Capitolo 16

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Arrivammo in ospedale e un'infermiera portò una sedia a rotelle per Elisabetta.
La portarono in una stanza, e poco dopo entrò un dottore.

Eli era molto debole: era stesa sul lettino di una stanza, era pallida e faticava per tenere gli occhi aperti.
Io ero lì, in piedi vicino al letto che le stringevo la mano.

Fece degli esami, e dopo circa un paio d'ore il dottore di prima rientrò nella stanza, seguito da due infermiere che tenevano alcuni fogli in mano.

-Allora Elisabetta- chiese il dottore -Come ti senti?-
-Ho ancora la nausea e...- la interruppi.
-Dottore che cos'ha? Sta bene? Si riprenderà?- chiesi tutto d'un fiato.
-Genn..- disse Eli con un sorriso, stringendomi la mano -Vuoi stare tranquillo. Non sto morendo. Rilassati.-
-Non lo dire neanche per scherzo. Finchè stiamo insieme io mi preoccuperò sempre per te.- le dissi guardandola dritto negli occhi.

ELI.
Appena Gennaro disse quella frase mi sciolsi. Ci stavamo guardando negli occhi, e in quei bellissimi occhi color oceano mi persi.

Il dottore si schiarì la voce per attirare la nostra attenzione.
-Elisabetta dovremmo ricoverarti per qualche giorno, finchè gli esiti degli esami che hai fatto saranno pronti.-
-E quanto ci vorrà?- gli chiesi.
-Due giorni. Ma forse anche tre: alcuni macchinari sono rotti e dobbiamo mandare i tuoi campioni di sangue in un altro ospedale.- ci spiegò.
Annuii, e tornai a guardare Genn.

-Vi lascio soli. Elisabetta faresti meglio a riposare.- mi avvertì il dottore, prima di uscira dalla stanza, seguito dalle due infermiere.

Genn mi sistemò la coperta, prese una sedia e si mise vicino al letto.

-Amore vuoi chiamare i tuoi genitori?- mi chiese premuroso.
-No!- risposi subito, sbarrando gli occhi. -Ti ricordi cosa hanno detto? Devo rigare dritto e senza nessuna interferenza, altrimenti mi faranno tornare a Rimini.- dissi con un sospiro.
-Ma se stai male devono saperlo.- Disse Genn, carezzandomi la guancia con il dorso della mano.
-Hai ragione. Ma non voglio rischiare. Io non voglio lasciarti.- gli dissi baciandogli la mano e facendo gli occhioni da cucciolo.

Genn mi baciò la punta del naso.
-Come vuoi amore.-
-E poi ci sei tu.- gli dissi.
-Che mi prenderò sempre, e ripeto sempre, cura di te.- disse iniziando a baciarmi.
Non potei fare altro che ricambiare quel meraviglioso bacio, datomi da quel meraviglioso ragazzo.

Bussarono alla porta ed entrarono Sara, Alex, Angelica, Nico, Lisa e Dylan.

-Eli come stai?- mi chiese Lisa.
-Un po' meglio. Ma non ancora del tutto.- risposi sorridendole.
-Cosa ha detto il dottore?- mi chiese Alex.
-Che devo stare qui un paio di giorni,e poi si vedranno gli esiti degli esami.- risposi mettendomi una mano sulla testa. Non volevo stare in ospedale il giorno del mio compleanno. Che brutto!

-Ora tutti fuori! Eli deve riposare!- disse Genn agitando le mani e spingendo tutti fuori dalla porta.

Mi misi a ridere.

-Amore arrivo subito.- mi disse guardandomi e sorridendomi, poi si chiuse la porta alle spalle.

Ne approfittai per prendere il telefono e chiamare Nadine.

-Hey Eli!- rispose euforica la mia amica. -Che succede?-
-Nady dove sei?-
-A casa di andrea. Perchè?- mi chiese lei. Sentivo la confusione nella sua voce.
-Sono in ospedale.- le dissi sospirando.
Volevo che lei fosse lì con me. Siamo amiche dalla prima elementare, nessuno ci ha mai separate.

-Oh mio dio! Eli! Cosa è successo?!- chiese quasi urlando. Io allontanai il telefono dall'orecchio, mi ha quasi rotto un timpano.
-Ti spiegherò quando arriverai. Perchè vieni, giusto?- le chiesi con una punta di delusione nel tono.

Andrea è un ragazzo parecchio geloso. Quando Nady esce con me, lui la chiama ogni dieci minuti per sapere cosa stava facendo. È assillante.

-Si veniamo subito!- rispose lei.
Veniamo? Non vorrà portare anche Andrea.

-Venite chi?- le chiesi confusa.
-Io e Andrea.- rispose ovvia.
-Nady è meglio di no. C'è anche Alex e non voglio che succeda niente. Sai com'è geloso Andrea.- le dissi.
-Sisi lo so. Okay vengo da sola. Dammi venti minuti e sono li.- rispose.

Ci salutammo e riattaccai.

Genn entrò poco dopo con un bicchiere di plastica in mano, dal quale usciva del fumo.

-Ehy amore!- mi salutò, come se non ci vedessimo da giorni. Venne verso di me e mi baciò.
-Ti ho portato una cammomilla.- disse porgendomi il bicchiere.
-Grazie amore.- gli risposi, per poi baciarlo.

Bevvi la cammomilla, poggiai il bicchiere sul comodino accanto al letto e mi sdraiai.

Genn era sulla sedia che mi guardava, appena mi sdraiai mi prese la mano.
-Sei sicura di non voler chiamare i tuoi?-
-Si-
-Nemmeno tua zia?- insistette.
Io annuii convinta.
-Proprio nessuno?- chiese strabuzzando gli occhi e agitando le mani.
A quel gesto mi misi a ridere.
-Bhe in realtà ho chiamato qualcuno...- dissi, ma Genn mi interruppe.
-Chi?- chiese.
-Nadine.-
-COSA?! Ma...COME!?- chiese quasi urlando.
-Senti so bene quello che è successo tra Alex e Nady, però lei è sempre la mia migliore amica! Ci sosteniamo a vicenda, e quando una ha bisogno dell'altra, l'altra c'è sempre!- dissi seria.

Stavo lentamente recuperando forza.

-Alex è fuori?- gli chiesi.
-Si.- rispose lui.
-Dí a Sara di portarlo alle macchinette.-
Lui annuì confuso, e uscì per riferire a Sara ciò che gli avevo appena detto io.

Quando Genn ritornò nella stanza si mise di nuovo vicino al letto.

Iniziammo a parlare ma qualcuno bussò alla porta ed entrò.

-Eli cosa è successo!?- mi chiese spaventata la mia amica.
Venne di corsa verso il letto e mi abbracciò.
Le spiegai tutto, e lei sembrava essersi illuminata.

-Eli! Potresti essere incinta!- quasi urlò.
Genn, che stava bevendo dell'acqua, la sputò per terra, e strabuzzò gli occhi.
Io iniziai a tossire, e il sorriso sulle labbra di Nadine scomparve.
-Ho detto qualcosa di sbagliato?-
Era sbagliato? Se fossi davvero incinta sarebbe fantastico. Io e Genn amiamo i bambini, e potremmo averne uno di cui prenderci cura.
Sulle mie labbra apparve un sorriso, guardai Genn, e notai che anche lui sorrideva.

Cercai di alzarmi dal letto per andare ad abbracciarlo, ma appena scostai le coperte Gennaro mi fermò.

Appena mi raggiunse mi abbracciò.

-Eli scusami ci sono delle macchinette?- Nady intereuppe quel momento. Le spiegai dove erano le macchinette, ed uscì dalla stanza.

-Genn, potrei essere davvero incinta?-
Non rispose, mi stringeva ancora tra le sue braccia.

-Amore se tu fossi incinta sarebbe fantastico. Io ti amo, e amerò anche questo bambino.- disse accarezzandomi la pancia.
-Genn, sei dolcissimo, e sono d'accordo con te. Ma...- sospirai. Il mio sorriso scomparve, e sul mio volto apparve un'espressione seria.
-Se fossi davvero incinta, e i miei lo scoprissero mi farebbero tornare subito a Rimini, senza neanche farmi prima preparare la valigia.- spiegai. Anche a Genn il sorriso era scomparso.
Mi prese il viso tra le mani, mi guardò negli occhi e disse:
-Io non permetterò a nessuno di portarti via da me.- era serio, lo capivo dal suo tono e dal suo sguardo.
-Gennaro, non sappiamo se sono incinta. Aspettiamo gli esiti degli esami prima di trarre conclusioni affrettate.-
Detto questo ci baciammo.

Nadine rientró nella stanza, anche lei era seria, anzi, più che seria preoccupata.
Notai una cosa che prima non avevo notato: Nadine aveva degli occhiali da sole. Fuori era buio, e non credo che dentro un'ospedale servano gli occhiali da sole.

Guardai Genn, e gli feci cenno di uscire, lui fece cone gli dissi, e io rimasi sola con Nadine.

-Nady, perchè hai quegli occhiali?- le domandai.
Poi vidi che aveva, sulle guance, lacrime che le rigavano il volto.

-Nadine cos'è successo?-

-Eli...-

MY SPACE
Ciao ragazzee!! Nuovo capitolo.
Si interrompe a metà perchè mi piace tenervi sulle spine.
Non so cosa dirvi.
Quindi...
Stellinate⭐ e commentate(se vi va)
Baci.
-Lizzy~

Us||Gennaro RaiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora