6 - CUORI

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Gli sposto la mano dalla mia faccia in modo poco carino.
"Ma sei stupido?" sbraito.
"Mi hai fatto fare un infarto! Che cazzo ci fai qui?!"
"Sono venuto a trovarti" sorride.
"Non ti sei fatto vivo da sabato e pensi di poter comparire nel mio bagno quando vuoi?" incrocio le braccia sul petto.
"Si, in effetti si"
Sono allibita. Ma non riesco a non essere felice della sua presenza qui.
"Sei uno stronzo Arkel!"
"E tu una bambina!"
Non sopporto quando mi dicono che sono una bambina.
"Esci di qui! Vattene, adesso!"
"E se non volessi?"
Tra tre secondi faccio sparire quel sorriso malizioso con un ceffone.
"Tu cosa?" sono furiosa.
"Ti sei presentato in casa mia, nel mio bagno, facendomi quasi fare un infarto, e hai il coraggio di dirm..."

Non riesco a continuare la frase.
Le mie labbra sono incapaci di muoversi, e le mie corde vocali di vibrare.
Sento un calore familiare sulla guancia, e una scossa attraversarmi tutta la spina dorsale.
Il suo piercing mi accarezza le labbra.
Schiudo la bocca di riflesso, e la sua lingua calda si fa spazio impaziente.
Il suo alito sa di menta.
Sto impazzendo.
Le mani morbide mi avvolgono il collo delicatamente, per poi spostarsi sempre più giù accarezzandomi la schiena.
Gli passo le mani tra i capelli con forza.
Quando mi morde il labbro inferiore, per poi passare lentamente al collo, sono costretta a stringere le cosce.
"É inutile che stringi le cosce piccola" sussurra al mio orecchio continuando poi a baciarmi il collo, facendomi venire i brividi.
Arrossisco violentemente alla sua affermazione.
Mi sento un uccellino nelle grinfie di un gatto.
Scorre le mani sul mio sedere, stringendolo, per poi passare alle cosce.
Mi sfugge un gemito sonoro, e a lui compare il sorriso.
Mi prende in braccio come fossi una piuma, e io gli avvolgo le gambe attorno alla vita, non smettendo di baciarlo nemmeno per un secondo.

Mi porta in camera e mi mette sul letto lentamente, dandomi un ultimo bacio prima di sdraiarsi accanto a me, alle mie spalle.
Un braccio mi avvolge, e il suo corpo aderisce perfettamente al mio.
Sento che é eccitato, si spinge contro di me mentre mi dà baci delicati sulla spalla.
"Hai una pelle bellissima Alex. Quanto vorrei averti adesso cazzo"
"Ma io sono qui.." dico timida arrossendo.
"Non istigarmi piccola, non é ancora il momento" mi dà un bacio sulla testa e mi stringe forte.
Restiamo abbracciati per quasi un'ora, finché non sentiamo la porta di casa aprirsi.
"Sono a casa!" grida mia madre.
Merda.
Guardo il telefono, sono le 19.15, Hermann arriverà tra 45 minuti.
Doppia merda.
Scatto fuori dal letto.
"Nasconditi nell'armadio!" sussurro.
Lui resta disteso sul letto con le mani sotto la testa e sorride.
"Muoviti!"
Si mette a sedere e mi tira dalle mani, facendomi cadere sopra di lui.
"É stata tua mamma a chiamarmi Alex, mi ha invitato a cena sta sera"
Oh cazzo.
"C-cosa? Quando? Come?" sono pietrificata.
"Lunedì sera"
Penso di avere gli occhi sbarrati, perché lui mi prende il viso con dolcezza e mi stampa un bacio.
"Che succede?"
"Niente, sto solo cercando di ricollegare i pezzi" forzo un sorriso.
Sorride a sua volta e fa scendere le mani dietro le cosce, fin dove il mio asciugamano sparisce, per poi farle risalire lentamente sotto di esso.
Ho perso la testa.
Mi sembra di atterrare su un altro pianeta ogni volta che mi sfiora.

Mi prende e mi mette sotto di lui, appoggiandosi tra le mie gambe.
Mi bacia il collo e le scapole, spostandosi fin dove é legato l'asciugamano.
Il cuore mi sta per scoppiare.
Prende l'asciugamano coi denti e alza lo sguardo tenendolo fisso nel mio, mi perdo nei suoi occhi.
Quando inizia a tirare non respiro, sono completamente in apnea, al mio cervello non arriva più ossigeno e non mi scorre più il sangue nelle vene.
Lascia i due lembi dell'asciugamano coprirmi il seno, e mi bacia la pelle sullo sterno, leccandola.
Il telefono squilla, interrompendo il momento più eccitante della mia vita.
Controllo chi é: Hermann.
Sono già le 7.25.
"É importante, scusa"
Mi rilega l'asciugamano e stampandomi un bacio sussurra :
"Tanto ho tutto il tempo del mondo per toglierti i vestiti"
Arrossisco di nuovo e lui si toglie per farmi passare.
Prendo il vestitino nero di pizzo dalla sedia e corro in bagno senza farmi vedere.

The Angel with Green EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora