3 - INCUBI

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É venerdì mattina, la sveglia mi risuona in testa.
Mi preparo velocemente, e quando vado in cucina per fare colazione, mi accorgo del silenzio tombale che mi penetra nelle ossa.
"Mamma?" la mia voce rimbomba nelle stanze.
Mi avvio verso il salotto. Nessuno.
Quando entro in bagno, il mio cuore smette di battere.
Una sagoma é sdraiata a terra, appoggiata al muro, in una pozza di sangue.
Cado a terra, in ginocchio, non sento più niente.
Quella sagoma a terra, sono io.
Sento bruciarmi la pelle sui polsi, una sensazione familiare. Il bruciore si espande, dai polsi, al collo, allo stomaco, fino ad arrivare al cuore.
Mi si blocca il respiro, le lacrime mi sgorgano dagli occhi come in una tempesta.
Cosa sta succedendo?
Due mani si appoggiano sulle mie spalle, mi scuotono, ma io ho gli occhi fissi davanti a me.
"Alex! Alex svegliati!" sento gridare in lontananza.
Cado completamente a terra. Non respiro.
"Alex cazzo svegliati!"
Apro gli occhi e prendo un respiro, come se prima di quel momento fossi stata sott'acqua per diversi minuti.
Ho la faccia completamente bagnata dalle lacrime, sento come delle coltellate nei polmoni e nel cuore.
Riconosco Brayden davanti ai miei occhi, e Demetra che sta correndo verso di me.
"Cristo Santo Alex mi hai fatto perdere dieci anni di vita!" dice mio fratello appoggiando, col fiatone, la testa sul mio petto.
Mi abbracciano entrambi e mamma e papà entrano nella mia stanza.
"Alex!"
Non riesco a parlare, e faccio fatica a muovermi.
"Tesoro ancora questi incubi?!" sussurra mio padre dandomi un bacio sulla fronte.
Li ho fatti spesso, dopo quella notte, qualche mese fa.
Era un po' che non li facevo, la dottoressa Osment mi aveva aiutata, e adesso crollo di nuovo.
"Mi dispiace.." riesco a dire.
"Non devi dispiacerti tesoro, adesso riposa, puoi stare a casa oggi, poi però dobbiamo parlare, ok?" mamma mi accarezza una guancia, e tutti insieme escono dalla mia stanza, tranne Demetra.
"Resto qui con te" afferma.
Quanto le voglio bene.
Le faccio spazio e si infila sotto le coperte.
"Grazie" le dico abbracciandola.

Mi sveglio alle 10.30.
Sposto il braccio di Dem lentamente per non svegliarla ed esco dalla mia stanza.
Devo farmi una doccia.
Entro in bagno ma resto bloccata, ricordando il sogno di questa notte.
Una pugnalata al petto.
Chiudo la porta dietro di me e mi avvio al bagno di sopra.
Sto per salire le scale quando sento una voce che mi chiama.
"Alex!" Summer mi corre incontro e mi abbraccia, la stringo forte come per ringraziarla.
"Tua mamma mi ha chiamata, come ti senti?"
"Credo bene.. adesso devo assolutamente farmi una doccia, tra 15 minuti torno giù e ti racconto tutto"
Mi sorride e si allontana.

La mattinata passa in fretta, parlo con mia madre e con Sum e poi decidiamo di andare a fare un po' di shopping.
"Sta sera c'é una festa in spiaggia, secondo me ti farebbe bene" Sum mi sorride in modo malizioso come suo solito, la adoro.
"Ah si?" le sorrido.
"E chi ci sarebbe a questa 'festa che mi farebbe bene'?" mimo le virgolette con le dita.
"Beh.. i soliti.. insomma Tate, Jack, Chelsay, Arkel..." dice abbassando la voce al nome dell'angelo dagli occhi verdi.
La guardo con uno sguardo assassino.
"Col cazzo che ci vado, Sum. Non ho voglia di vedere nessuno, soprattutto lui"
Mia madre si intromette :"Chi sarebbe questo Arkel?" sorride.
"Nessuno" dico con tono fermo.
"É il ragazzo che piace ad Alex!" fa finta di sussurrare Sum a mia madre.
Sbuffo ed alzo gli occhi al cielo.
"Non mi piace Summer! É un coglione"
"Un coglione molto carino però" la mia migliore amica mi strizza l'occhio.
"Eddai! Andiamo alla festa!"
Sbuffo sonoramente.
"E va bene!" mi arrendo
Sum saltella e urlicchia dalla gioia.

Sono le 21.
Sum é al settimo cielo.
Indossa un vestito giallo che le va un po' corto, tipico suo, ma che le sta benissimo.
Io ho una maglietta corta e un paio di skinny, coronati dalle janoski sgualcite.
Mi arriva un messaggio da Tate:
Sono qui fuori.
Saluto mia madre e usciamo da casa.
Tate ci apre la portiera.
"Prego donzelle"
"Grazie Messer" sorridiamo.
"Dove vi porto, signorine?" chiede tentando di imitare un accento inglese.
"Mah, direi verso il bar più vicino, giudicando dalla faccia di Alex" sghignazza Sum.
In effetti sono agitatissima, ho il cuore in gola.
Mi parlerà?
Mi saluterà?
Come mi devo comportare?
Sono così persa nei miei pensieri che non mi accorgo di essere già arrivata.
Arriviamo in spiaggia, e intorno a un falò ci sono almeno 30 ragazzi, tutti ubriachi, che cantano a squarciagola.
Li scruto tutti uno per uno, ma Arkel non c'é.
Non so se sentirmi delusa o sollevata, in ogni caso, prendo una birra e vado a salutare i miei amici.
Jack é decisamente sbronzo.
"Ma si te lo giuro! C'era una tipa troppo figa ieri in spiaggia, non sai cosa le avrei fatto!" esclama esaltato.
Io, Sum e Tate ci stiamo ammazzando dalle risate, quando ad un certo punto Jack guarda dietro le mie spalle e smette di ridere.
"Ma guarda, é arrivato mister simpatìa portando a spasso la sua cagnolina" dice con tono disgustato.
Quando mi volto, mi si blocca il respiro.
Arkel sta camminando in direzione del falò, mentre tiene un braccio sulle spalle di una ragazza con una gonna più corta di quella di una spogliarellista.
Sono senza parole.
Prendo un'altra birra e la bevo tutta d'un sorso. Ne prendo un'altra, e un'altra ancora, finche la testa comincia a girare.
Mi incammino sola verso la riva del mare, e mi accendo una sigaretta.
La musica mi trasporta di qua e di là.
"Sei ancora più carina da sbronza" afferma qualcuno facendomi sobbalzare.
"Cosa vuoi Arkel?!" sputo acida. É la birra che parla.
"Che succede tesoro, hai le tue cose?"
"Scusami?!" lo fisso con sguardo truce.
"Torna dalla tua puttanella e non rompere le palle a me" quando mi accorgo di cosa ho appena detto, divento rossissima. Perché ho bevuto? "Ecco cos'hai" sorride malizioso avvicinandosi a me.
"Sei gelosa" sussurra a pochi centimetri dalle mie labbra.
"Gelosa di te? Ma per favore"
"Sei sicura, Alexis?"
Sento il suo respiro sul collo.
Chiudo gli occhi.
"Scommetto che se ti baciassi adesso non ti tireresti indietro" sussurra.
Scoppio in una risata isterica.
"Certo che non mi tirerei indietro, ma é perché sono troppo sbronza per farlo" dico tra le risate.
"Arkel, io non sono come quella puttana che ti porti dietro, non so se l'hai capito"
Fa un passo indietro.
"Forse é per questo che non mi frega niente di te" ride.
Dieci coltelli mi si infilano nel cuore.
Sento gli occhi lucidi. Una lacrima mi solca la guancia, poi un'altra.
Mi giro e inizio a correre.
"Alexis aspetta!"
Non smetto di correre, finché non arrivo sugli scogli.
Mi siedo e piango, piango al buio, da sola. Sento lo stomaco contorcersi, bruciare.
"Alex cazzo! Vieni via da li!" come ha fatto a trovarmi?
"Vattene! Vattene via, adesso!" urlo tra le lacrime. Non faccio in tempo ad asciugarle che rigetto tutto fuori.
"Dio santo!"
Arkel si precipita da me e mi raccoglie i capelli, mentre vomito tutto il male che ho dentro.
"Adesso ti porto a casa, okey?"
Annuisco e lui mi prende in braccio.
Mi gira la testa.
Sento che mi appoggia da qualche parte.
"Dove abiti?"
Gli dico la via e richiudo gli occhi.
Dopo meno di 10 minuti mi riprende in braccio.
"Ci sono i tuoi in casa?"
"Stanno dormendo" biascico.
"Adesso ti metto giù, prendi le chiavi che apro la porta"
Mi mette a terra e io lo spingo.
"Guarda che so aprire da sola la porta di casa mia!" affermo.
Mi gira tutto, e sto cadendo quando due braccia mi prendono.
"Si infatti, lo vedo"
Rido come una scema.
Gli porgo le chiavi e lui apre la porta.
Mette una mano intorno ai miei fianchi per sostenermi.
Solo a quel tocco ho i brividi.
Arriviamo in camera mia e quando mi ha appoggiata sul letto guarda la parete dietro di me ridendo.
"Perché ridi?" chiedo col broncio.
"Perché fa strano che una ragazzina dolce e sensibile come te ascolti quella musica" e indica i miei poster dei Bring Me The Horizon.
Gli faccio la linguaccia e lui ride più forte.
Corro a tappargli la bocca barcollando.
"Shhh, sveglierai tutti" lui smette di ridere mentre ci guardiamo intensamente negli occhi.
Dio, che occhi che ha. Ogni volta che lo guardo mi ci perdo dentro, e non so mai come tornare.
Deglutisco sonoramente.
"Sei un angelo Arkel" sussurro accarezzandogli la guancia.
Chiude gli occhi e sospira.
"Io non sono un angelo, sono proprio l'opposto, e tu sei ubriaca" e fa un passo indietro.
Quando mi ricordo di esserlo davvero, arrossisco.
"Dio quanto sei bella quando fai così" stringe i pugni e azzera le distanze tra noi.
L'ha detto davvero?
Adesso sono decisamente un semaforo.
Sposta lo sguardo sulla sedia dov'é appoggiata la mia camicia da notte.
La prende e la appoggia sul letto.
"Siediti" mi dice con tono dolce.
Lo faccio.
Si mette in ginocchio e mi toglie le scarpe.
Mi afferra una mano e sostenendomi mi fa alzare.
Quando mi afferra la maglietta il mio cuore accelera, mi sembra stia scoppiando.
"Girati..." gli dico un secondo prima che lui la possa togliere.
Ride. É proprio un angelo, mi incanto a guardarlo.
"Pensi non abbia mai visto una ragazza in reggiseno?" dice divertito.
Io tengo uno sguardo duro fisso nei suoi occhi.
Sbuffa.
"E va bene" alza le mani in segno di resa.
Si siede sulla sedia girevole su cui era appoggiata la vestaglia.
Con molta fatica riesco a togliermi maglietta e pantaloni, e infilarmi la camicia da notte.
"Adesso puoi girarti"
Quando si gira mi squadra dalla testa ai piedi e sorride.
"Sei proprio sexy" se la ride.
Arrossisco e mi butto sul letto con la testa che ancora gira come una trottola.
Merda. Perché mi sono sdraiata?!
Mi metto a sedere e lo stomaco mi si contorce di nuovo.
"Alex?" ha una faccia preoccupata.
Indico il cestino nell'angolo della stanza e lui corre a prenderlo per poi passarmelo.
Rigetto tutto dentro di nuovo, mentre lui mi tiene i capelli.
"Sarà una lunga notte" afferma.
"Guarda che non sei costretto a stare qua con me, hai la tua puttanella che ti aspetta al falò"
Scoppia in una fragorosa risata e mi da un bacio sulla testa.
"Adesso sei tu la mia puttanella" sussurra in un ghigno.
Okey, é ufficiale, questo ragazzo mi farà dannare!

The Angel with Green EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora