Ancora tu..??

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Era Paolo.

Arya accese la luce incredula e rilesse quel messaggio più volte.
Si sentiva presa in giro: un ragazzo che non era nient'altro che uno sconosciuto, si prendeva gioco del suo tempo, della sua vita, delle sue paure. Prima la chiamata, poi l'incontro con annessa fuga, ora questo messaggio.

Fortunatamente stavolta il suo numero era visibile e, nonostante l'ora tarda, decise di chiamarlo.
D'altronde lui non è che si era fatto chissà quali problemi nello scombussolare la sua vita no?

"Pronto?"

"La vuoi finire di cercarmi?" urlò Arya senza nemmeno presentarsi. "Prima mi chiami, chiedi di vedermi, sembra tu voglia dirmi chissà quale verità importante e all'improvviso scappi come se avessi visto un fantasma! Ma non è finita qui!!! Ora mi mandi pure sto messaggio!!! Si può sapere che diavolo vuoi da me? Te la svelo io una grande verità ora: io non ho tempo da perdere con te e non ho più intenzione di prestarmi ai tuoi giochetti!!" Arya era furiosa e sembrava un fiume in piena. Aveva voglia di buttare fuori tutta la tensione che aveva provato durante la giornata e Paolo sembrava un buon destinatario.

"Volevo solo mandarti un messaggio carino.."

"Ma io non so chi sei, lo capisci o no??? Questi tuoi gesti gentili, come li chiami tu, sono del tutto privi di senso, in quanto io non ho la più pallida idea di chi tu sia!!! O ti decidi a raccontare questa informazione importante che tanto millanti, oppure cancelli definitivamente il mio numero!! Basta!" e riattaccò senza lasciargli il tempo di rispondere.

Spense tutto e tornò a letto.
La stanchezza si fece subito sentire e si addormentò poco dopo.

La mattina seguente di buon mattino entrò in cucina.
"Buongiorno nonna." la salutò Arya con un bacio sulla guancia, come faceva spesso.
"Buongiorno tesoro. Hai una faccia! Dormito bene?"
"Si si, è solo che mi sono svegliata più stanca di ieri sera.. boh."
"Bevi questo caffè e ti riprenderai."
"Non ho tempo, devo scappare a lavoro. Ci vediamo a pranzo." disse Arya frettolosamente.
"Va bene. Buon lavoro tesoro."

Un ultimo bacio alla nonna e uscì di casa. Prese la metro e la sua mente cominciò a vagare. Aveva davvero voglia di tornare a lavoro. Sarà che le domeniche non le erano mai piaciute, a parte quelle passate con i suoi genitori, quando domenica significava condivisione, risate, allegria, famiglia.

Ora la sua famiglia non esisteva più.
Ora la sua famiglia era solo un lontano ricordo. Un ricordo che faceva male, che la feriva, che le lasciava l'amaro in bocca, che le lancinava l'anima.

Perchè la sua mente non aveva cancellato anche i suoi ricordi belli? Perchè aveva cestinato solo ed esclusivamente il 2007? Qualsiasi cosa fosse successa in quell'anno, di certo non le avrebbe fatto più male dei ricordi felici che aveva di lei con la sua famiglia.

Di lei con suo padre.

Un padre che non c'era più.

Immersa nei suoi pensieri, la metro arrivò a destinazione e scese. Lavorava come commessa in una libreria. Per Syrya "vendeva semplicemente libri", ma Arya invece, si sentiva la custode di una molteplicità di vite. Vite fasulle, frutto dell'immaginazione di milioni di scrittori, ma pur sempre vite.
Pur sempre storie.
Pur sempre emozioni.

Amava profondamente il suo lavoro, lo svolgeva con passione, senso del dovere, sacrificio.
Nonostante quella libreria non fosse sua, nonostante fosse una semplice commessa, lei si sentiva responsabile del suo operato e dei suoi clienti.

"Hai preso tutto da tua madre" le ripeteva sua nonna.
Lei non ne era così convinta.

Sentì la porta aprirsi.

Arya si voltò e lo vide. Paolo.

Molto più carino rispetto al giorno prima. Sembrava una persona totalmente diversa: i capelli scuri ben pettinati, gli occhi vispi, accesi. Indossava una camicia bianca, dei jeans. Aveva conservato quell'aria un po' spaesata, ma perlomeno stavolta sorrideva.

"Ancora tu?" chiese Arya scocciata. Il ragazzo era tenace e, in fondo in fondo, si sentiva lusingata di questo suo interesse. Di certo non lo avrebbe mai fatto trasparire.
"Volevo scusarmi per il messaggio di ieri ser.."
"Fermo!" lo interruppe Arya"Hai 5 minuti per dirmi come fai a sapere che lavoro qui. Se non dovessi darmi delle spiegazioni esaurienti, ti meno davvero."
"E va bene. Ti ho vista sulla metro e ti ho seguito."
"Ti prego, dinne un'altra. Questa è talmente inverosimile che neanche un bambino abboccherebbe."
"E invece è così. Stavo andando all'università e ti ho vista. Io scendo due fermate prima rispetto alla tua, ti ho visto e ti ho seguito."
"Sarà.." rispose Arya titubante. Non ci credeva neanche un po' alla versione di Paolo.
"Ma perchè sei così diffidente?"
"Mah non lo so, sai? D'altronde mica mi hai chiamato con l'urgenza di dovermi raccontare qualcosa di importante per poi sparire all'improvviso senza un reale motivo" replicò Arya ironicamente.

D'un tratto arrivarono due clienti.
"Ora devo salutarti" gli disse "Ho del lavoro da fare, come vedi."
"Va bene, va bene." rispose Paolo alzando le mani.
Ma poi le si avvicinò all'orecchio e le sussurrò "Guarda che quest'aria da dura ti rende più bella di quanto credi". E le sorrise.
Arya lo guardò perplessa ma non fece in tempo a dire nulla che Paolo era già andato via.

"Ma che.. ci stava provando?"pensò Arya tra sè e sè.
Quel ragazzo si comportava in maniera del tutto imprevedibile ed era troppo strano per i suoi gusti.
Non aveva dimenticato quella rivelazione che le aveva promesso.
Più lo incontrava, più provava una strana sensazione verso di lui. Come paura o.. pericolo.

Sarebbe andata in fondo a questa storia. Non aveva dubbi.
Anche a costo di mentirgli.
Anche a costo di fingersi interessata a lui.

"Paolo, ho voglia di vederti"gli scrisse in un messaggio e lo inviò.

"Signorina? Signorina??!!"
"Si?" Arya alzò gli occhi disorientata.
"Vorrei portare via questi due libri. E' mezz'ora che aspetto!" si lamentò la cliente visibilmente scocciata.
"Oddio mi scusi.. Non so dove ho la testa" sorrise imbarazzata Arya.

Nel frattempo, Paolo rispose.
"Stasera al parco.
Ho voglia di vederti anche io."

Dammi i tuoi ricordiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora