Il messaggio segreto

26 2 0
                                    


Paolo si addormentò poco dopo.
C'era un silenzio assordante su quell'aereo e tutti dormivano.
D'un tratto lo vide davanti a sè. Paolo lo stringeva nella mano destra: il cellulare.
"Chissà se lo ha spento o se invece è.. acceso." pensò Arya.
Muovendosi nel modo più accorto possibile, cerco di sfilarglielo dalle dita. Paolo si mosse leggermente e Arya, spaventata, finse di rovistare nella sua borsa.
Quando Paolo si riaddormentò, decise di usare una tecnica diversa: con un movimento secco glielo prese dalla mano e cominciò a curiosare.
Era acceso, in modalità aereo. In preda all'eccitazione, iniziò a controllare le chiamate.
Notò una serie di numeri di telefono ma nessun nominativo memorizzato.
Tutto troppo strano.
Allora cercò nei messaggi. Ce n'era uno solo, di un numero anche quello non memorizzato. Lo aprì: "SAMF" Nient'altro.
"Che cavolo vuol dire? E' un messaggio in codice? " pensò Arya guardando prima Paolo che dormiva e dopo quelle lettere assurde.
Prese carta e penna e copiò il numero di telefono.
Stava per aprire l'archivio delle immagini ma Paolo si svegliò e Arya, in tutta fretta, nascose il cellulare
dietro la schiena di Paolo, sul suo sedile.

"Che fai?" le chiese.
"Niente, mi annoio" sorrise forzatamente Arya.
"Ti faccio compagnia?"
"No, tranquillo, approfittane per dormire che fra poco arriviamo."
"Ok" e Paolo si riaddormentò.


Era troppo rischioso prendere nuovamente il cellulare, quindì riflettè su quella sigla che aveva letto.
SAMF.
E' un acronimo? Non lo aveva mai sentito.
Un gioco? Una password? Forse, ma perchè qualcuno avrebbe dovuto inviargliela tramite sms? No, impossibile.
Ritornò a soffermarsi su un altro particolare apparentemente insignificante: i numeri non memorizzati sulla rubrica.
Che senso ha fare tutta la fatica di memorizzare i numeri di telefono a mente?
E se quello non fosse il suo cellulare abituale? Se fosse un telefono usato solo per chiamare persone particolari in momenti particolari?
Sentì un nodo allo stomaco e la paura prese il sopravvento.
"Ma perchè non mi sono fatta gli affari miei? Sto tipo potrebbe essere chiunque. Un chiunque che però sa qualcosa sulla mia vita!" pensò Arya.

Scacciò subito ogni paura: non era il momento di farsi prendere dal panico.
Avrebbe scoperto il significato di quell'inusuale sigla. E avrebbe continuato a indagare. Senza dubbio.

L' aereo atterrò dopo poco.
Arya e Paolo scesero e raggiunsero l'aereoporto.
"E' tutto ok?" chiese Paolo notando Arya un po' troppo pensierosa.
"Si certo" gli disse.

D'un tratto il cellulare squillò e Arya si girò di scatto. Notò subito le ultime tre cifre del numero e capì che il mittente era lo stesso del famoso messaggio. Della famosa sigla.
"Chi è?" chiese Arya.
"Mia madre" rispose Paolo palesemente a disagio.

"Si certo, tua madre"
Oramai lo aveva capito: Paolo le mentiva. E spudoratamente per giunta.
Se le mentiva su quella chiamata, potrebbe averle mentito su ogni singola altra cosa che le aveva detto.
"Non rispondi?" gli chiese.
"Ehm no.. la chiamo più tardi, tanto non è un tipo così apprensivo."
"Come fai a sapere che è tua madre? Potrebbe essere qualcun altro."
"Conosco il suo numero a memoria. Vabbe, andiamo?" 
disse Paolo chiudendo il discorso velocemente.
"Ok.."

"Si può sapere chi sei? E che diavolo vuoi da me?" pensò Arya.
Ma non disse nulla. 
Notandola distratta, Paolo prese in fretta il cellulare e compose un messaggio.

"Tutto come previsto.
Siamo in Spagna."


Dammi i tuoi ricordiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora