Capitolo 11.

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Halsey.
Da quando ho letto quell'email di mio padre, sto pensando di accettare. Potrei guadagnare qualcosa ed avere un mio appartamente, anche piccolo, ma sempre mio. Potrei alternare scuola a lavoro, e a fine anno avrei un po' di soldi.
Ma l'altro lato positivo, è che vedrò di più mio padre. È sempre stata un'impresa vederlo anche per poche ore.

Cado in un sonno profondo, e la notte passa velocemente.
È martedì, stessa routine mattiniera.
A scuola sono particolarmente distratta: il lavoro, mio padre, Jess, Jen.
Finiscono le lezioni, e mi fiondo fuori scuola, stranamente sono la prima.
Cerco con lo sguardo la macchina di Jess. Quando vedo la sua macchina, vedo Jess che è appoggiata ad essa, con uno sguardo basso.
Mi avvicino a lei, è sovrappensiero, guarda un punto fisso.
Poi alza lo sguardo e sembra accorgersi di me.
-Hey.- mi abbraccia.
-Ciao... Grazie per accompagnarmi oggi.- mi stacco. Cerco il suo sguardo e quando lo trovo, mi accorgo che ha uno sguardo diverso. -Qualcosa non va?-
Sospira. -Tranquilla.- mi guarda e sorride. -Dai, saliamo in macchina, o faremo tardi.-
Saliamo in macchina e accende lo stereo. Parte la mia canzone preferita dei mumford and sons, reminder.
Inizio a canticchiare, e quando se ne accorge, noto con la coda degli occhi, che ha gettato uno sguardo veloce su di me.
Arriviamo davanti al parrucchiere, ma improvvisamente mi sento indecisa. Non so perché sono qui.
-Che taglio preferisci?- mi chiede cordialmente il parrucchiere. È il più bravo del quartiere, senza dubbio.
-Li vorrei corti- rispondo. Alzo lo sguardo e attraverso lo specchio vedo Jess seduta sul divano che parla al telefono, è nervosa.
Dopo quasi un'ora, il parrucchiere finisce.

Mi abituo velocemente alla "nuova me"

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Mi abituo velocemente alla "nuova me".
Usciamo dal negozio, e andiamo caso, nel parco dove l'ho vista la prima volta.
-Stai bene, così.- sorride, ma mantiene comunque lo sguardo basso.
Sospiro, guardo fisso davanti a me.
-Jess- attiro la sua attenzione, il suo sguardo è su di me. -Cos'hai?-
Siamo sedute sulla panchina. Lei ha le gambe accavallate e i gomiti appoggiati su di esse, ed il suo viso tra le mani.
-Ho lasciato la mia ragazza.- improvvisamente si corregge -la mia ex ragazza.-
Sono triste, ma allo stesso tempo felice. Penso anche che se ne sia accorta. -Ragazza?- balbetto.
-Ex.- puntualizza.
-E perché l'hai lasciata?- stavolta sono io ad abbassare lo sguardo.
-Non era come prima fra noi, mi sentivo di mettere un punto.-
-Perché ci stai male, allora?- So che è una domanda stupida, ma per me no. Perché lasciare una persona, per poi starci male?
-Sono settimane che sta cercando di rovinarmi, in un certo senso.- Gioca con il braccialetto che porta al polso. -Non so come devo fare.-
-Rovinarti, come?-
-I miei genitori, conoscono i suoi e sono molto legati. Per i miei sapere che l'ho lasciata sarà quasi una delusione.- accenna un sorriso forzato. -Io non l'amavo, non ho mai amato. Ma allo stesso tempo stavo bene con lei e ci tenevo.-
Mi sento sollevata in un certo senso, ma non mi piace vederla così.
-Dai su!- esclama. -Non deprimiamoci!-
Sorrido. -Hai fame?- chiedo.
-Beh si, un po'.- annuisce.
-Andiamo al bar dove lavoro io, ti offro qualcosa.- Mi alzo dalla panchina, e le prendo la mano per farla alzare e la tiro verso la macchina.
Arriviamo al bar, e vicino al bancone vedo James, che non avrei mai voluto più vedere.

||THE ONLY ONE||LESBIAN STORYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora