Sguardo basso, I-pod nelle orecchie, prese il bus.
La musica non riusciva a distrarla da quel pensiero fisso: chi era quello sconosciuto? Come mai conosceva il suo nome, il suo numero di telefono? Perchè quella voce così scostante le sembrava quasi.. familiare?
Troppi interrogativi e nessuna risposta.
Non poteva soffocare quelle domande per cui, con coraggio, decise di andare a quell'appuntamento.
Arrivò in anticipo e decise di nascondersi dietro una siepe, poco lontana dal campetto.
Alcuni ragazzini urlavano mentre giocavano a calcetto, altri ridevano.
Un gruppo di ragazze dietro di lei la videro mentre tentava di nascondersi dietro quel cespuglio e, notandola troppo goffa, si misero a ridere. Arya si voltò e scosse la testa interrogativa.
"Ci mancavano solo ste ragazzine" pensò.Nell'attesa, un misto di adrenalina e ansia le colpì lo stomaco.
Più aspettava, più non capiva chi potesse essere.
Osservò ogni ragazzo che le passava davanti, ma nessuno si fermò vicino a quel campetto.Dopo 5 minuti che le parvero eterni, lo vide.
Niente di speciale, un semplice ragazzo, forse suo coetaneo o con qualche anno di più. Col suo stesso sguardo basso si fermò e si sedette su una panchina.
Aveva l'aspetto di chi era uscito da casa per la prima volta dopo anni. Sembrava insicuro, a disagio, si guardava attorno con frenesia, quasi avesse fretta di scappare.
Finchè i loro sguardi si incrociarono.Un ragazzo seduto su una panchina che osserva una ragazza nascosta dietro la siepe.
Niente di più surreale.
Il ragazzo dal volto spento improvvisamente si alzò e andò verso Arya.
"Oddio, e ora?" pensò in preda al panico.
Non poteva scappare via, quindi decise di prendere la via della diplomazia.
"Arya?"
"Si sono io, è caduto a terra il mio cellular.."
"Cazzo, il cellulare!" pensò tra sè e sè. "Devo averlo dimenticato a casa!"
"Tranquilla, capisco", disse il giovane interrompendo i suoi pensieri.
"Tu sei..?"
"Paolo, piacere."
Le strinse la mano e lei si stupì della sua stretta forte. Una stretta che non aveva niente a che fare con l'impressione esitante che dava quel ragazzo.
"Allora, dimmi tutto."
"C'è una cosa che dovresti sapere. Sai, prima di chiamarti ci ho pensato tanto. Non ero sicuro di fare la cosa giusta. Certe cose possono cambiare la vita di una persona per sem.." si interruppe all'improvviso.
"Cosa c'è?" chiese Arya interrogativa notando lo sguardo di Paolo fisso dietro di lei.
Nel dubbio Arya si voltò ma non vide niente di strano, solo dei ragazzini che giocavano ed alcuni passanti.
"Allora?" lo incalzò Arya.
"Scusami, mi sono ricordato di aver dimenticato una cosa a casa. Ti richiamo eh?" e scappò via.
"Aspetta!!!"
Ma Arya non riuscì a trattenerlo.Perplessa decise di aspettarlo seduta sulla stessa panchina dove poco prima sedeva Paolo, e quella brezza leggera la spinse a riflettere.
Uno sconosciuto la chiama, le dà un appuntamento, sembra voglia dirle qualcosa di estremamente importante e d'un tratto scappa via.
Uno sconosciuto che conosce il suo nome e il suo numero di cellulare.
Lo stesso sconosciuto che le sembra però.. familiare.Cercò di ricordare qualche particolare importante di Paolo, del suo sguardo, dei passanti che vide quando si voltò per osservare chi lo aveva interrotto. Ma niente. Niente di così rilevante.
Avrebbe potuto dimenticare quella faccenda. Fare finta di nulla.
D'altronde poteva trattarsi di uno scherzo stupido.. magari qualcuno voleva solo spaventarla o prenderla in giro.
Eppure sentiva che c'era qualcosa di strano, qualcosa di non detto che però la riguardava.
Le sembrava che Paolo conoscesse qualcosa di davvero importante su di lei.
"Certe cose possono cambiare la vita di una persona per sempre".Cosa intendeva dire? Cosa avrebbe potuto cambiare la sua vita.. per sempre?
Decise di tornare a casa.
Rimanere lì non aveva più senso ormai.
Si alzò e andò via.. Ma non si accorse che qualcuno alle sue spalle la stava seguendo da un bel pezzo..
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Dammi i tuoi ricordi
Mystery / ThrillerTutti abbiamo un segreto. C'è chi lo custodisce, chi lo nasconde facendo finta che non esista, e chi con coraggio lo racconta. Arya, come sempre, sceglie la strada alternativa: lo dimentica.