Hai paura..?

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"Come sarebbe a dire andarci con te?" esordì Paolo appena Arya rispose al telefono.
"Si, ci facciamo un bel viaggetto. Non ti va?" rispose Arya come se nulla fosse.
"Ma tu non eri quella diffidente, che non aveva idea se fidarsi di me o meno?"
"Certamente. Infatti ti sto dando la possibilità di acquisire la mia fiducia. Ci vediamo tra due giorni all'aereoporto. Ho appena preso il biglietto online, il volo parte alle 8.30. Puntuale eh? Ciao." e riattaccò.

Non erano questi i piani.
Stava andando tutto troppo in fretta e quella ragazzina era troppo imprevedibile.
Paolo non sapeva se accettare o meno. Nel dubbio chiamò l'unica persona capace di dargli il consiglio giusto.
"Sai che è più sicuro evitare le chiamate. Spero per te che sia una cosa importante." rispose la voce al telefono.
"Lo è. Arya mi ha chiestodi andare in Spagna con lei. Non ho idea del perchè, so solo che parte dopodomani alle 8.30. Cosa dovrei fare?"
"Vai. Riusciremo a controllarla meglio e magari acquisirai la sua fiducia."
"E il nostro piano?"
"E' questo il nostro piano. Cambiare città non vuol dire cambiare l'obiettivo." e riattaccò.


Due giorni dopo, Arya sedeva pensierosa nella sala d'attesa dell'aereoporto.
Era piuttosto tardi e Paolo non arrivava. Aveva provato a chiamarla in questi giorni, ma lei non aveva mai risposto. Non aveva voglia di discutere, nè tantomeno voleva convincerlo a partire.
Paolo doveva venire con lei e basta, ogni imprevisto o dissenso non era possibile.

Dopo 5 minuti lo vide: trolley, occhiali da sole, in tenuta decisamente estiva. La stava cercando ma non riusciva a vederla.  Allora Arya si limitò ad osservarlo, cercando di carpire ogni suo gesto. Si aspettava facesse qualcosa di strano.. Ma nulla, sembrava un uomo qualunque in un aereoporto qualunque.

E d'un tratto la vide.
"Sono in ritardo vero?"chiese Paolo affannosamente.
"Si, ma non troppo. Hai una valigia enorme! Non dobbiamo mica trasferirci eh?" disse Arya ridendo.
"Se tu avessi risposto ad almeno una delle cento chiamate che ti ho fatto, probabilmente sarei venuto a conoscenza del giorno di rientro e non mi sarei portato dietro tutta sta roba! Ma non l'hai fatto!" rispose Paolo scocciato.
"Non ti agitare. Torneremo tra un paio di giorni. Stai tranquillo" rispose Arya prendendo la sua valigia e dirigendosi verso lo scalo.

Dopo i controlli di routine, Arya e Paolo si misero a sedere in aereo.
Paolo, visibilmente agitato, cominciò a muoversi come se fosse in cerca di qualcosa.
"Cosa c'è?" chiese Arya sorpresa.
"Niente." rispose Paolo.
"Dimmi la verità."
"Nulla."
"Sarà.." rispose Arya dubbiosa.
Poi d'un tratto capì. "Non avrai mica paura dell'aereo?" chiese.
Paolo la guardò stupito. "Ma assolutamente no.. figurati!"
"Hai paura dell'aereoooooooo!" rispose Arya ridendo divertita.
"Ti ho detto di nooo! Vuoi stare in silenzio? Ho bisogno di calma!"
"Allora lo vedi che hai paura dell'aereo? Non ti preoccupare, non lo dico a nessuno. Un uomo alto e robusto come te, che ha paura di volare. Incredibile!!"
"Non sono mica l'unico al mondo eh! " replicò Paolo offeso.
"Allora lo hai ammessoooo!!!!Ahahaha" . Arya rideva sempre di più e lo colpì affettuosamente sulla spalla
"Vabbe.." rispose Paolo. Ma si interruppe subito.

L'aereo stava decollando.
In preda al panico, prese la mano di Arya e gliela strinse.
Fu un gesto inconsapevole, automatico. Un gesto dettato da una voglia di supporto che solo una persona realmente vicina gli poteva dare.

Arya lo guardò negli occhi sorridendo: "Andrà tutto bene" gli disse.
E Paolo cominciò a crederci per davvero.



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