Dimmi chi sei.

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Arya arrivò in anticipo, come sempre.

Voleva controllare la situazione, osservare il comportamento di Paolo nei minimi dettagli, sperando servisse a carpire quella verità che egli sembrava troppo restìo a raccontarle.
Aveva capito che l'unico modo per avvicinarsi a quell'informazione che nascondeva, era avvicinarsi a lui.

"In anticipo eh?" la sorprese Paolo alle spalle.
"Come te." rispose Arya nascondendo lo spavento per quell'improvvisata.
"Come mai questa voglia di vedermi?" la incalzò Paolo incuriosito.
"Più che altro ho voglia di conoscerti. Sembra che tu sappia tutto di me mentre di te io non so praticamente nulla. Raccontami  qualcosa dai."
"Va bene" disse Paolo sedendosi sulla loro famosa panchina "Ho 28 anni e potrei definirmi come la persona delle cose iniziate e mai finite. Nonostante la mia età frequento ancora l'università. In passato giocavo a pallavolo ma poi ho dovuto smettere il giorno prima di un match importante. E due anni fa ho lasciato la mia ex una settimana prima di andare all'altare.."
"Di certo non hai vissuto una vita noiosa." lo interruppe Arya.
"E' che non sono mai stato convinto delle scelte che ho fatto. E quando tu per primo non sei sicuro di quello che fai, cominci a fare dei passi indietro, a cercare delle alternative migliori. Ed è un male perchè poi fai soffrire le persone che hai vicino. E appari come un superficiale, un uomo non del tutto cresciuto che gioca con i sentimenti delle persone."
"Ti riferisci alla tua ex?"
"Mi riferisco a tutto. In tutti i casi ho fatto soffrire qualcuno."
"Hai fatto soffrire anche te stesso però."
"Anche" sorrise amaramente Paolo.
"Ho capito le tue intenzioni Arya"continuò "tu vuoi sapere ciò che ho da dirti. Ed io ti dirò tutto però ti chiedo una cosa: pazienza. Abbi la pazienza di aspettare e saprai ciò che ho da dirti. Ma al momento che io riterrò più opportuno."
"Riguarda i miei ricordi?"chiese Arya convinta che Paolo sapesse anche della sua amnesia. Oramai non si stupiva più di nulla.
"Si, io ti aiuterò a ricordare, ma nel momento giusto. Quando ti riterrò pronta."
"Pronta a cosa?"
"Ad accettare la verità."

"Perchè dovrei fidarmi di te?" chiese Arya dopo poco.
"Guardami negli occhi" Paolo le prese il viso e la fissò intensamente "Un bugiardo avrebbe il coraggio di guardare negli occhi la sua vittima mentre le sta mentendo?"
"C'è chi ci riesce" rispose Arya.
"Chi ci riesce non può essere definito un uomo. Mentre io lo sono. Fidati di me. Non chiedo altro."
"Ci penserò" rispose Arya incerta.

Nessuno dei due sembrava avesse l'intenzione di distogliere lo sguardo e Paolo cominciò ad avvicinarsi.
Comprendendo le sue intenzioni, Arya disse frettolosamente: "Devo andare, ciao."
Paolo la prese per un braccio:"Perchè?"
"Stavolta tocca a me scappare via." e se ne andò.

Paolo rimase seduto su quella panchina interdetto.
Arya le piaceva ma non poteva permettersi di provare qualcosa di più. Aveva già commesso questo errore in passato e non finì molto bene. Portava ancora addosso le cicatrici di quello sbaglio. L'esperienza gli insegnò quanto la parola sentimento, spesso, facesse rima con fallimento. E lui non poteva permettersi di fallire.
Lui non poteva in nessun modo provare qualcosa per lei.
Non poteva in nessun modo rendersi vulnerabile.
Lo aveva promesso.

D'un tratto Paolo vide un'ombra da lontano. La riconobbe subito mentre gli si avvicinava.

L'uno davanti all'altro, non dissero una parola.
L'ombra scosse la testa interrogativa e Paolo le rispose annuendo.

Tutto come previsto.
Arya si sarebbe fidata.

Forse.

Dammi i tuoi ricordiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora