Vampire's Destiny II

Capitolo 11

Vedere il volto di Ethan, mentre spiegava la sua materia ai ragazzi, era qualcosa di esilarante, ma in quel momento non avevo voglia di ridere. E non credo che mi andrà mai più di farlo. Snow si era addormentato, infatti tutto il mio corpo rilassato ed i miei sensi alterati erano diminuiti. Sentivo comunque delle ragazze che parlavano dietro di me e Rebecca mi parlava sotto voce per non farmi sentire cosa dicevano. Ma capirlo non era così difficile: parlavano di me e di Brad.
«Ho visto fuori Brad.» sussurrai.
Rebecca rimase ferma ad aspettare una mia reazione, tipo uno scoppio di lacrime, che non arrivò.
«E cosa ti ha detto?» chiese. «Era con lei?»
«Mi ha minacciato e, sì, era con lei. Ha detto che non mi perdonerà mai per ciò che gli hanno fatto a causa mia.» lanciai un'occhiata ad Ethan, che mentre parlava di non so quale periodo storico vampiresco, mi fissava e ascoltava ciò che stavo raccontando a Rebecca. «Ha ragione. Chi sono io per causarli tanto dolore? Nessuno.» non avevo più voglia di parlarne, così mi limitai a fissare Ethan e a pensare a tutt'altro.

Erano già passate cinque ore dal mio ritorno a scuola ed era ora di pranzo. Andai al frigorifero e presi tre buste di sangue, sotto lo sguardo attento di quasi tutti i vampiri presenti nella mensa. Mi sedetti accanto a Rebecca e ad Antony. Mi sorrisero e io ricambia quasi del tutto. Senza troppi complimenti azzannai la busta e la finii quasi immediatamente. Così come la seconda. E la terza.
Prima che mi alzassi per andare a prendere altre buste, qualcuno mi toccò la spalla, facendomi voltare di scatto. Vidi Ethan, sorridermi: «Vuoi venire un momento con me? La biblioteca è libera.» sussurrò. «Dobbiamo parlare»
Ci stavamo dirigendo fuori dalla mensa, quando fece la sua entrata Tiffany e Brad, attaccati come due cozze. Brad si fermò, lasciando andare avanti Tiffany. Guardò me e poi Ethan, in questa sequenza per un paio di volte, poi si limitò a dire: «Bella coppia.» e ci lasciò lì, immobili.
Avevo bisogno di abbracciare Ethan, ma non lo potevo fare se lui non voleva. Entrammo in silenzio nella biblioteca vuota, ed immediatamente mi ricordai la nostra lezione di storia insieme; quasi sorrisi al pensiero.
«Come stai Emily?» mi fissò, dopo essersi messo a sedere sopra uno degli enormi banchi dell'area dei vampiri. Alzai le spalle.
«Te?» domandai. «Come va?» volevo piangere ne avevo bisogno.
«Lavoro; a casa ho un po' di problemi come tu sai, ma tutto bene.»
«E con quella ragazza? Quella con cui ti scrivevi?» sospirò rumorosamente.
«I cacciatori l'hanno uccisa. Avevano preso anche lei insieme a Brad.» rimasi senza fiato. «Non lo sapevi?» mi chiese. Scossi la testa. Era colpa mia, di nuovo. Avevo ucciso una persona cara a Ethan, e fatto torturare una persona altrettanto cara a lui. Sentii gli occhi riempirsi di lacrime: tentai di ricacciarle indietro, ma non ci riuscii.
«Mi dispiace, Ethan. Mi dispiace tanto.» mi coprii la faccia con le mani tremanti. Non doveva guardarmi in quel modo, non avevo nessun diritto di piangere. Ma era troppo forte.
Due braccia mi avvolsero, stringendomi forte. «Sono orribile» sussurrai. Iniziò ad accarezzarmi i capelli. «Non ne avevo idea.» affermai. «Non..non credevo sarebbero arrivati a tanto.»
Devo parlare con Logan, pensai decisa. Mi staccai un poco per guardare il ragazzo che mi era restato accanto sempre, anche quando gli avevo quasi tolto due persone a lui care per sempre. Lui sorrideva: «Mi sei mancata tanto.» sussurrò. «Casa mia, da quando non ci sei tu, sembra solo una vecchia scatola.» spostò una ciocca dei miei capelli, finitami davanti agli occhi. «Credo tu manchi anche a Nathan. Ogni volta che lo vedevo mi faceva mille domande su di te e su dove fossi finita.» sorrisi al pensiero del mio amico che ancora mi aspettava. «Se vuoi stasera lo invito a casa e gli fai una bella sorpresa, che ne dici?»
Annuii: «Ma a casa non c'è anche tuo fratello?» domandai.
«Stamani mattina ha preso tutte le sue cose ed è andato a casa di Tiffany. Credo proprio che starà là, quindi non ti preoccupare.» cercai di non pensarci troppo.
«Okay allora ci vediamo stasera.» sussurrai, facendomi cullare ancora un po' tra le sue braccia.