.
Stringo le cosce.
Il suo alito sa di menta, lo respiro ad occhi chiusi.
Ha una mano sul mio fianco, e una sulla guancia.
Dio, devo smetterla.
Mi stacco da lui.
"Io.." provo a formulare una frase.
"Io devo andare" dice con leggerezza, come non fosse successo niente.
"Vuoi un passaggio a casa?"
Sono confusa. Perché non dice niente? "Ehm no.. non credo"
"Okey, buonanotte" si volta e se ne va.

Mi siedo sulla spiaggia e mi accendo una sigaretta.
Sento un vuoto dentro.
Voleva baciarmi?
Perché non l'ha fatto?
Perché si é comportato così?
Mi sento una stupida.
Queste domande mi tormentano per tutto il ritorno.

"Sono a casa!" urlo entrando.
Non risponde nessuno.
Attraverso l'entrata e mi dirigo in cucina, dove trovo un bigliettino :
Siamo usciti, in frigo c'é la pasta avanzata dal pranzo.
Demetra ha già mangiato e Brayden é fuori.
Torniamo tardi, baci.
Mamma e Papà

Non é strano mangiare da sola, in silenzio, gli avanzi dei pranzi o delle cene precedenti. Mamma e papà sono spesso via, e io devo stare a casa con Demétra.
Ha un anno in meno di me, ma é sempre stata pronta ad aiutarmi in ogni situazione, come ho fatto io con lei. Le voglio un mondo di bene.
Mi dirigo verso camera sua, ma quando entro lei non c'é.
Vado sul tetto, e la trovo a fumare una canna, come fa spesso prima di addormentarsi.
"Ehi" mi sorride.
"Ciao, posso?"
"Certo" si sposta per farmi sedere accanto a lei.
Mi passa la canna e torna a fissare tutta Los Angeles di notte.
"Hai mai avuto quella sensazione di paura che si prova quando sai che una cosa, se andasse nel modo sbagliato, ti farebbe molto male?" le chiedo mentre entrambe guardiamo il vuoto.
"Certo che l'ho avuta, Alex, ma credo che comunque non si possa mai sapere come una cosa finirà. Tutti abbiamo paura di soffrire"
"Ho conosciuto un ragazzo, ieri. Viene da San Francisco. Ho rivisto Cameron nei suoi occhi Dem, mi ha stregata.
Ho paura di rivivere tutto" sussurro con le lacrime agli occhi.
Demetra si avvicina e mi abbraccia.
"Alex, le cose non devono per forza andare nello stesso modo. Se non vuoi che qualcosa succeda di nuovo hai il potere di non provarci nemmeno, ma se non ci provi avrai il rimorso per sempre. Puoi cambiare la tua storia, la stai scrivendo tu. Se non ti butti nella vita resterai nella morte"
Ricambio l'abbraccio di mia sorella e vado in camera mia.
Mi stendo sul letto.
«Penso sia arrivato il momento di ricominciare»
«Se non ti butti nella vita rimarrai nella morte"

Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dal buio.
Quel ragazzo sarà la mia rovina.

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Ehi, volevo chiedere a chiunque leggesse ciò che scrivo di lasciare qualche commento per dirmi ciò che non va. É la prima volta che scrivo e mi piacerebbe avere dei pareri.
Grazie a chi lo farà💘

The Angel with Green EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora