Capitolo 23.

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Halsey.

Sospiro, vedendo Jess uscire dal fastfood. Abbasso lo sguardo e George sembra accorgersene. -Tutto bene?- sussurra al mio orecchio. Annuisco, senza aggiungere altro.
Guardo il mio telefono, e rileggo per l'ennesima volta i messaggi di James. Odio ripensare a quel momento, a lui sopra di me, mi sono sentita sporca.
Infilo il telefono in tasca, mi alzo e mi allontano da quel tavolo. Mi avvicino alla ragazza. -Quanto devo per la mia parte?- mormoro.
-Offro io.- Sorride. -La ragazza di prima non smetteva di guardarti.- annuncia. Ricambio il sorriso frettolosamente, ed esco. Prendo la macchina e dopo neanche 30 metri, Jess è ancora per strada con il vento che tra un po' la porta via. La raggiungo con la macchina e appena mi vede le faccio cenno con la testa di salire.
-Prego.- dico ironicamente. Non sembra in vena di scherzi. È abbastanza nervosa. -Che c'è?- sbuffo.
-Non sei obbligata ad ascoltarmi, sai?- risponde scocciata.
-Come scusa?-
-Niente, lascia perdere.- Fa un cenno con la mano per liquidarmi.
-No, dimmi che succede.- Dico a denti stretti. -Per favore.- aggiungo, cercando di rimediare al mio atteggiamento.
-Non succede niente, anche tu ti sei svegliata così.- Mi guarda.
-Okay...- sospiro e mi concentro sulla strada.
Quando arriviamo a casa di Jess, vediamo dei camion e dei ragazzi con delle scatole in mano.
-Che cazzo succede?- Sibila a denti stretti Jess.
Scendiamo entrambe, cerco di tenere il passo di Jess.
-Che diavolo succede?- chiede ad uno dei ragazzi.
-Ci è stato ordinato questo... Suo padre è dentro.- Sorride e torna a lavorare.
Jess mormora qualcosa di incomprensibile tra se e se e corre dentro casa.
-Amore!- Esclama suo padre. Jess è paonazza dalla rabbia. -Domani si parte, contenta?!- Sorride.
Con quale cattiveria riesce a dire queste cose? Alle spalle del padre di Jess, c'è la mamma. Sembra spaventata, o preoccupata. Mi lancia qualche sguardo, cerca di farmi capire qualcosa.
-Perché non capisci che da qui non mi muovo?- Non si sta rendendo conto di quanto stia urlando, io non riesco a dire nulla. -Io non vengo, buttami pure in mezzo alla strada.- Esce di casa, e vorrei seguirla, ma mi sento di restare lì.
-Perché si comporta così?- Chiede, il padre. Mi scappa una risata nervosa.
-Davvero se lo sta chiedendo?- Lo guardo fisso negli occhi. -Si rende conto di quante cose stia privando sua figlia?-
-Non le sto privando di nulla.-
-Invece si, e non solo a lei.- Guardo la signora dietro.
Esco di casa e cerco Jess con lo sguardo, da tutte le parti. Non la trovo. Cerco di chiamarla sul cellulare, ma scatta la segreteria. Dovevo seguirla, cazzo.
La macchina è ancora lì, quindi inizio a girare nei dintorni, ed è solo dopo quasi un'ora che la trovo. È al lago dietro casa di suo padre... Seduta sui sassolini in riva.
Mi siedo accanto a lei, senza dire nulla. -Non c'è bisogno che mi stai sempre a seguire.- A quelle parole ci sto un po' male.
-Lo so.- Sorrido, abbassando lo sguardo. -Ma volevo farlo.-
-Okay...- mormora. -Lo odio.-
-Lo so... Ma devi fargli capire che sei grande, ormai.-
-Non voglio andare via.-
Le metto un braccio sulla vita e la stringo a me. -Neanche io voglio che tu te ne vada, Jess.- le lascio un piccolo bacio sulla fronte. -Ho bisogno di te...- ammetto, sia a me stessa che a lei. Non voglio che se ne vada. È un pensiero egoista, lo so. Ma so anche che lei vuole stare qui.
-Baciami.- Sussurra al mio orecchio. Inizialmente esito, ma mi tira a se. Le mie labbra si schiudono, e seguono le sue. -Halsey...- si stacca. -Perché non riesco a starti lontana?-
-Non lo so.- sorrido. La mia fronte è appoggiata alla sua, e le sue braccia intorno al mio collo. Mi tira a lei, di nuovo e non riesco a far altro che sorridere. Sono persa.

||THE ONLY ONE||LESBIAN STORYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora